Pandemia Covid: entro fine gennaio tre centri per vaccinarsi in Ticino

Paolo Beretta

30.12.2020

Da sinistra, Giovan Maria Zanini, Farmacista cantonale e Giorgio Merlani, Medico Cantonale, durante la conferenza stampa che ha trattato fra gli altri temi quello del vaccino.
Da sinistra, Giovan Maria Zanini, Farmacista cantonale e Giorgio Merlani, Medico Cantonale, durante la conferenza stampa che ha trattato fra gli altri temi quello del vaccino.
© Ti-Press / Samuel Golay

È stata presentata la strategia vaccinale anti-Covid per le case anziani che parte il 4 di gennaio. Zanini: «Entro metà gennaio tutti vaccinati». Creati tre centri per gli over 85, che potranno ricevere le prime dosi il 12 gennaio. Merlani: «Effetti collaterali rari. Vaccino efficace al 95%. L'influenza stagionale non circola. Primo caso sospetto di variante inglese anche da noi. Le verifiche sono in corso».

Raffaele De Rosa, aprendo la conferenza stampa a Bellinzona, ha ricordato che la campagna vaccinale parte in Ticino il 4 gennaio come prevede il piano nazionale della Confederazione, spiegando che non si è voluto fare una campagna mediatica iniziando prima, come invece hanno scelto di fare altri cantoni.

«Iniziando due settimane dopo l’omologazione del primo vaccino della Pfizer-BionNtech abbiamo voluto dare la possibilità a tutte le fasce a rischio, le prime che saranno vaccinate, di informarsi adeguatamente. Inizieremo quindi dalle case per anziani», ha detto il capo del Dipartimento Sanità e Socialità (DSS).

«Entro la fine di febbraio immaginiamo, con la somministrazione della seconda dose, che la situazione, tutt’ora molto difficile nelle case per anziani, che hanno pagato e pagano il tributo più alto, si possa migliorare, tornando di conseguenza a una certa normalità, avendo una maggioranza di residenti vaccinati».

Il 12 gennaio apre il primo centro di vaccinazioni

«Credo sia una delle più belle notizie con cui iniziare l’anno nuovo - ha proseguito De Rosa -. Il fatto che il 90% dei residenti abbia aderito a questa campagna vaccinale credo sia un ottimo messaggio anche per il resto della popolazione. Ricordo che il vaccino è gratuito e, benché non obbligatorio, è fortemente raccomandato. Rappresenta una svolta decisiva per uscire da questa pandemia».

«La seconda buona notizia è che grazie alla nostra impostazione possiamo oggi annunciare la disponibilità del vaccino per la popolazione al di sopra di 85 anni residente al proprio domicilio. A partire da martedì 12 gennaio sarà attivo il primo centro di vaccinazione a Rivera presso il centro della Protezione civile per chi ha più di 85 anni e che è ancora in grado di spostarsi».

«Dovranno prendere appuntamento chiamando un numero verde apposito per le vaccinazioni, attivato dal 4 gennaio. Saranno disponibili 2'500 posti, che saranno gradualmente aumentati in funzione delle forniture. Entro fine gennaio ci saranno altri due centri, uno nel Sopraceneri e l'altro nel Sottoceneri, per ulteriori 6'800 vaccinazioni», ha proseguito De Rosa.

De Rosa: «La maratona continua»

I comuni svolgeranno un ruolo importante perché i cittadini con più di 85 anni che, per diversi motivi, non possono spostarsi potranno rivolgersi proprio a loro per ottenere maggiori informazioni. Riceveranno quindi anche una lettera da parte del medico cantonale.

«La metafora che usiamo da un anno è sempre di attualità: «La maratona continua e anche in questa fase occorre procedere un passo alla volta con pazienza e perseveranza», ha proseguito De Rosa, perché infatti la campagna di vaccinazione durerà diversi mesi e coinvolgerà la popolazione un passo alla volta. Nel frattempo le misure di igiene e di distanziamento sociale dovranno continuare a essere rispettate. Rimangono fondamentali per ridurre i contagi.

