Situazione tesaÈ carenza di medicinali anche nella farmacie ticinesi
SwissTXT / Red
23.12.2022
La carenza di molti medicinali è da tempo cronica, ma in queste ultime settimane si è accentuata anche nelle farmacie ticinesi. Le cause sono da riscontrarsi nella dipendenza dall'Asia e nella mancanza di incentivi per mantenere la produzione in Svizzera. La situazione è tuttavia tesa anche a livello internazionale.
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23.12.2022, 09:17
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«Attualmente mancano molti farmaci, anche se al momento riusciamo ancora a trovare delle soluzioni. Ma queste stanno diminuendo a vista d'occhio».
Sono le parole di Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti ticinesi, che ai microfoni della RSI, ha parlato della mancanza di medicinali nelle farmacie. Un problema che da tempo è cronico, ma che in queste settimane si è accentuato.
A mancare non sono soltanto i medicinali antinfluenzali, quindi non è soltanto una questione di picco invernale dell'influenza, ma il problema è molto più generalizzato.
«Negli ultimi anni c'è stata una politica di pressione forte sui prezzi dei prodotti e dei farmaci che ha portato a catene di approvvigionamento molto più fragili» spiega Tamò.
«I costi di produzione sono inferiori in alcuni paesi asiatici»
La Svizzera, e più in generale l'Occidente, sono dipendenti da India e Cina, e questo nonostante la Svizzera sia una nazione di ditte farmaceutiche.
«Se le aziende devono ridurre i prezzi dei loro prodotti, l'ultima cosa che vanno a ridurre è il loro profitto – continua a spiegare Tamò alla RSI – si fanno dunque delle ottimizzazioni dei costi e si sa benissimo che i costi di produzione sono nettamente inferiori in alcuni paesi asiatici».
Secondo Tamò, a medio termine, per risolvere il problema ci toccherà pagare di più i medicinali, così da garantire la sostenibilità della produzione in Svizzera e in Europa. «Stiamo notando che sono principalmente i farmaci poco costosi quelli che sono più a rischio di mancare», dice Tamò.
Degli incentivi per mantenere la produzione in Svizzera
Ma alzare i prezzi non è l'unica soluzione, secondo il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini: «Si continua ad affermare che i generici in Svizzera costano di più che all'estero: è vero. E se noi continuiamo ad abbassare il prezzo di questi farmaci, la conseguenza è che nessuno li venderà più in Svizzera e soprattutto nessuno li produrrà più».
Ci vogliono pertanto, chiarisce all'emittente di Comano Zanini, «degli incentivi per mantenere la capacità produttiva in Svizzera».
Il farmacista cantonale sottolinea che in questo periodo, con più malattie che circolano in contemporanea, la situazione si complica ulteriormente.
«È diventato difficile trovare degli analgesici in forma liquida per bambini, prodotti per la tosse, per l'influenza e per malattie del sistema respiratorio». Una situazione dovuta alla presenza di «un insieme di virus (influenza, Covid, RSV, ndr.) che stanno circolando».
La situazione è tesa anche a livello internazionale
La situazione è tesa anche a livello internazionale, tanto che – come ricorda l'emittente radiotelevisiva – diversi governi stanno prendendo delle misure. Un caso emblematico è la Francia, dove il problema è dovuto a un aumento delle classiche malattie stagionali, ma anche a un problema logistico che è presente da diversi anni.
E la questione sta rimettendo in primo piano in Francia, ma anche in diversi altri paesi, tutte le questioni legate all'indipendenza dell'Europa per quanto riguarda la fabbricazione di farmaci essenziali che oggi sono princialmente fabbricati in Asia.
E proprio in Cina nei due anni del Covid è stato registrato un boom delle esportazioni di prodotti sanitari. Ma ora, con l'allentamento delle restrizioni Covid e l'assenza di immunità di gregge, la Cina ha bisogno dei prodotti che fabbrica, di cui ne fa anche incetta all'estero, con il mercato nero che fiorisce.