Pandemia Covid-19, Merlani: «Ticino con la peggior incidenza, serve un Natale di raccoglimento»

pab

22.12.2020

Giorgio Merlani, Medico cantonale, durante la conferenza stampa del 9 di dicembre 2020.
Giorgio Merlani, Medico cantonale, durante la conferenza stampa del 9 di dicembre 2020.
© Ti-Press / Samuel Golay

Le autorità cantonali hanno fatto il punto sulla situazione legata alla pandemia da Covid-19 e sul tema del sostegno psicologico alla popolazione. Per Merlani: «Abbiamo un triste primato sul tasso d'incidenza, siamo il cantone messo peggio. Serve un Natale di raccoglimento». La coordinatrice della task force psicologica ha invece spiegato come riconoscere i sintomi di chi è in difficoltà durante questa crisi sanitaria.

Il medico cantonale ha iniziato la conferenza stampa facendo il punti della situazione epidemiologica nel canton Ticino dando le cifre di oggi: le nuove infezioni sono 255 mentre sette i decessi per un totale di 710. «Ciò significa che abbiamo superato il numero di decessi della prima ondata che era di 350», ha sottolineato Merlani.

Negli ospedali sono state ricoverate 31 persone mentre quelle dimesse sono state 23. I pazienti in terapia intensiva sono 39.

Il dato di trasmissibilità Rt è importante

Il medico cantonale ha poi spiegato che gli indici di trasmissione Rt e R0 sono diventati fondamentali per capire l'andamento dell'epidemia. «Il dato che fa stato è quello calcolato dal politecnico di Zurigo e che viene pubblicato dall'Ufficio federale della salute pubblica. R0, lo ricordo, è la capacità intrinseca del virus di trasmettersi da una persona all'altra e dipende dalle sue caratteristiche biologiche e anche dagli incontri delle persone e dalle misure barriera che vengono adottate. Questo significa che questo R0 può essere abbassato dalle misure prese».

«Rt, detto anche Re, ha spiegato ancora Merlani, è il dato calcolato sull'evoluzione nel tempo. In base al tasso dei nuovi casi di infezione. Ciò significa che non dipende dal virus ma dal comportamento delle persone e dalla loro mobilità. Come mostrano i grafici questo tasso è cresciuto in maniera importante ad ottobre. Soprattutto in Ticino dove è salito fino a 2,5, cioè una persona infetta ne contagia altre 2 e mezza».

«Questo dato è molto importante perché ci dice la quantità di virus che circola e la modalità con la quale le persone si incontrano. Sappiamo che se questo tasso è sopra a 1 oggi, domani avremo più contagiati e il giorno dopo ancora di più. Ovviamente se il tasso è sotto 1 le infezioni diminuiscono. Questo tasso è ora importante perché le misure federali si applicano proprio anche in funzione di questo indice. nei prossimi giorni sul sito del cantone metteremo anche questi dati nazionali.».

Incidenza, il Ticino è il cantone messo peggio

«L’altro dato molto importante è l’incidenza dei casi su 100'000 abitanti». La situazione della pandemia a livello svizzero è «sostanzialmente stabile». Secondo Merlani, questo termine ha attualmente anche una connotazione negativa, perché implica che «non c’è un miglioramento».

Per quanto riguarda il Ticino, il Medico cantonale ha sostenuto che «abbiamo un triste primato con uno degli indici più alti in Svizzera con 987,22 casi ogni 100'000 abitanti. Anche per questo è importante continuare a seguire le misure», dal momento che «l’incidenza è elevata, e non permette delle grandi libertà».

In Romandia la situazione oggi è molto diversa perché ha introdotto misure molto drastiche molto prima di tutti gli altri cantoni dato che in novembre la situazione era molto più preoccupante che nel resto della Svizzera. Di conseguenza ha un'incidenza molto minore rispetto ai cantoni della Svizzera tedesca e di quella italiana.