«Quest’impegno individuale e collettivo rimane decisivo alla luce dei recenti numeri giornalieri di contagi e ospedalizzazioni che non diminuiscono come vorremmo e che tengono sotto forte pressione il nostro sistema sanitario», ha continuato il capo del DSS.

Gli operatori sanitari dei due ospedali Covid del Cantone, La Carità di Locarno e la Clinica Moncucco di Lugano, riceveranno in priorità il vaccino ancora nel mese di gennaio.

De Rosa: «Il 2021, l'anno delle opportunità»

«Possiamo iniziare il nuovo anno non solo con la speranza, ma con la fiducia che porterà con sé nuove opportunità come la vaccinazione, per consegnare definitivamente ai libri di storia questo difficile e intenso 2020. Le nostre priorità saranno la salute della popolazione, il superamento della crisi sanitaria e l’attenuazione delle conseguenze socio-economiche della pandemia», ha annunciato De Rosa.

«A nome del Consiglio di Stato tutto esprimo un pensiero di sincera vicinanza e affetto a chi è stato toccato duramente dalla malattia. Auguro a tutti di poter affrontare il 2021 con maggior ottimismo, tanta fiducia, serenità e solidarietà», ha poi concluso il responsabile del DSS.

La parola poi è passata al farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, che ha sottolineato come per il mese di gennaio ci sono 17'000 dosi per il Ticino del vaccino omologato della Pfizer-BioNTech, senza dimenticare che ci sono altri vaccini in fase di omologazione.

Zanini: «Più vaccini subito, ecco come mai»

«Fin dall'annuncio della Confederazione, che ci ha chiesto di essere pronti per il 4 di gennaio, sapevamo di avere a disposizione complessivamente 10'000 dosi, la metà subito all'inizio della campagna vaccinale, l'altra metà nella seconda metà di gennaio, verso la fine del mese», ha spiegato Zanini.

«In quel momento, a inizio dicembre, la raccomandazione della Confederazione era di usare una dose per vaccinare la persona e di mettere da parte la seconda dose per poter poi rivaccinare la medesima persona alla distanza di quattro settimane».

«Sulle 10'000 dosi sulle quali potevamo contare il 17 di dicembre sarebbero servite a 5'000 persone e questo poteva coprire a malapena il fabbisogno degli ospiti delle case per anziani. Il 19 dicembre c'è stata l'omologazione del vaccino da parte di Swissmedic e grazie alla sua decisione si è capito che non era imperativo rispettare il termine di quattro settimane per somministrare la seconda dose, ma che si poteva allungare di un paio di settimane questo tempo. A quel punto abbiamo deciso di usare tutte le 10'000 dosi per 10'000 persone diverse», ha specificato il farmacista cantonale.

Zanini: «Entro il 24 gennaio 6'000 dosi non previste in più»

«Il 22 dicembre abbiamo avuto notizia che la seconda fornitura prevista per la fine di gennaio eraa stata anticipata entro l'11 gennaio. Ciò significa che oggi abbiamo concretamente a disposizione 4'875 dosi. Entro l'11 gennaio ne avremo altre 5'850. È arrivata un'altra buon notizia: il 24 di gennaio ulteriori 6'825 dosi che non erano previste inizialmente».

Il Ticino ha ricevuto un quantitativo di dosi supplementare perché, su ordine della Confederazione, è stato deciso di dare priorità ai cantoni con una popolazione più anziana, e al Sud delle Alpi effettivamente la percentuale di anziani è più elevata che nel resto della Svizzera.

«Come sapete per le case anziani ci vorranno 7'500 dosi. Questo ci ha permesso di calcolare per l'11 di gennaio un "residuo" di 2'500 dosi che possiamo immediatamente assegnare alle persone sopra agli 85 anni che risiedono al loro domicilio. Anche le dosi che arriveranno a fine gennaio le assegneremo alla stessa categoria di persone», ha detto Zanini.

