Pandemia COVID-19: Zanini: «Il vaccino per tutti non prima dell'estate»

pab

9.12.2020

Nella foto da sinistra, Giovan Maria Zanini, Famacista cantonale e Giorgio Merlani, Medico Cantonale, durante la conferenza stampa. 
Nella foto da sinistra, Giovan Maria Zanini, Famacista cantonale e Giorgio Merlani, Medico Cantonale, durante la conferenza stampa. 
© Ti-Press / Samuel Golay

Il medico cantonale e il farmacista cantonale hanno fatto il punto sulla situazione pandemica in Ticino. Merlani: «I numeri riprendono a salire, abbiamo un tasso di positività più alto della media nazionale». Zanini: «Ora non cambia nulla. Il vaccino per tutti solo in estate. Fino ad allora dovremo rispettare le restrizioni. L'immunità di gregge non è l'obiettivo del 2021».

Dopo un rapido aggiornamento sulla situazione in Svizzera, in cui sono emerse alcune differenze tra la Romandia e la Svizzera tedesca dove il virus è più diffuso, Giorgio Merlani ha fatto il punto sulle ospedalizzazioni in Ticino.

«Abbiamo ad oggi, all’Ospedale la Carità di Locarno, 116 pazienti in reparto e 22 in cure intense. Alla Moncucco di Lugano ci sono 107 persone in reparto e 14 in cure intense. Al Cardiocentro sono occupati quattro letti di cure intense.

«Vi sono anche pazienti in altre strutture e sono quelli che non rischiano di finire in un reparto acuto e non hanno un fabbisogno di ossigeno elevato. Nel dettaglio: 34 all’Ospedale italiano di Lugano, 22 a Faido, 18 a Castelrotto, otto a Novaggio e cinque alla clinica riabilitativa Hildebrand di Brissago.

«Comunico queste cifre per ricordare che la pressione sul nostro sistema sanitario rimane molto forte e per richiamare tutti all’impegno di controllare la diffusione del virus.» ha sottolineato Merlani.

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Merlani: «casi e tasso di positività in salita»

«La percentuale dei test risultati positivi sta aumentando ed è preoccupante notare che adesso si attesta al 25%. È una cifra molto elevata, superiore alla media svizzera. Sarà da seguire molto da vicino. Ribadisco il messaggio: fatevi testare al minimo sintomo.

«Per quel che riguarda i contagi, dopo le vacanze di Ognissanti in cui si evidenziata una certa stabilizzazione, ora siamo invece in una fase di crescita.

«Per quel che riguarda il tasso Rt, l’indice di quanto una persona positiva contagi altre persone, nell'ultima settimana siamo purtroppo di nuovo in una fase di crescita.» ha concluso Giorgio Merlani, per poi passare la parola al Farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. 

Zanini: «Per guanti e disinfettante si fa un po' fatica»

«Per prima cosa parlo del materiale sanitario a nostra disposizione, ha detto Zanini. Siamo in una situazione normale. Il mercato risponde bene e velocemente alle esigenze delle strutture sanitarie.»

«Ci sono solo due prodotti la cui situazione è un po’ particolare per quanto riguarda le forniture: i guanti, che sono diventati molto cari nelle ultime settimane e i disinfettati che le aziende riescono a fornire ma sempre in quantitativi inferiori a quanto richiesto. Ma la situazione è comunque normale. Per il cantone Ticino è importante sapere che ci son buone scorte di materiale nel settore sanitario.

«Ricordo che abbiamo dato direttive alle strutture sanitare di modo che abbiano materiale a sufficienza per 12 settimane. Il calcolo dei quantitativi è stato eseguito in base a quanto usato durante la prima ondata. Siccome siamo stati fortemente toccati in primavera ora abbiamo dati reali su cui basarci per i fabbisogni. Abbiamo verificato in ottobre queste riserve e possiamo concludere che tutti hanno fatto quello che andava fatto.» ha affermato Zanini. 

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«Anche se la seconda ondata è più lunga il materiale c'è»

«Anche se la seconda onda durerà più di 12 settimane il mercato funziona e quindi il materiale può essere sostituito adeguatamente. - ha continuato Zanini. Ricordo anche che il Cantone ha comunque una riserva che può utilizzare in maniera sussidiaria se ve ne fosse il bisogno. Il cantone ora è dovuto intervenire solo in maniera puntuale. Nella prima ondata non è stato così. Siamo dovuti intervenire subito dai primi giorni e a più livelli.