Merlani: «Viviamo un Natale con poche persone»

Tornando alla situazione in Ticino, Merlani ha ribadito che è importante comportarsi in modo responsabile: «Cerchiamo di vivere il Natale nel significato più vecchio del termine: del raccoglimento, dell’incontro all’interno della famiglia ma non di grandi movimenti. Non è sicuramente il momento di festeggiare il Natale con tanti incontri. Non possiamo permetterci di incontrare persone fragili e con i regali portare loro anche il virus. Sarebbe devastante.»

«So che si è fatto un gran parlare del fatto che per alcune persone potrebbe essere l'ultimo Natale che si trovano a festeggiare. Trovo che sia un paragone triste e temerario: non viviamo il Natale in maniera spericolata solo per paura che potrebbe essere l'ultimo. Agiamo con prudenza e scegliamo chi vedere, concentrandoci sull'essenziale. Usiamo i nuovi modi di festeggiare».

Persone vulnerabili: con il vaccino più libertà in primavera?

«Abbiamo i vaccini che stanno arrivando. Inizieremo a gennaio con le persone vulnerabili. E nel giro di tre  o quattro settimane sarà possibile somministrare anche la seconda dose. Ciò significa che le persone vulnerabili potrebbero, ad inizio primavera, essere discretamente protette e quindi godere magari di alcune libertà in più».

«Lo ricordo: daremo la priorità del vaccino agli ospiti delle case per anziani. La campagna nazionale partirà il 4 gennaio. Anche noi partiremo in quella data. Vogliamo farlo in tutta sicurezza e quando la gente avrà ricevuto informazioni complete ed esaustive».

Alcune misure per le festività nelle case anziani

Merlani ha poi dichiarato che è stato mandato uno scritto a tutte le direzioni amministrative e sanitarie delle case anziani per strutturare le feste nell'ottica di garantire la miglior sicurezza. 

«Non sono documenti pubblici, sono delle indicazioni. Ci sono delle limitazioni. Non ci si può aspettare che tutti vadano a trovare i propri cari il 25 dicembre. Il flusso di persone sarebbe troppo importante e il rischio di trasmissione sarebbe elevatissimo. Se qualcuno vedrà rifiutarsi la possibilità di far visita a un parente perché i posti sono tutti presi chiedo di capirlo nell'ottica della protezione».

«Ricordo che i regali nelle case anziani vengono messi in quarantena quindi sono da fare per tempo. Se consegnati il 24 i regali non verranno di sicuro recapitati il girono di Natale ma il 26 o il 27 a dipendenza del regalo».

La nuova variante del virus preoccupa? 

Giorgio Merlani si è anche espresso riguardo alla nuova variante inglese del virus. «Sappiamo che il virus ha, per sua natura, la tendenza a variare. Ciò significa che ogni tanto nella replicazione del virus ci siano 'dei piccoli errori'. Alcuni di questi portano alla morte del virus, altri ne permettono la sopravvivenza o la mutazione. Dal primo virus di Wuhan, circolano centinaia di ceppi diversi. Quel che cambia del virus inglese, è che si trasmette con maggior facilità».

«Questo non vuol dire che sia più letale, e che comporti più ospedalizzazioni, contagi e decessi.» Per questo, secondo Merlani, «dobbiamo essere ancora più attenti».

Il vaccino protegge anche dalla nuova variante?

Per quel che riguarda l’efficacia del vaccino di Pfizer BioNTech, Merlani ha ricordato come molti virus conoscano delle mutazioni, ma il vaccino rimane efficace lo stesso: «Pensate al morbillo, ce ne sono di vari tipi e vari ceppi diversi, con mutazioni anche importanti, eppure il vaccino funziona lo stesso. Quello che non possiamo ancora dire definitivamente, perché le cifre sono troppo piccole, è che sia sicuramente altrettanto efficace (95% finora ndr.)»

