Ticino De Rosa: «Primi segnali di instabilità», Zanini: «Dose di richiamo per gli over 65»

sam

4.11.2021

Da sinistra il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, il direttore del DSS Raffaele De Rosa e il medico cantonale Giorgio Merlani
Da sinistra il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, il direttore del DSS Raffaele De Rosa e il medico cantonale Giorgio Merlani
archivio Ti-Press

È stata lanciata ufficialmente anche in Ticino l'offensiva di vaccinazione, con nuove possibilità per farsi immunizzare, ma anche di ricevere informazioni attraverso varie opportunità di consulenza personalizzata, e l'apertura alle dosi di richiamo per gli over 65.

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4.11.2021

Il primo a prendere la parola è stato il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Raffaele De Rosa, il quale ha esordito dicendo che l'evoluzione epidemiologica mostra già i primi segnali di instabilità, con una situazione che risulta incerta.

«In generale notiamo che i numeri dei casi positivi al Covid e delle ospedalizzazioni sono ancora piuttosto contenuti, ma sappiamo per esperienza che in questo periodo dell'anno, con l'arrivo della stagione fredda, il virus si diffonde più in fretta. E poi abbiamo una variante più contagiosa e letale, che lo scorso anno non c'era. Di certo, però, ora abbiamo uno strumento in più molto efficace, ossia il vaccino», ha spiegato De Rosa.

Dopo questa premessa, il consigliere di Stato ha dato il via alla presentazione della Settimana della vaccinazione (che si tiene dall’8 al 14 novembre) e all'offensiva vaccinale, che riguarda (anche, ma non solo) la dose di richiamo.

«L'offensiva è stata presentata ieri a Berna e ha lo scopo di aumentare il tasso di vaccinazione tra la popolazione», ha detto il ministro della salute ticinese, che ha spiegato che per quel che concerne il Ticino lo scopo è quello di aumentare del 3% il tasso tra gli over 65 e del 9% tra chi ha fra i 18 e i 65 anni.

«Si tratta di un obiettivo ambizioso, anche se il nostro Cantone si trova ai primi posti per il tasso di vaccinazione. Ma ogni immunizzazione conta, perché con il vaccino diminuiscono i contagi e soprattutto le ospedalizzazioni, è un dato di fatto», ha sottolineato De Rosa.

Al via le consulenze personalizzate e gratuite

A partire dalla prossima settimana, quindi, per cercare di aumentare il numero di persone vaccinate, il Ticino offrirà diverse possibilità per potersi informare meglio, anche attraverso consulenze personalizzate, ed estenderà le occasioni per potersi immunizzare.

Per quanto riguarda la consulenza, dall'8 novembre verrà rafforzata la Hotline cantonale: sarà presente un medico e ci saranno nuove possibilità di presa di contatto, ossia non solo via telefono e via mail (come finora), ma anche tramite wahtsApp, Facebook e Messenger, così da poter permettere una comunicazione più immediata e semplice. 

Ci saranno poi due serate speciali di consulenza sottoforma di live chat: una col medico cantonale e una organizzata da Pro Juventute con alcuni esperti dell'Ufficio del medico cantonale.

Dal 9 novembre, inoltre, verrà anche rafforzata la consulenza nelle farmacie. «Tutto questo per permettere, soprattutto a chi è indeciso sulla vaccinazione, di avere la possibilità di parlare con un esperto competente, con cui avere un confronto personalizzato, su misura, in assoluta riservatezza e in modo gratuito», ha precisato il capo del DSS.

Estensione delle possibilità di vaccinazione

Ma non solo: verranno anche estese le occasioni per potersi vaccinare, mantenendo e rafforzando quelle flessibili e di prossimità. Ci sarà infatti ancora la possibilità di vaccinarsi con o senza appuntamento a Giubiasco, ci saranno nuove offerte di vaccinazioni itinerante («cosa che è stata particolarmente apprezzata nelle scuole del post-obbligo, ma che è comunque offerta a tutta la popolazione», ha sottolineato De Rosa).

