Agno Decreto d'accusa per l'inquinamento del riale Barboi

SwissTXT / pab

16.7.2020

I pompieri riuscirono a contenere i danni e a evitare morìe di pesci
I pompieri riuscirono a contenere i danni e a evitare morìe di pesci
RSI

È sfociata in un decreto d’accusa l’inchiesta sull’inquinamento del riale Barboi, avvenuto ad Agno il 5 novembre.

Nei confronti del responsabile, il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha ravvisato il reato di infrazione per negligenza alla legge federale sulla protezione delle acque, proponendo una pena pecuniaria sospesa di 2'700 franchi e una multa di 300.

La vicenda

L’uomo è il dipendente di un’impresa edile che ha il suo magazzino a Bioggio. Quella mattina, mentre stava scaricando un camion, ruppe inavvertitamente il bidone contenente la sostanza inquinante: 60 litri di idrocarburo, che attraverso un tombino entrarono nelle canalizzazioni dell’acqua piovana per riversarsi nel fiumiciattolo.

Immediato l’allarme, grazie al quale i pompieri riuscirono a contenere i danni e a evitare morìe di pesci. Il decreto crescerà presto in giudicato. Il legale dell’operaio italiano, l’avvocato Massimiliano Parli, ha dichiarato infatti che non intende opporsi alla decisione emessa dalla procura.

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