Il cantone s'è espresso sull'arresto per atti sessuali con fanciulli dell'ex direttore di una scuola media del Luganese. Bertoli: «Accettiamo le sue dimissioni. Non sappiamo dove si sono fermate le segnalazioni». Zaninelli ammette due errori, tra cui l'affidare alcune comunicazioni a WhatsApp.
Il capo del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) Manuele Bertoli, assieme a Tiziana Zaninelli, capo della Sezione dell’insegnamento medio hanno chiarito alcuni elementi della vicenda del docente di scuola media del Luganese arrestato con l'accusa di atti sessuali con fanciulli.
Il 39enne, giova ricordarlo, ha confessato di aver avuto una relazione con un'allieva, che sarebbe durata un paio di mesi, da giugno a luglio , poco dopo la nomina di lui come direttore dell'istituto.
Durante la relazione sono stati consumati rapporti sessuali completi che, pur essendo stati consenzienti, sono vietati dalla legge, in quanto avvenuti con una ragazza sotto ai sedici anni e senza che tra la coppia ci fosse una differenza di età inferiore ai tre anni.
«Il Governo accetta le dimissioni del docente»
La conferenza stampa è stata aperta da Maneule Bertoli: «Il Consiglio di Stato ha accettato oggi le dimissioni del docente coinvolto».
Bertoli ha poi spiegato: «Come succede correntemente abbiamo chiesto l’accesso agli atti al procuratore pubblico. Abbiamo potuto così visionare il contenuto degli interrogatori dai quali è uscito in maniera chiara che c’erano tutti gli elementi per una rottura immediata del contratto di lavoro».
«Ma come la procedura prevede, ha proseguito il capo del DECS, è stata data alla persona interessata la possibilità di prendere posizione. Il termine è scaduto mercoledì. L’interessato ha proposto di chiudere il contratto con effetto alla data dell’arresto (il 7 settembre ndr.). Il Governo ha accettato».
«Chiariamo la procedura di nomina»
Bertoli è passato alla spiegazioni sull'assunzione del docente. «Ci sono diversi atti parlamentari a cui daremo risposta in parlamento quando ci sarà il dibattito sulla vicenda ma è importante chiarire come funzionano le cose. Si è parlato nei media di trasferimento del docente da una sede all'altra. Il che ha portato a illazioni. Facciamo chiarezza».
«Il docente è entrato nella scuola nel 2009 con quello che si chiama un ‹incarico limitato›. È il termine che si usa per le persone che non hanno ancora l'abilitazione all'insegnamento ma che prendono delle ore. Insegnava una materia specifica, il latino».
Per questa materia, ha spiegato Bertoli, non è possibile organizzare l'abilitazione frequentemente poiché ci sono pochi docenti di latino. «Ha concluso la sua abilitazione nell'anno scolastico 2017-2018. Fino a quel momento non ha mai avuto una nomina, proprio perché non abilitato. E non ha nemmeno mai avuto un incarico ordinario. La nomina interviene solo dopo qualche anno dall'abilitazione.»
«Nessun trasferimento»
Le ore di insegnamento vengono date prima alle persone nominate, poi ai nominandi e, infine, per le poche ore che rimangono scoperte, a chi ha un incarico limitato. Ecco perché è frequente che queste persone si spostino da una scuola all'altra, ha aggiunto il capo del DECS: «Si cerca di dare delle ore in sedi vicine, come è capitato in questo caso. È un fenomeno che si ripete di frequente, specie per questo tipo di materie».
«Non vi è stato quindi nessun trasferimento, né per dei ragionamenti legati alla sfera sessuale né per dei comportamenti inappropriati» ha detto in modo chiaro Bertoli. «Questi spostamenti sono dei fenomeni prettamente organizzativi».
Come funzionano le segnalazioni?
Bertoli ha poi spiegato come funzionano le segnalazioni in ambito scolastico: «Come normale che sia abbiamo un sistema di controllo, essenzialmente basato sulla fiducia, nel senso che la qualità delle relazioni che intercorrono tra le persone, i direttori, gli insegnanti, gli allievi e le famiglie intessono una rete che se funziona bene ha degli effetti positivi».
«La fiducia quindi non è un problema ma è parte della soluzione perché è proprio questa rete di connessioni che permette di cogliere i segnali che arrivano» ha spiegato Bertoli prima di citare tre casi per illustrare il concetto.
L'esempio della strage evitata a Bellinzona
«Cito questi tre casi perché sono conosciuti ai media», ha detto Beroli: «Il caso più eclatante è stato quello alla Scuola di Commercio di qualche anno fa dove c'era l'ipotesi di un intervento sanguinoso, che non si è verificato proprio perché i segnali sono stati colti, dagli allievi e amici del giovane in primis. Con l'aiuto dei docenti e della scuola in poche ore si sono messe a conoscenza le forze dell'ordine di questa situazione».
Giova ricordare che Bertoli ha fatto riferimento al fatto che la polizia era riuscita a fermare un ragazzo che aveva pianificato una strage a scuola prima che entrasse in azione.
