Inchiesta L'uomo dello scandalo dei permessi facili è coinvolto nell'omicidio di Aurigeno

Swisstxt

9.8.2023 - 19:54

Il delitto di Aurigeno è avvenuto l'11 maggio.
Il delitto di Aurigeno è avvenuto l'11 maggio.
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È finito in manette l’impresario bellinzonese già al centro dell’inchiesta sui permessi falsi. È accusato di assassinio per avere fornito l’arma usata per uccidere il custode delle scuole di Aurigeno. Lo rivela la RSI.

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Chi ha fornito la Glock con cui l'11 maggio, ad Aurigeno, un 42enne ha ucciso il custode delle scuole? Si sapeva che l’arma, recuperata dopo il delitto, proveniva da un furto nel Locarnese.

Mercoledì sono emersi altri dettagli. L'autore del colpo è stato arrestato alla fine di maggio. Soggiornava a Bellinzona, nell’appartamento di un personaggio ben noto, il titolare della ditta che nel 2017 venne travolta dallo scandalo dei permessi falsi.

Il ladro sostiene di avere consegnato l'arma proprio all'impresario, come lui d’origine balcanica, che a sua volta l’avrebbe venduta all'omicida.

L'imprenditore nega tutto

L’imprenditore è finito in manette un paio di settimane fa per una serie di furti.

Gli inquirenti gli hanno contestato anche la vicenda della pistola, a cui però si è detto estraneo. Ha dichiarato di non sapere nulla della Glock e di chi poi l’ha usata.

Per il momento l’impresario è accusato, al pari del 42enne, del reato di assassinio. Resta da stabilire se in qualità di complice o addirittura di correo.

Potrebbe inquinare le prove, rimane in cella due mesi

Il giudice dei provvedimenti coercitivi Ares Bernasconi ha deciso che l’uomo, difeso da Gianluigi Della Santa, deve rimanere in cella almeno fino alla fine di settembre a causa del pericolo di fuga e di inquinamento delle prove.

Era già stato riarrestato nel 2019, sempre per avere dato alloggio a un ladro, che a due riprese aveva tentato di svaligiare il bancomat del Centro commerciale di Sant’Antonino.

Adesso emerge il suo presunto coinvolgimento nel delitto di Aurigeno, anche se l’omicida, interrogato in proposito, ha preferito non parlare.

Sono stati esplosi tre colpi

Proseguono intanto le indagini sull'omicidio di Aurigeno. Si è venuti a conoscenza di un nuovo dettaglio: i colpi esplosi dal 42enne contro il custode della scuola, compagno della sua ex moglie, sono stati tre.

Stando alla RSI due hanno colpito il 41enne all’altezza dei polmoni mentre il terzo è andato a vuoto.

L’uomo, difeso da Fabio Bacchetta-Cattori, si trova tuttora incarcerato alla Farera. L’inchiesta è condotta dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri. I famigliari della vittima sono rappresentati da Giorgia Maffei.