TicinoCovid: al via la vaccinazione di prossimità, ma non ancora per tutti
pab
19.1.2021
Il Ticino è stato diviso in 32 comprensori per la vaccinazione di prossimità. Ma non ce n'è per tutti, avverte Zanini: «Agli over 75 chiediamo pazienza». E aggiunge: «Faremo luce sulle somministrazioni improprie». Denti: «Una nuova sfida per i medici». I problemi di Pfizer modificano un po' le tempistiche.
Il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini ha iniziato la conferenza stampa scusandosi brevemente per il quarto d’ora di ritardo con cui è iniziato l’incontro con i media. Ha poi passato in rassegna le prime tappe già effettuate nella campagna vaccinale, dalla partenza il 4 gennaio nelle case di riposo fino all’apertura dei tre centri sul territorio.
«La campagna che parte oggi ha l’obiettivo di consentire la vaccinazione a tutti coloro che non sono stati in grado di recarsi a Rivera, Tesserete e Ascona», ha detto Zanini.
Per essere il più possibile efficaci, il cantone è stato diviso in regioni e in gruppi in base agli annunci raccolti dai comuni. A queste regioni sono stati assegnati dei medici.
«In questo compito è stata fondamentale la collaborazione dei comuni e dei medici di famiglia, così come quella della sezione della protezione civile e dei militari», ha specificato Zanini.
Adesione al vaccino sopra il 50%
«Anche i farmacisti entrano in scena per la prima volta, ma non ancora come somministratori di vaccino bensì come prestatori di servizi logistici per fare arrivare le dosi dalla centrale fino agli studi medici».
Le persone che si sono annunciate ai comuni sono quasi 5'000, le riservazioni nei centri sono state 7'500, per un totale di 12'500 anziani dagli 80 anni in su. In Ticino in questa fascia di età risultano circa 24'000 persone. L’adesione al vaccino dunque supera il 50%.
«Lasciamo libertà ai singoli comuni e ai medici di trovare la soluzione più confacente a livello locale per la popolazione e in relazione all’obiettivo di vaccinare in fretta. La nostra limitazione in questa prima fase è stata la disponibilità del vaccino», ha proseguito Zanini.
Gli over 75enni devono ancora avere pazienza
«Oggi son partite le prime 1'100 dosi che sono arrivate in 25 comuni. Domani gli altri 86 comuni del cantone saranno coinvolti ricevendone a loro volta, per un totale di 3'600 dosi. Ci sono poi altre richieste di potenziamento che saranno soddisfatte nei prossimi giorni».
«Le persone a cui vengono somministrati i vaccini hanno dagli 80 anni in su. Gli anziani dai 75 anni o più dovranno purtroppo pazientare perché la disponibilità dei vaccini continua ad essere limitata», ha fatto sapere Zanini.
«Non sarà una vaccinazione in casa»
«La vaccinazione di prossimità è possibile perché pochi giorni fa è giunto sul mercato svizzero il vaccino di Moderna, ha continuato Zanini. Con il primo vaccino, quello di Pfizer che abbiamo somministrato dal 4 gennaio, andare in modo più capillare sul territorio era escluso. Siamo stati costretti, come si è visto, a chiedere agli anziani di venire nei centri del cantone».
«Il vaccino di Moderna, che è più facile da gestire, si presta a un uso più vicino a casa. Non si tratta però di una vaccinazione a domicilio. Per fare questo passo dobbiamo aspettare un altro prodotto», ha precisato il Farmacista cantonale.
«Per le persone che hanno più di 80 anni adesso non è più possibile prenotarsi tramite il numero gratuito, ma devono annunciarsi ai comuni. Anche se tutte le dosi sono state già prenotate, devono chiamare lo stesso perché, si spera entro fine mese, arriverà la prossima fornitura di vaccini che permetterà di vaccinare chi prende un appuntamento da oggi in poi.»
111 comuni in 32 comprensori
«Ai comuni si chiederà di pianificare gli appuntamenti», ha dichiarato martedì il capo della sezione degli enti locali Marzio Della Santa. Si chiede loro, inoltre, di mettere a disposizione dei medici spazi adibiti alle vaccinazioni di prossimità.