«Quando i segnali arrivano fino a noi, ha continuato Bertoli, vengono presi in considerazione, ma non tutti portano a delle decisioni, anche perché la situazione poi si rivela essere diversa da quanto apparso in un primo momento».
Il docente che ha deciso di andare in pensione
Il secondo episodio è quello di un docente «di una scuola qui vicino. Sembrava avesse un approccio particolare con alcune ragazze», le quali hanno avvertito la direzione, che lo ha poi segnalato al DECS.
«Dopo le verifiche fatte il docente ha deciso di andare in pensione. Ricordo però che metà della scuola lo difendeva e si era creato il tipico schieramento bipolare. Questo per dire che anche quando ci son dei segnali chiari non è sempre facile capire» ha aggiunto il capo del DECS.
Il terzo caso riguarda le scuole comunali: «Qualche tempo fa venne processato a Lugano un padre di famiglia di origine medio orientale per percosse ai danni dei suoi figli». E la segnalazione alle forze dell'ordine arrivò anche dal mondo della scuola.
«Nessuna segnalazione, non sappiamo dove si sono fermate»
«Se la rete non parla o si interrompe si pone un problema, come nel caso attuale. Purtroppo queste segnalazioni non sono ami arrivate fino a noi. Né al DECS, né alla Divisione della scuola e nemmeno alla Sezione dell’insegnamento medio».
«Abbiamo saputo, anche grazie all'incontro con i genitori dell'altra sera, che segnalazioni ci sono state ma sono state indirizzate alla direzione precedente della scuola. Ma non posso proseguire oltre perché è in corso un'inchiesta penale. L'inchiesta amministrativa è ferma in attesa dei risultati dell'inchiesta penale. Il Consiglio di Stato intende sapere quando potrà riprenderla per capire dove queste segnalazioni si sono fermate», ha proseguito Bertoli.
Si deve, secondo il capo del DECS, distinguere «le responsabilità penali e amministrative, perché c'è anche un codice deontologico da rispettare». Bertoli ha poi ricordato che è entrato in vigore il primo gennaio 2022 per ogni dipendente del cantone un codice deontologico.
Proprio per la natura stessa della relazione d'insegnamento tra allievi e docenti Bertoli ha ricordato che qualsiasi relazione sessuale con minorenni è proibita e considerata non appropriata tra maggiorenni.
«Siamo tutti addolorati per questa situazione, che ha toccato tutti. L'amaro in bocca c'è per tutti» ha terminato Bertoli.
In carica per soli sei giorni
La parola è passata a Tiziana Zaninelli, che ha spiegato nel dettaglio la procedura di assunzione dei docenti.
«I rapporti sull'operato del docente in questione sono sempre stati positivi», ha detto Zaninelli, che ha anche spiegato che il docente era l’unico candidato al posto di direttore e che «nessuno, in nessun modo, mi aveva segnalato alcunché di negativo sulla persona».
«Ricordo che il docente è rimasto direttore per soli sei giorni, dal primo al 7 di settembre».
Zaninelliha comunicato che la sede del Luganese da giovedì verrà condotta da una nuova co-direzione. «Affianco all’attuale vicedirettrice Federica Pedretti, che è pure psicologa e docente di sostegno, ci sarà il docente di educazione fisica e formatore del DFA Luca Zaninelli e altri due collaboratori di direzione».
Zaninelli ammette due errori
Il docente aveva intrapreso un percorso legato all’affettività e alla sessualità durante le lezioni di latino, lo stesso che «era stato proposto come tema per il lavoro di abilitazione e anche altri 5 docenti in formazione lo avevano scelto per i propri percorsi, tra cui anche un altro docente di latino».
«Quello che invece è chiaramente stato un errore della scuola è stato il non informare le famiglie anticipatamente, errore a cui abbiamo rimediato con una serata informativa con i genitori dedicata proprio al tema».
Il secondo errore, ha ammesso Zaninelli, è stato affidare le comunicazioni alla piattaforma WhatsApp: «Si potevano usare metodi già in uso alle medie, come le scatole delle domande anonime».
La caposezione dell’insegnamento medio ha comunque escluso «qualsiasi causalità tra quanto successo nel 2017 e i fatti recenti».
Quali le linee ordinarie di comunicazione?
Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola, ha dal canto suo iniziato esprimendo vicinanza alle persone coinvolte, in particolar modo agli allievi, per poi spiegare dei flussi d'informazione.
«Le linee ordinarie prevedono che se succede qualcosa gli allievi possono parlare con i docenti, che a loro volta possono riferire alla direzione. Da qui si passa poi al caposezione. Se uno scalino non funziona, se ne salta uno. E succede ogni giorno, ve lo dico onestamente».
Nell'era dei social poi «ci sono molti canali e funzionano, l'amministrazione non è, come invece ho letto sui giornali, arroccata su se stessa. Ci sono poi dei servizi particolari, già conosciuti, con degli specialisti, come ad esempio degli psicologi».