«Nessuna precauzione» Ammalarsi sul posto di lavoro: dopo l'amianto, i metalli pesanti

SwissTXT

10.10.2019 - 18:09

Immagine d'illustrazione
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Source: Ti-Press

Ammalarsi sul posto di lavoro non per l’esposizione all’amianto, ma ai metalli pesanti come il cobalto.

Questo, in sintesi, è il caso che riguarda una donna impiegata in passato in una piccola ditta del Luganese e sul quale gli inquirenti devono ora fare chiarezza.

Fascicolo riaperto

Oggi l'operaia ha 59 anni e soffre di una grave insufficienza respiratoria. Una malattia che la SUVA ha riconosciuto come professionale.

In prima battuta la magistratura, a cui è stato esposto il caso, ha rimandato al mittente le accuse, procedendo con un «abbandono». La decisione è stata rivista dalla Camera dei ricorsi penali, che ha ordinato la riapertura del fascicolo e pochi giorni fa c'è stata la nomina di un perito, incaricato di far luce sulla vicenda.

«Nessuna precauzione»

L'esposizione sarebbe avvenuta su più anni, dal 1984 al 1988 e dal 2007 al 2014.

Il legale della donna ai microfoni della RSI ha dichiarato: »Grazie a diverse testimonianze raccolte abbiamo potuto constatare che in questa ditta alcune precauzioni non venivano assunte: non c'erano mascherine, non c'erano guanti, la polvere veniva raccolta con la paletta… Una situazione preoccupante».

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