Il cantone è suddiviso in 32 comprensori con 111 comuni e per ogni comprensorio è stato designato un comune che dovrà coordinare le operazioni per trovare gli spazi e pianificare la campagna di vaccinazione. «L'obiettivo è quello di vaccinare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile».
Il comune responsabile dovrà quindi contattare le altre amministrazioni e mettersi d'accordo anche in merito alle strutture più adatte ad accogliere chi dovrà essere vaccinato, come ad esempio «palestre o sale multi uso che siano facilmente raggiungibili», ha spiegato Della Santa.
Saranno poi i medici a decidere dove effettuare le vaccinazioni. È possibile che si decida anche di usare uno studio medico, ha dichiarato ancora Della Santa che ha terminato ringraziato tutti gli enti locali per l'aiuto che stanno dando in questo momento.
«209 medici a disposizione»
Il presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti, dal canto suo, ha esordito ricordando che si sta vivendo un momento storico: «Credo che nessuno di noi avrebbe mai pensato di dover organizzare una vaccinazione di massa durante un'emergenza sanitaria».
«Sono molto fiero del nostro cantone: come avete visto dalle cifre siamo riusciti in breve tempo a vaccinare all'interno delle case per anziani», ha continuato Denti.
«Quando, con largo anticipo, il Farmacista cantonale ci ha avvertito che stava arrivando sul mercato il vaccino di Moderna e ci ha chiesto la nostra disponibilità, nel giro di 24 ore abbiamo registrato 96 medici disponibili. Oggi sono 209 i medici messisi a disposizione per occuparsi delle vaccinazioni. Per i motivi illustrati in precedenza, ancora non possiamo coinvolgerli tutti.»
«Vaccinare pazienti che non si conoscono è una sfida in più»
«La vaccinazione non autorizza le persone a dimenticare le misure di sicurezza apprese dall’inizio della pandemia. L’obiettivo è quello di dare una prima protezione», ha ricordato Denti.
«La sfida sarà che adesso i medici dovranno vaccinare anche persone che non conoscono direttamente perché non sono dei loro pazienti abitudinali. Ciò comporta che il dottore dovrà parlare col paziente, fare un’anamnesi e sapere che medicamenti prende per stabilire se può essere vaccinato o meno. Questo allunga un po’ la tempistica, senza contare l’aspetto amministrativo. Quindi, come si può ben capire, siamo ben lontani da una somministrazione vaccinale in stile militare 'uno dietro l’altro'».
«Questa è una difficoltà maggiore. Anche per questo abbiamo deciso di dare la possibilità ad alcuni medici di collaborare all'interno di questi 'mini centri' di vaccinazione. Questo permette di ottimizzare anche altri aspetti come l’amministrazione».
Obiettivo: «Vacinaa à manéta»
«La vaccinazione di massa avrà poi anche un altro risultato: riduciamo la quantità di virus circolante e limiteremo così le possibilità che esso muti, e che nascano altre varianti. Se queste misure vengono prese in maniera coordinata ed efficiente avremo anche una maggiore efficacia da parte del vaccino. L’obiettivo è quindi, come si direbbe in dialetto: 'vacinaa à manéta', il più presto possibile, tenuto conto delle contingenze della disponibilità dei vaccini e delle disponibilità logistiche.
«Sono molto fiero di essere presidente dell’Ordine dei medici del canton Ticino perché la dedizione verso l’interesse della sanità pubblica è significativa».
I problemi della Pfizer e le 14'000 dosi a fine gennaio
A fine mese, o al più tardi all'inizio di febbraio, «arriveranno in Ticino circa 14’200 dosi del vaccino di Moderna», ha detto Zanini rispondendo alla domanda di un giornalista, ricordando che la conservazione e gestione è più facile di quella del vaccino di Pfeizer, che necessita di una temperatura di -70 gradi. «Non abbiamo ora nessun segnale che questo dato non sarà confermato».
