PandemiaCOVID-19: il virus si diffonde ancora troppo in fretta, stretta sulle misure in Ticino
pab
8.11.2020
Il Consiglio di Stato ticinese ha preso nuove misure per combattere il COVID-19. Si passa alla fase rossa, quella di massima allerta. Da domani, lunedì 9 novembre, saranno vietati gli assembramenti di più di 5 persone. Gobbi si rivolge ai giovani: «È una last call, cambiate atteggiamento». De Rosa: «Ho visto inquietudine negli occhi del personale sanitario ma insieme facciamo la differenza».
La conferenza stampa è stata aperta dal presidente del Governo ticinese Norman Gobbi: «Le nuove misure che abbiamo preso entrano in vigore già domani, lunedì. Il virus continua a diffondersi, chiunque di noi conosce qualcuno che è venuto a contatto con il virus. Ciò significa che il COVID-19 circola dappertutto, in maniera troppo veloce. La situazione è quindi seria».
«A differenza di questa primavera stiamo andando verso l’invero. Questo cambia le cose. Le giornate si accorciano e siamo costretti a rimanere di più in casa», ha continuato Gobbi.
Vietati gli assembramenti di più di 5 persone
«Abbiamo sempre preso le nostre decisioni con proporzionalità. Come detto la situazione è grave quindi abbiamo deciso di limitare ulteriormente le libertà individuali.»
«Ecco le nuove norme per contrastare la diffusione del virus: in Ticino saranno vietati da domani lunedì 9 novembre, gli assembramenti negli spazi pubblici, in manifestazioni pubbliche e private con più di cinque persone», ha detto Gobbi in tono serio.
Anche le cene tra amici e in famiglia sottostanno a questa nuova regola. «Concretamente se si invita a cena qualcuno a casa, si può essere al massimo in cinque. Per l’ambito professionale, in caso di riunioni, se il datore di lavoro ha messo in atto i piani di protezione quali il distanziamento, l'uso di pareti in plexiglass, il porto delle mascherine, si può essere più di cinque», ha sottolineato Gobbi.
«Le uniche eccezioni, ha specificato Gobbi, riguardano le assemblee di organi legislativi cantonali e comunali, assemblee inderogabili di diritto pubblico e le raccolte di firme. Sono ammesse le celebrazioni religiose, funerali e matrimoni con un massimo di 30 partecipanti».
Saranno inoltre vietate tutte le attività sportive di gruppo salvo quelle per i giovani fino ai 16 anni e per attività professionistiche e legate a quadri nazionali.
«Queste nuove misure saranno in vigore almeno fino al 30 di novembre», ha precisato Gobbi.
Gobbi ai giovani: «è una "last call", "l'ultima chiamata"»
Il Consiglio di Stato, ha fatto sapere ancora il suo presidente, ha inoltre deciso di innalzare il livello di guardia al colore rosso e di lanciare un appello a tutta la società: «insieme facciamo la differenza». Ora più che mai è necessario che ognuno faccia la differenza per rallentare la trasmissione del virus.
«Limitiamo i contatti personali e rispettiamo scrupolosamente le regole, ha proseguito Gobbi: distanziamento sociale, igiene delle mani e uso della mascherina. Solo in questo modo potremo rallentare la diffusione del virus».
«Per parlare ai giovani, ha detto in tono molto serio Gobbi, questa è una «last call». Per chi non mastica l’inglese: questa è l’ultima chiamata, i comportamenti devono cambiare, adesso, sul serio. Altrimenti siamo pronti a prendere misure anche più severe. Dobbiamo riuscire insieme a contenere i contagi.».
Gobbi sul finire del suo intervento ha reso noto che l'Esecutivo ticinese ha scritto a Berna chiedendo di decretare la situazione straordinaria per gestire al meglio la situazione.
Anche pazienti giovani in cure intense
Dopo Gobbi ha preso la parola il direttore del dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Raffaele De Rosa, che ha spiegato il nuovo dispositivo ospedaliero che vigerà in Ticino, ricordando che «Dobbiamo evitare il collasso delle strutture sanitarie. Sono quasi sature. Ma non parliamo di settimane. Parliamo di giorni. Dobbiamo agire ora.»
Il direttore del DSS ha detto che l’adeguamento del dispositivo per far fronte ai malati di coronavirus ha un forte impatto su ospedali e pazienti. «Non possiamo continuare a lungo chiedendo il potenziamento, senza chiedere alla società intera che faccia la sua parte. Ci appelliamo alla responsabilità dei singoli».
«Se il virus continuerà così la sua corsa, saremo costretti a intervenire più drasticamente. Circa il 25% dei pazienti ricoverati nei nostri ospedali ha meno di 60 anni e circa la metà dei pazienti ha meno di 70 anni. In cure intense anche un giovane di 33 anni. Abbiamo pazienti anche di 37 anni. Nessuno si può considerare immune».
