Lingotti a tonnellate Ecco come il gigante ticinese dell'oro gestisce una richiesta globale senza precedenti

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28.3.2025 - 09:46

Lingotti da 1 chilogrammo stoccati alla Argor-Heraeus di Mendrisio (immagine d'archivio).
Lingotti da 1 chilogrammo stoccati alla Argor-Heraeus di Mendrisio (immagine d'archivio).
KEYSTONE

L'oro ha raggiunto un picco di 3,057 dollari l'oncia, spingendo la raffineria Argor-Heraeus di Mendrisio a lavorare incessantemente per trasformare lingotti destinati all'esportazione.

Igor Sertori

Hai fretta? blue News riassume per te

  • La raffineria Argor-Heraeus di Mendrisio ha ricevuto un'ondata di ordini senza precedenti.
  • L'aumento di richieste è stato innescato dai timori globali legati al ritorno di Trump, alle sue minacce sui dazi e ai dubbi sul futuro del dollaro come moneta di riserva.
  • L'azienda mendrisiense deve operare su turni di 24 ore per far fronte alle richieste.
  • C'è la necessità di trasformare i lingotti da 400 once (11,34 chili) in barre da un chilo, a causa dei diversi standard tra il mercato europeo e quello statunitense.
  • Fondata nel 1951 a Chiasso, la realtà aziendale ticinese dà lavoro a circa 350 persone. Si tratta di di una delle quattro più grandi raffinerie di oro al mondo.

L'oro ha visto un aumento del 10% nel suo valore, raggiungendo 3,057 dollari l'oncia, un picco mai visto prima. Questo ha portato la raffineria Argor-Heraeus di Mendrisio, come riportato dal «Corriere della Sera» a ricevere un'ondata di ordini senza precedenti.

La domanda è stata così elevata che l'azienda ha dovuto operare su turni di ventiquattro ore per far fronte alle richieste accumulate durante l'inverno, periodo in cui il mondo attendeva il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

L'avvento di Trump e i lingotti per gli Stati Uniti, più leggeri 

La Argor-Heraeus è specializzata nella fusione e forgiatura di lingotti d'oro puro al 99,99%.

Robin Kolvenbach, co-amministratore delegato, ha dichiarato al giornale italiano: «Abbiamo assistito a una significativa domanda di trasformazione di lingotti da 400 once in lingotti da un chilo, iniziata nei primi giorni di dicembre».

Questo aumento di richieste è stato innescato dai timori globali legati al ritorno di Trump, alle sue minacce sui dazi e ai dubbi sul futuro del dollaro come moneta di riserva.

La necessità di trasformare i lingotti da 400 once (11,34 chili) in barre da un chilo è dovuta alle differenze negli standard tra il mercato europeo e quello statunitense. In Europa l'oro fisico è conservato in lingotti classici, mentre il mercato Comex di New York richiede barre da un chilo.

Questa discrepanza ha portato molte istituzioni finanziarie a spostare oro dall'Europa agli Stati Uniti per venderlo al Comex, prima che le politiche del tycoon potessero influenzare il mercato.

Nel 1995, a Mendrisio, così si stampava il nome dell'azienda e il grado di purezza sui lingotti d'oro. 
Nel 1995, a Mendrisio, così si stampava il nome dell'azienda e il grado di purezza sui lingotti d'oro. 
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Richieste in diminuzione, ma tanti ordini retroattivi

Sebbene il numero di nuove richieste sia diminuito, l'amministratore dell'azienda del Mendrisiotto ha affermato: «Stiamo ancora producendo per gli ordini ricevuti a inizio dicembre. I tempi di consegna delle barre da un chilo si sono notevolmente allungati».

Questo fenomeno è stato alimentato dalle paure che la Casa Bianca potesse imporre dazi sull'esportazione di oro fisico, una mossa che avrebbe rappresentato una tassa sulla libera circolazione dei capitali.

Dalla Bank of England a New York, passando per Mendrisio

L'aumento del prezzo dell'oro al Comex di New York rispetto al London Metal Exchange riflette il rischio di costi maggiori in America a causa dei dazi.

Di conseguenza, grandi gestori privati hanno acquistato e trasferito riserve d'oro, principalmente dalla Bank of England, per venderle a New York e sfruttare la differenza di prezzo.

Tuttavia, per accedere al Comex, erano necessarie barre più piccole, il che ha portato a un aumento delle richieste per la società fondata nel 1951 a Chiasso, con il nome di Argor SA.

Nel 2016, secondo la «Handelszeitung», l'azienda di Mendrisio lavorava 800 tonnellate di ora all'anno, stabilendosi come una delle quattro più grandi raffinerie d'oro al mondo. Una realtà aziendale sul suolo ticinese che dà impiego a circa 350 persone.

Il redattore ha scritto questo articolo con l'aiuto dell'IA.