«L’opinione dei maggiori esperti è che le mutazioni non siano sufficienti a dare vita ad un virus completamente diverso che non venga riconosciuto dalle nostre cellule che sono state sensibilizzate dal vaccino», ha affermato Merlani.

Il vaccino è stato creato partendo dalla stessa sequenza genetica di questa proteina sulla superficie del virus. Se dovesse esserci una mutazione maggiore che ne cambia le caratteristiche principali è anche possibile ripartire con la sequenza e riprodurre un vaccino sostanzialmente identico che codifica però la proteina leggermente diversa.

«La pandemia mette a dura prova tutti»

La parola è poi passata a Maria Chiara Ferrazzo Arcidiacono, coordinatrice della task force psicologica COVID-19, che si è espressa sul legame tra il coronavirus e la salute mentale, iniziando il suo intervento con un breve riassunto sulla situazione a livello svizzero.

«La pandemia ha messo a dura prova tutta la popolazione ma la buona notizia è che la qualità di vita media, secondo i dati forniti dall’Ufficio federale della sanità pubblica, resta a un livello elevato. Tra il 5 e il 7% delle persone intervistate vive però un disagio psicologico».

«Attenzione ai campanelli d'allarme»

Il problema è che ci troviamo di fronte a una situazione inedita e quindi non ci sono schemi psicologici già noti a cui fare riferimento. Non c’è una risposta univoca nella popolazione, c’è chi riesce ad adattarsi molto bene alle novità e invece chi reagisce con paura e preoccupazione

Per Arcidiacono, bisogna prestare attenzione ai campanelli d’allarme quali disturbi del sonno, nervosismo crescete, ansia, difficoltà di concentrazione e memoria, iperallerta costante.

Per le persone che lavorano nel settore sociosanitario inoltre si deve fare attenzione pure all'incapacità di staccare e riposare, all'apparizione di immagini di situazioni drammatiche vissute, stress di reinserimento nel proprio reparto dopo aver passato molto tempo in un reparto Covid, oppure il senso di estraneazione una volta giunti a casa. 

Conseguenze psicologiche anche importanti

Le conseguenze psicologiche per tutta la popolazione possono essere «cambiamenti nei comportamenti abituali, come l’aumento del consumo di alcol, dipendenze da internet o shopping compulsivo, la mancanza di una vita sociale e la comparsa di paure irrazionali», ha spiegato Arcidiacono.

«È molto importante prendersi cura della nostra salute psichica quotidianamente perché aiuta a evitare il sovraccarico emotivo e patologie a lungo termine. Qualora le risorse personali non bastassero è importante chiedere aiuto per esempio rivolgendosi al medico di famiglia». 

Il lavoro della Task force psicologica

Arcidiacono ha poi presentato nel dettaglio il lavoro della taskforce psicologica, nata proprio per sostenere la popolazione e il personale sanitario in questo difficile periodo di crisi.

La Task force, composta da 40 persone e raggiungibile al numero gratuito 0800 144 144, offre due servizi. Come prima cosa ha messo a disposizione una hotline, che ha al momento ricevuto 32 chiamate. «Si tratta di un numero abbastanza esiguo, anche rispetto alla prima ondata», ha commentato Maria Chiara Ferrazzo Arcidiacono. «Forse questo servizio non è abbastanza conosciuto. La Hotline è aperta tutti i giorni, festivi e feriali dalle 8h00 di mattina».

È maggiormente usato da donne, principalmente da persone sole o nuclei famigliari numerosi, soprattutto nel Luganese e Bellinzonese. La maggior parte di chi chiama è abituato a chiedere aiuto perché è già stato preso a carico in precedenza. Il 65% delle chiamate dura più di 30 minuti e il 58% termina con un depistaggio, ovvero con una presa a carico psicologica da parte di professionisti, ha precisato ancora Arcidiacono.

La seconda invece è l'istituzione di una cellula specifica per offrire un intervento specialistico più mirato all'nterno delle strutture sanitarie e delle case per anziani.

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