«Da ottobre le riserve del cantone sono tutte centralizzate in un'unica struttura, mentre prima la merce era suddivisa in 10 depositi, e sul piano della logistica questo creava difficoltà. Oltre alle riserve del cantone ci sono anche quelle della Confederazione, calcolate per 40 giorni. Riteniamo quindi che non ci saranno problemi sul breve e medio termine. Da tener conto però che il mercato è imprevedibile. Ma siamo pronti.» ha concluso Zanini.

Molte richieste per la vaccinazione contro l'influenza

Zanini ha poi parlato della vaccinazione stagionale, ricordando che le autorità avevano consigliato ai soggetti a rischio di vaccinarsi di più rispetto agli anni precedenti per facilitare il depistaggio dei casi di coronavirus.

«A fine settembre ci siamo resi conto che il numero di persone a rischio che avevano manifestato la volontà di fare la vaccinazione era molto elevato e che c’era il rischio di non avere abbastanza vaccino. D’intesa con il medico cantonale abbiamo quindi introdotto il 'divieto' di vaccinare persone non a rischio fino al 30 di novembre», ha affermato Zanini.

Influenza stagionale: «Chi si è annunciato è stato vaccinato»

«La Confederazione si è attivata per fornirci vaccini contro l'influenza supplementari - ha proseguito Zanini. Quelli ricevuti hanno coperto le riservazioni che avevamo. Vista la situazione ci siamo permessi, come associazione dei farmacisti cantonali, di agire direttamente sul mercato, cosa che non succede mai, per assegnare delle dosi supplementari secondo le priorità sanitarie. In Ticino ho portato quindi 3'740 dosi che ho distribuito in 64 studi medici, 33 farmacie e 1 struttura sanitaria.

«È importante sottolineare che tutte le persone che si sono annunciate hanno potuto vaccinarsi. A livello svizzero sono state vaccinate 1'950'000 persone, il 65% in più degli altri anni».

«Il vaccino contro il Covid-19 arriverà per tutti solo in estate»

Il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini ha poi parlato nello specifico del vaccino contro il nuovo coronavirus Covid-19.

«A livello internazionale abbiamo avuto delle 'accelerazioni' con domande di autorizzazioni e con comunicati di varie case farmaceutiche, senza dimenticare l’Inghilterra che ha omologato un vaccino e ha iniziato da ieri a vaccinare le persone. Ci giungono poi notizie sul vaccino russo, per domani si aspettano comunicazioni dagli Stati Uniti e, o il 22 o il 29 dicembre, riceveremo la comunicazione dell’agenzia europea dei medicamenti. Anche la Svizzera ha parlato domenica di vaccinazioni da gennaio. Io questi li chiamo messaggi di speranza. Ma questi messaggi devono essere letti al netto delle finalità non dichiarate, cioè senza quei messaggi lanciati alla finanza, alla borsa e agli azionisti e di propaganda.

«Il fatto di avere il vaccino contro il Sars-Cov-2 non cambia la situazione. C’è solo una certezza: l’accesso al vaccino per tutti non arriverà prima dei mesi di aprile, maggio e giugno. Per questo le misure restrittive vanno rispettate ancora.

Sei centri di vaccinazione in Ticino

«Sarà in quel periodo, quindi fine estate, che la Svizzera riceverà dosi sufficienti per tutta la popolazione. Prima si potrà intervenire solo su gruppi particolari di persone», ha chiarito Giovan Maria Zanini. Le misure igieniche e di distanziamento dovranno essere applicate fino alla prossima estate, secondo il farmacista cantonale.

A livello logistico in Ticino, come riferito dal farmacista cantonale, si prevede di avere fino a sei centri di vaccinazione ma la campagna di vaccinazione potrà essere avviata solo dopo l’omologazione dei vaccini da parte di Swissmedic e la definizione di una strategia da parte dell’Ufficio federale della sanità.

«Ricordo che ci sono in lizza diversi vaccini. Alcuni si adatteranno meglio a una certa fascia di popolazione, altri ad altre fasce. Per esempio ci saranno vaccini più efficaci per gli anziani o per altri gruppi a rischio.» Per questo sarà importante definire la strategia di vaccinazione, ha spiegato ancora Zanini, che sarà basata sull'omologazione da parte di Swissmedic che stabilirà quale prodotto potrà essere venduto e a quali persone sarà destinato.