Il dispositivo ospedaliero sarà rafforzato
Vista la situazione difficile «il Governo ticinese ha dato il via libera a un ulteriore potenziamento del dispositivo ospedaliero. In questa nuova fase sono previsti fino a 82 letti in cure intense e 340 nel settore acuto, ripartiti fra l’ospedale La Carità di Locarno, la clinica luganese di Moncucco e il Cardiocentro», ha spiegato De Rosa.
Sono previsti inoltre altri 150 posti per il trattamento di pazienti stabili, che cioè non hanno bisogno delle cure intense, ripartiti tra l'ospedale Faido, l'ospedale Italiano e l'ospedale Malcantonese di Castelrotto. Si potenziano anche i posti di riabilitazione con 28 posti in più ripartiti tra la Clinica di riabilitazione di Novaggio e la Clinica Hildebrand.
De Rosa ha poi aggiunto che «qualora fosse necessario, per ulteriori ampliamenti del dispositivo Covid il Consiglio di Stato si riserva la possibilità di imporre il blocco degli esami e dei trattamenti procrastinabili senza pregiudizio per il paziente, e questo per reindirizzare le risorse di cura nella presa a carico di malati Covid».
De Rosa: «Insieme facciamo la differenza»
Dopo aver snocciolato la situazione nel dettaglio per quel che riguarda il nuovo assetto ospedaliero, De Rosa ha ribadito l'importanza delle misure di distanziamento sociale e d'igiene. «Abbiamo innalzato il livello d'allerta al massimo, al colore rosso. Speriamo che i nostri inviti alla prudenza siano recepiti da tutti i cittadini, di tutte le fasce d'età».
«La situazione nella quale viviamo è molto difficile. Già da diversi giorni negli ospedali registriamo in media, tra entrare e uscite, 20 nuovi pazienti al giorno. Nei prossimi giorni prevediamo anche dei numeri più importanti. Questo nel tempo non sarà sostenibile se non verranno comprese queste misure e se non riusciremo tutti insieme ad abbassare la curva dei contagi», ha esortato De Rosa.
Case per anziani: 170 positivi
«Dobbiamo aiutare tutti gli operatori sanitari che stanno facendo uno sforzo enorme. Ho avuto l'occasione di visitare le due strutture Covid, l'Ospedale La Carità di Locarno e la clinica luganese di Moncucco. Ho visto negli occhi delle infermiere e degli infermieri, come pure dei medici e di tutto il personale una certa stanchezza, perché non è ancora stato metabolizzato quel periodo molto severo vissuto in primavera. Ho visto anche molta preoccupazione perché stanno vedendo l'impatto che questo virus ha su tutte le fasce della popolazione, non solo sulle persone anziane».
Il capo del DSS ha poi specificato, a proposito degli anziani che nelle case di riposo ticinesi sono stati censiti 170 casi. De Rosa ha sottolineato che queste strutture sociosanitarie sono libere di comunicare direttamente e pubblicamente i contagi interni. «Come prima poi hanno la possibilità di inasprire le misure di sicurezza autonomamente, come per esempio, sospendendo le visite ai residenti».
Vitta: «Continuiamo ad aiutare l'economia»
È stato poi il turno di Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, che ha affermato che «il Governo continuerà a sostenere l’economia del cantone. Ricordo che continuano ad essere in vigore le misure del lavoro ridotto e dell’IPG corona. Quest’ultima misura è stata prorogata fino a giugno 2021.».
Per continuare ad aiutare l'economia il cantone sta inoltre partecipando attivamente alla consultazione della Confederazione riguardante un nuovo strumento di sostegno finanziario da attuare fra cantone e Confederazione legato ai casi di rigore. Questo strumento andrà ad aggiungersi ai crediti COVID-19 e agli interventi già messi in atto.
«In Ticino, ha continuato Vitta, attraverso lo strumento del lavoro ridotto sono già stati erogati oltre 610 milioni di franchi, via quello dell’indennità di perdita di guadagno circa 150 milioni di franchi, ai quali si aggiungono circa 1,3 miliardi di franchi di crediti COVID-19 e misure specifiche cantonali per circa 120 milioni di franchi sotto forma di sostegni puntuali o rinunce di incasso».
Vitta ha poi concluso il suo intervento con la frase con la quale era abituato a finire ogni suo discorso in primavera, durante la prima ondata della pandemia quando era presidente del Governo: «Ne sono ancora convinto. Care ticinesi, cari ticinesi, uniti ce la faremo».
Le nuove misure riassunte
In Ticino intanto le nuove infezioni in 24 ore sono 186, per un totale di 10'238. Si deplorano sei decessi supplementari, per un totale di 397 morti. Ieri i nuovi decessi erano stati tre e l'altro ieri sette.