Ticino Fine quarantena e telelavoro, le aziende ticinesi ritrovano migliaia di impiegati

SwissTXT / red

4.2.2022

Immagine d'illustrazione
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Keystone/Christian Beutler

Molte persone in Ticino, con l'abolizione dell'obbligo di quarantena e del telelavoro decisi mercoledì dal Consiglio federale, sono tornate anzitempo ai propri posti di lavoro.

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Da ieri, giovedì, l'obbligo del telelavoro è caduto, insieme a quello delle quarantene.

Due restrizioni in meno che hanno ridato al Ticino migliaia di lavoratori.

«Avevamo circa 4'700 persone poste in isolamento. Abbiamo sempre fatto un calcolo con un fattore di 1,5 per fare le nostre stime sulle quarantene, quindi dovremmo avere poco più di 7'000 persone che erano in quarantena e che non lo sono più», ha spiegato durante la trasmissione radiofonica SEIDISERA della RSI il capo della sezione cantonale del militare e della protezione della popolazione del canton Ticino Ryan Pedevilla.

La situazione non cambia per i frontalieri

La situazione non cambia invece per i frontalieri: in Italia la quarantena non è infatti stata abolita. Una differenza che creerà probabili danni finanziari a questi lavoratori.

«La quarantena è imposta da uno Stato estero, quindi il datore di lavoro non ha formalmente l'obbligo di versare lo stipendio per i giorni di assenza», ha sintetizzato sempre ai microfoni della RSi Stefano Modenini, direttore dell'Associazione industrie ticinesi. Un tema che è stato portato a Berna, ma per il quale non c'è ancora una risposta.

Modenini si è anche espresso sul lavoro da casa, dichiarando che la revoca dell'obbligo non avrà lo stesso impatto della fine delle quarantene. La raccomandazione rimane e di conseguenza, dice, «continuerà a essere praticato». Superata la pandemia, le forme miste (in parte in ufficio, in parte a casa) «riguarderanno soprattutto i lavoratori residenti».