Obiettivo? Vaccini entro metà gennaio in tutte le case anziani

«Come detto ci sono altri vaccini in fase di omologazione. Quello di Moderna sembra maturare velocemente. Potrebbe arrivare nelle prossime due o tre settimane. Se così dovesse essere entro la fine di gennaio avremo altre 12'000 dosi, che potremo destinare ancora alla popolazione dei nostri anziani. A seconda dei quantitativi che si saranno forniti potremo abbassare di conseguenza l'età da 85 a 80 anni o addirittura ai 75».

«Da lunedì 4 gennaio si vaccina nelle case anziani. Le prime dosi saranno distribuite il 4, il 5 e il 7 di gennaio. Ne beneficieranno 40 strutture in tutto il Ticino: da Prato Leventina a Morbio Inferiore, da Acquarossa a Russo in Valle Onsernone. Resteranno altre 32 strutture a cui daremo la prima parte di vaccino che arriverà entro l'11 di gennaio».

«L'obiettivo è di essere passati in tutte le case a fare la prima vaccinazione entro la metà del mese di gennaio».

«Domani il vaccino sarà in Ticino»

«La prima fornitura di vaccino arriverà in Ticino domani. Come sapete una volta tolto dalla refrigerazione si hanno cinque giorni per somministrarlo. Grazie alla nostra organizzazione logistica sul territorio siamo riusciti a guadagnare un giorno poiché riusciremo a tenere i vaccini a -72 gradi una volta che arriveranno sul nostro territorio».

«La distribuzione è stata affidata a una ditta specializzata, la ditta Galliker, che si occuperà di portarla nei vari posti, perché è un'azienda autorizzata da Swissmedic a trasportare e gestire medicamenti, in particolare quelli che devono rispettare la catena del freddo».

«Le ultime informazioni solo prima di Natale»

«La gestione e la somministrazione del vaccino avverrà in ogni singola casa per anziani da parte del personale sanitario sotto la responsabilità del direttore sanitario della stessa. Queste persone hanno ricevuto tutto il materiale necessario alla preparazione della somministrazione in sicurezza e garantiamo loro assistenza. Questo riguarda il materiale che serve per preparare il vaccino e per iniettarlo, come aghi, siringhe, diluente, così come tutta la documentazione della procedura di preparazione del vaccino, così come le check-lists per controllare il procedimento».

«Non era possibile preparare prima questa documentazione informativa perché è solo l'omologazione che fissa tutti questi parametri indispensabili per informare i pazienti. Abbiamo ricevuto dalla Confederazione questi documenti in italiano poco prima di Natale. Li abbiamo girati alle strutture subito. Nei giorni di Natale quindi i residenti sono stati informati ed è stato raccolto il loro consenso», ha specificato Zanini.

«Devo dire che se l'adesione da parte dei residenti che è del 90% non ci ha sorpreso, siamo invece piacevolmente stupiti dal 56% di adesione tra il personale. Ci aspettavamo una cifra inferiore. Questo fa capire che è una cosa importante».

Da fine gennaio vaccinazioni possibili sul territorio

«In Ticino ci sono circa 11'000 persone con più di 85 anni che vivono ancora nel loro domicilio. Come detto avremo a disposizione 2'500 dosi dall'11 gennaio. È brutto da dire, ma i primi che si annunciano saranno i primi riceverlo dal 12 gennaio. Il numero verde a cui prenotarsi sarà reso noto tra qualche giorno e sarà attivo dal 4 di gennaio».

«Per chi non riuscirà a prenotarsi o per chi non potrà spostarsi chiedo un po' di pazienza e dovrà aspettare fino al 24 di gennaio. Ci saranno allora due modi per farsi vaccinare: nei tre centri di vaccinazione che avremo nel frattempo aperto, oppure - in collaborazione con i comuni - abbiamo previsto delle vaccinazioni sul territorio, in luoghi più decentralizzati, il più vicino agli anziani», ha specificato Zanini, specificando che questo è il piano previsto senza l'arrivo del vaccino di Moderna. 

Merlani: «Nessun caso d'influenza stagionale»

La parola è poi passata al medico cantonale Giorgio Merlani che, dopo aver presentato i dati odierni (310 i nuovi casi, nove decessi nelle ultime 24 ore e 372 persone ospedalizzate), ha detto che «sotto Natale abbiamo visto un’importante oscillazione delle cifre, trarre conclusioni ora sarebbe affrettato».

