La testimonianza Femminicidio di Carasso, parla la donna che era con la vittima: «Un incubo»

SwissTXT / pab

6.7.2021

Il luogo dell'omicidio-suicidio a Carasso
Il luogo dell'omicidio-suicidio a Carasso
Ti-Press

«Sembrava un incubo. Una scena inspiegabile e ancora oggi sto molto male». A tre mesi dal femminicidio di Carasso, Heidi – l’amica della vittima, che quella terribile domenica stava passeggiando con la vittima - se l’è sentita di parlare, ai microfoni della RSI.

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«È bruttissimo vedersi una pistola puntata davanti. Mi sono vista la mia vita in pericolo, ho pensato solo a mio figlio e a mio nipote appena nato. L'unica cosa che sono riuscita a fare è scappare. Non riuscirò mai a dimenticare quel giorno, ancora oggi mi sento in colpa per non aver potuto aiutare la mia amica», racconta nell'intervista esclusiva alla RSI, nella quale spiega di aver bisogno dell'aiuto di uno psicologo e del supporto degli amici per cercare di superare quanto successo.

«Doveva essere una domenica serena, con una bella passeggiata e una bella chiacchierata, ma invece si è trasformata in una tragedia», ricorda, aggiungendo di non riuscire ancora a dormire di notte, se non con la luce accessa, perché qualsiasi rumore le fa scattare un senso di panico.

Heidi ricorda l'amica: «Era una persona fantastica, solare, ben voluta da tutti, che ha lasciato il segno nel cuore di molte persone».

Un gesto inaspettato

«Io non me l’aspettavo, ma neanche lei. Nessuno si aspettava un gesto del genere. Tanto che lei non mi aveva mai detto di avere paura. Anzi mi diceva che lui non le avrebbe mai fatto del male». Un situazione imprevedibile, e anche per questo difficile da denunciare.

Ma a quelle donne che hanno paura e si sentono minacciate, Heidi vuole lanciare un appello: «Chi si sente in pericolo deve farsi aiutare. Ci sono persone e istituzioni competenti. Bisogna parlarne con i familiari, con gli amici. Non tenersi dentro le paure. Perché la vita è bella e noi donne dobbiamo poter vivere serene».