Processo Delitto di Monte Carasso, chiesto l'ergastolo per la 41enne russa

SwissTXT / pab

29.9.2020

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

L'accusa, al processo d'appello per il delitto di Monte Carasso, ha chiesto l'ergastolo (quindi la conferma del verdetto di primo grado) contro la 41enne d'origine russa che avrebbe spinto il marito a uccidere l'ex moglie nel luglio del 2016.

«Sull'altare dei suoi piaceri poco importava cosa sacrificare», ha detto l'accusa, chiedendo la conferma della condanna all'ergastolo. Domani, mercoledì, la parola passerà alla difesa, che si batterà invece per il proscioglimento della donna.

La Corte, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, era stata costretta a sospendere il processo i primi di settembre, per i dubbi sollevati dalla difesa sulle traduzioni di alcuni verbali. Sul banco degli imputati è ricomparsa la 41enne d’origine russa che, secondo la procuratrice Chiara Borelli, nell’estate del 2016 avrebbe indotto il marito a uccidere la ex-moglie, inscenandone il suicidio.

La vicenda

«Voleva venire in Svizzera ed essere mantenuta. Capì subito che lui, follemente innamorato, era lo strumento ideale per ottenere il permesso e passare poi a uomini più ricchi. Così fu. Il 50enne iniziò a spendere, sotto il peso martellante delle sue incessanti richieste. Pur di non perderla – ha detto Borelli – era pronto a tutto. Arrivò a vendere gli oggetti più cari, a cambiare casa, a non mangiare, a cercarsi un secondo lavoro».

«Cosa devo fare, ancora?», le domandò un giorno. Uccidere l'ex-moglie, sarebbe stata in sostanza la sua risposta. Uccidere la donna per evitare di versarle i contribuiti alimentari, come stabilito dalla pretura proprio in quelle settimane.

La rabbia della 41enne era ormai traboccata. Tanto appunto – ha ribadito Borelli – da spingere il marito alla soluzione più estrema. Insomma lui il braccio, lei la mente. A chiamarla in causa è stato peraltro l’uomo stesso: «granitico» – ha ricordato la procuratrice – nel descrivere i rispettivi ruoli.

Mercoledì la parola ai difensori

Borelli ha quindi chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per il reato di assassinio, emessa dalla Corte delle Assise Criminali.

Domani la parola passerà ai difensori, Yasar Ravi e Luisa Polli, che punteranno di nuovo al proscioglimento dell’imputata, tentando di smontare la tesi accusatoria.

Il 50enne – ricordiamo – non si è opposto al verdetto di primo grado, e sta scontando i 16 anni inflittigli nell’aprile del 2019.

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