Dal 15 novembre, inoltre, ci sarà la possibilità di vaccinazione «walk in» in diversi centri cantonali per chi ancora non ha ricevuto nessuna dose. Verrà inoltre riproposta la vaccinazione in 22 farmacie.

«La copertura vaccinale in Ticino è buona, siamo infatti vicini al 70%, ma possiamo fare di più in modo da poter guardare all’inverno con maggiore fiducia. Abbiamo constatato una costante affluenza al Centro di Giubiasco. Forse alcune persone hanno voluto aspettare a farsi vaccinare e va bene così. È giusto informarsi ed essere convinti, per quello ora ci saranno ancora più possibilità di fare domande e avere delle risposte», ha concluso  De Rosa, ricordando che «la vaccinazione è lo strumento più efficace che abbiamo per proteggerci dal virus. Cerchiamo le risposte ai nostri dubbi da chi può darceli e facciamoci quindi vaccinare!».

Al via la somministrazione della dose di richiamo

È poi intervenuto il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, il quale ha dapprima spiegato che in Ticino, dal 4 gennaio ad oggi, sono state somministrate 476mila dosi di vaccino e le persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 245mila. E ancora adesso, giornalmente, vengono effettuate circa 100 nuove iscrizioni online e ci sono 60 persone che si presentano senza appuntamento per farsi vaccinare a Giubiasco. «Ciò ha permesso in ottobre di aumentare di ben 6000 persone quelle che in Ticino sono vaccinate», ha detto.

Zanini ha poi spiegato che da ora viene proposta anche la somministazione della dose di richiamo, «la quale serve per rinnovare la memoria del sistema immunitario». Essa viene altamente raccomandata per gli over 65. Perché? «Perché alcuni studi - ha spiegato il farmacista cantonale - indicano che nelle persone anziane la protezione può diminuire leggermente con il passare del tempo. Cosa che abbiamo osservato anche in Svizzera, con le ospedalizzazioni».

La dose di richiamo, in sostanza, ha lo scopo di continuare a garantire una protezione ottimale dalle forme gravi della malattia e dalla morte.

Se si raccomanda agli over 65 il richiamo non è perché il vaccino in generale non sia abbastanza efficace. A dimostrarlo sono alcuni dati presentati da Zanini: «Le ospedalizzazioni in Svizzera nell’ultimo mese mostrano che, nella fascia d'eta 60-69 anni, tra i non vaccinati una persona su 700 ha avuto necessita di un ricovero. Mentre tra i vaccinati solo una su 15mila: una differenza decisamente importante».

Il richiamo è generalmente ben tollerato, come dopo la seconda dose. Alcuni effetti si manifestano più di frequente, come ad esempio il dolore al sito di iniezione, mentre alcuni altri di meno rispetto alle prime dosi, come il mal di testa o la febbre. La dose di richiamo è raccomandata perché Swissmedic ha messo a paragone i pro e i contro e ha quindi definitivo che è utile e non problematica.

Dose di richiamo dalla prossima settimana nelle case anziani

Come si procede in modo pratico? «La condizione da rispettare per poter accedere al booster è quella di aver ricevuto la seconda dose almeno 6 mesi prima», ha sottolineato Zanini, spiegando che solitamente viene somministrato lo stesso vaccino ricevuto in precedenza.

Per le dose di richiamo, come per la prima e la seconda, il Ticino procederà in modo regolato e ben definito: dalla prossima settimana si inizierà nelle case per anziani, dal 15 novembre sarà possibilie per le persone over 75 che hanno ricevuto il vaccino Pfizer e dal 30 novembre per gli over 75 che hanno invece ricevuto Moderna. Poi da gennaio si aprirà la possibilità per gli over 65.

«Per ora il dispositivo è pronto a vaccinare tutte le persone che hanno ricevuto le dosi tra gennaio e aprile», ha sottolineato il farmacista cantonale, quindi da domani gli over 75 completamente vaccinati da almeno 6 mesi possono prenotarsi iscrivendosi online o chiamando il Numero Verde cantonale.