«In questo periodo abitualmente dobbiamo occuparci anche della normale influenza, solo che non sta circolando in Svizzera. Il sistema sentinella elvetico ha rilevato che su oltre 500 test effettuati, sono attualmente zero i positivi al virus influenzale».

Il dato è confermato «dall’Ente ospedaliero cantonale. Quando un paziente si presenta con i sintomi, viene testato sia per il coronavirus sia per l’influenza stagionale, e sui 650 test effettuati - mi hanno aggiornato ieri - sono zero i casi positivi. Quindi, come avevamo un po’ immaginato, le misure di distanza sociale, l’igiene, le mascherine, la vaccinazione che è stata effettuata su più larga scala, hanno sicuramente contribuito a contenere almeno questo virus dell’influenza».

Effetti collaterali molto rari

«L’efficacia del vaccino è altrettanto buona su giovani e anziani - ha proseguito il medico cantonale -. Sappiamo che il vaccino è ben sopportato. Nel mondo ne sono già state somministrate oltre tre milioni di dosi. Gli effetti collaterali sono rari e per lo più benigni, sostanzialmente nell'80% dei casi dolore a livello locale, rossore e gonfiore, e poi effetti sistemici generalmente lievi (come febbre, cefalea, dolori muscolari), comunque con un’incidenza inferiore rispetto a quella del coronavirus. Gli effetti collaterali, negli anziani, sono inoltre generalmente inferiori».

«Le prove mostrano che su 20'000 persone che fanno il virus tra il 5 e il 10% finiscono in ospedale e l'1% ne muore. Su 20'000 persone vaccinate non ne muore nessuna e al massimo 2 o 3 finiscono in osservazione all'ospedale».

«Controindicazione assoluta è solo l’allergia manifestata alle sostanze contenute nel vaccino, in particolare all’etilglicolo. Chi è allergico a una di queste sostanze non può essere vaccinato. Non ci sono ancora dati sulle donne in gravidanza e sui bambini. Le persone immunosoppresse dovranno valutare con il proprio medico caso per caso», ha precisato Merlani.

Anche chi ha già fatto la malattia è tenuto a vaccinarsi: «Anche se qualcuno non sa di aver fatto il virus, non c'è nessuna controindicazione».

Il vaccino non modifica il DNA

«Gli studi dimostrano che il 95% delle persone vaccinate non ha un decorso grave, quindi il vaccino protegge bene nel 95% dei casi, però non sappiamo ancora se la persona vaccinata può essere o meno contagiosa».

Anche le persone vaccinate, quindi, dovranno continuare a osservare le misure di contenimento pandemico, come ad esempio, l’uso della mascherina, il distanziamento sociale, il frequente lavaggio delle mani con sapone. Merlani ha poi smentito categoricamente che il vaccino possa modificare il DNA.

Merlani ha poi informato che «abbiamo un caso sospetto della variante inglese del Covid-19 in Ticino. Ricordo che questa variante, come quella sudafricana, è più contagiosa. Ciò significa che si trasmette più facilmente. Il virus per riconoscere una cellula umana ha una sorta di ricettore che funziona come una chiave in una serratura, si attacca a una cellula, la penetra e si replica al suo interno. Queste mutazioni fanno sì che questo ricettore sia più affine, scivoli meglio dentro la toppa e fa in modo che sia più facile, con una carica minore, contagiare le persone».

«Ribadisco che quella della maggiore contagiosità è ancora solo una riflessione scientifica. Non c'è nessuna prova scientifica, per ora. Finora nessuna maggior virulenza è stata riscontrata. Per ora, si ritiene che il vaccino della Pfizer sia efficace anche contro questa variante. Non si hanno prove del contrario. Lo sapremo molto presto perché in Inghilterra sono state somministrate quasi un milione di dosi. E siccome la nuova variante circola proprio lì, lo sapremo presto», ha concluso Giorgio Merlani.

Maggiori informazioni: www.ti.ch/vaccinazione

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