«L'immunità di gregge non è l'obiettivo del 2021»

«Sappiamo ora che sarà una campagna di vaccinazione lunga perché arriveranno sul mercato diversi vaccini, non tutti allo stesso tempo, e anche perché sappiamo che ci vorranno almeno due dosi da somministrarsi a 28 giorni di distanza. Ciò significa che tutti vanno vaccinati due volte.

«L’obiettivo del 2021 non sarà di raggiungere l’immunità di gruppo, sarà di limitare i danni. Dopo l'omologazione prevediamo di poter essere in grado di vaccinare subito. Prima nelle strutture e negli studi medici. Ma questo dipenderà anche dalle condizioni nelle quali alcuni vaccini dovranno essere conservati e manipolati.

«Stiamo anche lavorando sull'ipotesi di costituire delle squadre mobili per andare ad aiutare laddove logisticamente ci sono situazioni difficili».

Zanini: «La Svizzera non è in ritardo sul vaccino»

La Svizzera non è in ritardo. «Sbarazziamo il campo per quel che riguarda i vaccini in Cina e in Russia: non ci interessano», ha detto perentoriamente Zanini. «Per la Svizzera non sono previsti per ora. Ci fosse un’azienda che sottopone una domanda di autorizzazione per l’omologazione bisogna entrare nel merito.

«Più importante è chiarire quello che è successo in Inghilterra che ha suscitato nella comunità scientifica non poche perplessità e numerose critiche. È stato dato un permesso per un vaccino della Pfizer che non è nemmeno un’autorizzazione a mettere il prodotto sul mercato. È un permesso concesso utilizzando una procedura d’emergenza che prevede l’uso del prodotto basandosi solo su risultati parziali», ha sottolineato Zanini.

«In Svizzera e nell'Unione Europea questa procedura non si applica perché non esiste. Da noi si applica un’omologazione accelerata, il che significa che le ditte forniscono i dati nello stesso momento in cui vengono prodotti. Ma l’omologazione viene data comunque sull’analisi di tutti i dati. Riassumendo: In Inghilterra hanno abbassato i requisiti. In Svizzera e nell’UE no.» ha continuato Zanini.

Zanini: «Una scelta etica difendibile»

«Si tratta di una scelta fatta adottando la legge federale specifica sul Covid. Si è ritenuto che non fosse necessario introdurre questa procedura d’emergenza perché si è fatto un esame tra il beneficio e i possibili rischi di autorizzare un vaccino senza avere i dati completi. Si tratta di una scelta etica.

«Fossimo stati in presenza di un altro virus come quello dell’Ebola, la cui mortalità arriva al 60%, il discorso sarebbe stato diverso. Eticamente sarebbe stato più sensato e molto più difendibile decidere di introdurre nella legge la possibilità di una procedura d’urgenza», ha concluso Zanini.

Zanini: «Non ci devono essere dubbi»

«Un altro elemento è stato preso in considerazione: un'omologazione d'urgenza non rassicura la popolazione. E la campagna di vaccinazione avrà successo solo se la popolazione avrà fiducia nel vaccino che le autorità propongono. Non parlo dei No-Vax. Parlo delle persone che hanno dei dubbi su vaccini di nuovo tipo, concepiti con nuove tecniche.

«Ricordo poi che ci sono quattro vaccini da esaminare. Sono persuaso che Swissmedic arriverà a decidere per l'omologazione negli stessi tempi degli altri Paesi europei. Una prima decisione potrebbe arrivare già in gennaio, a condizione che i dati già forniti e quelli che mancano siano sufficientemente solidi per concedere l'omologazione. Il prodotto deve essere di qualità, sicuro ed efficace. Swissmedic ha comunicato martedì sera di non essere ancora in possesso di tutti questi dati».

Quasi 300 casi in Ticino 

Intanto nel cantone sono stati censiti, nelle ultime 24 ore, 272 nuovi casi di contagio da coronavirus, in aumento rispetto ai 195 annunciati martedì e i 116 di lunedì. Il totale complessivo delle persone risultate positive da febbraio è quindi di 17'841.

Registrati anche ulteriori sei decessi legati al Covid-19 che portano il totale delle morti dall’inizio della pandemia a 608.

Il numero dei ricoverati negli ospedali ticinesi si è ridotto da 353 a 350, ma sono aumentati i casi più gravi. I degenti in cure intese sono saliti da 36 a 40. I pazienti dimessi sono invece 21.

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