La vaccinazione avverrà in diversi centri cantonali, alcuni dei quali riapriranno, altri invece saranno nuovi. Qui sarà possibile anche effettuare la prima dose di vaccino, per chi ancora non l'ha fatta, in modalità «walk in».

Merlani: «Trend in salita, ma il vaccino aiuta a contenere i casi»

Infine, ha preso la parola il medico cantonale Giorgio Merlani, che per prima cosa ha voluto sottolineare una differenza importante: quella tra «dose di richiamo», che come detto serve per aggiornare la memoria del sistema immunitario, e la «terza dose», che viene data in particolare a persone immunodepresse, in quanto non riescono a produrre abbastanza anticorpi con le sole prime due.

Si è poi passati alla situazione epidemiologica: «In Svizzera il trend è in salita, ora abbiamo l’evidenza scientifica che dimostra la tendenza stagionale del Covid-19 così come quella dell’influenza. Quindi se non cambia nulla, ci sarà di nuovo un aumento dei casi e delle ospedalizzazioni», ha spiegato Merlani.

«Ma ci sono comunque delle notizie positive: - ha aggiunto - rispetto allo scorso anno, adesso i test positivi sono ancora sotto il 5%. E questo, considerando il fatto che circola una variante più contagiosa, ci fa dire che se riusciamo a contenere i casi è proprio grazie al vaccino».

«Ma non canterei vittoria: oggi i casi positivi in Ticino sono ben 65, il dato più alto da maggio e paragonabile a quello della seconda ondata. Il vaccino quindi aiuta, ma non ci possiamo rilassare», ha precisato il medico cantonale.

«La maggior parte dei pazienti Covid sono persone non vaccinate»

Ma il vaccino non serve solo a conterene il numero di infezioni, bensì anche a ridurre nettamente le possibilità di ospedalizzazione. «Al momento - ha illustrato Merlani - la maggior parte dei pazienti Covid nei nosocomi sono persone non vaccinate».

«Se avessimo il 90% di vaccinati potremmo stare tranquilli, ma ritengo che siamo già bravi ad averne quasi i tre quarti in Ticino. Dobbiamo però anche essere altruisti e pensare a chi si è fatto immunizzare, ma per una questione di sistema immunitario non ha una buona copertura o a chi non può farsi vaccinare per questioni mediche (allergie o altro) o di età (i bambini non possono ancora)», ha tenuto a sottolineare il medico cantonale.

«Sono stufo di parlare di igiene, mascherine, ecc., ma sono le cose che ci hanno portati vivi fino a qui. Certo, la vaccinazione è importante, ma l’igiene è ancora necessaria», è poi sbottato Merlani, il quale ha ricordato che il test è assolutamente da effettuare anche se abbiamo solo lievi sintomi e anche se siamo vaccinati.

Per questo motivo, il Cantone ha deciso di riaprire i check-point sul territorio. «Stiamo ultimando l’organizzazione, ma serviranno solo per testare le persone con i sintomi, non chi vuole ottenere un certificato Covid», ha precisato il medico cantonale.

Raccomandata anche la vaccinazione contro l'influenza

Infine, Merlani ha ricordato l'inportanza anche della vaccinazione contro l'influenza stagionale.

«Lo scorso anno abbiamo avuto (un po' come ovunque nel mondo) pochi casi, ma quest’anno ci aspettiamo un loro aumento, soprattutto a causa dei tanti eventi ora possibili con il certificato Covid (e quindi senza mascherine), che però non attesta che non abbiamo l'influenza o che siamo immunizzati contro di essa», ha detto Merlani, il quale ha quindi raccomandato ai più fragili di farsi vaccinare «perché non possiamo permetterci, oltre tutto, di avere negli ospedale sia i malati covid che quelli con l'influenza». 

Importante: non c’è nessuna controindicazioni a fare entrambe le vaccinazioni (influenza e Covid) in momenti ravvicinati, nemmeno lo stesso giorno.