«Avete sentito dei problemi annunciati da Pfizer, che hanno avuto come conseguenza concreta per il canton Ticino che la fornitura arrivata oggi è stata dimezzata, poiché il contingente è stato dimezzato per tutti i cantoni. Questo non avrà un impatto concreto sul piano organizzativo perché abbiamo trovato dei sistemi per minimizzare gli effetti di questa carenza, che speriamo possa essere soddisfatta nei prossimi giorni o settimane.»
«A livello europeo tutti stanno somministrando gli stessi vaccini. Se dovesse arrivare anche il terzo prodotto, ci semplificherebbe la situazione. Il fatto di essere tutti dipendenti da due aziende comporta il rischio di dover fare delle correzioni in corso d'opera».
In Ticino, ha poi fatto sapere Zanini, fino ad oggi sono state somministrate 9’530 dosi di vaccino e altre 1’170 sono state prenotate nei tre centri di Rivera, Ascona e Tesserete, per un totale di 10'700 dosi su un totale di 10'725. Le dosi ancora a disposizione sono quindi 25.
Dosi usate «impropriamente», Zanini risponde
Parlando dell’uso improprio di alcune dosi di vaccino da parte di almeno quattro case per anziani che hanno somministrato il preparato a chi non ne aveva ancora diritto, poiché non appartenente a una fascia a rischio stabilita dal protocollo, come alcuni membri dei consigli di fondazione, Zanini ha assicurato che sarà fatta luce nella maniera più chiara possibile: «Stiamo facendo tutto il possibile per raccogliere i dati per sapere a chi queste dosi sono state assegnate.
«Se bisognerà prendere delle misure lo vedremo quando avremo tutti gli elementi. Ci sono diversi casi, alcuni numericamente circoscritti rispetto al quantitativo di dosi che son state comandate. Non c’è la volontà di insabbiare. Stiamo valutando. Ma dobbiamo andare avanti e mantenere il senso delle proporzioni, andando oltre questi episodi incresciosi perché abbiamo problemi enormi da affrontare i questi giorni».
Dal canto suo Denti ha ribadito che c’è l’intera tracciabilità di chi è vaccinato. Ad ogni dose è collegabile una persona con tutti i suoi dati. «È un controllo che avremmo preferito non fare ma che adesso stiamo facendo», ha aggiunto Zanini.
Il «razionamento» durerà fino ad aprile
I problemi di Pfizer, notizia di ieri sera, non avranno nessun impatto sulla seconda dose da somministrare a chi si è già vaccinato: «abbiamo ricevuto le dosi necessarie» ha assicurato Zanini.
Il farmacista cantonale ha terminato ricordando che la strategia di vaccinazione è stata decisa dalla Confederazione: «La prima priorità è stata data agli anziani dai 75 anni in su, il primo gruppo da trattare a causa dell'elevata mortalità. Noi per ragioni di natura pratica, cioè per non creare competizione fra gli anziani in questa fascia, abbiamo suddiviso questo gruppo in tre sottogruppi: over 85, poi 84-80 e poi over 75».
«Finché non avremo vaccinato questo gruppo, non possiamo, anche se ci dispiace, procedere con altri gruppi, come per esempio le categorie dei servizi quali poliziotti o i pompieri. Dal punto di vista umano non è facile. Per noi che non abbiamo fatto la guerra è la prima volta che ci confrontiamo con il razionamento di un bene fondamentale, di cui tutti hanno bisogno, ma che ancora non può essere dato a tutti».
«Sappiamo che questo razionamento durerà ancora fino al mese di aprile. Spero però che i malati cronici che più ne hanno bisogno possano ricevere il vaccino già nel mese di febbraio», ha concluso Zanini.
In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 2'260 nuovi casi di coronavirus, secondo le cifre pubblicate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). 75 nuovi decessi sono stati segnalati, mentre 129 persone sono state ricoverate in ospedale.
Nei Grigioni, la pagina web dedicata all'evoluzione del coronavirus parla di 61 infezioni in 24 ore (9'335 totali). Non si registrano ulteriori decessi: il bilancio, da febbraio, rimane invariato a 159.