Notenstein Firmato il rinvio a giudizio per gli illeciti della banca privata

SwissTXT / Red

26.5.2022

Lugano: banca Notenstein. Nella foto l'esterno della sede di banca Notenstein a Lugano.   © Ti-Press / Gabriele Putzu
Lugano: banca Notenstein. Nella foto l'esterno della sede di banca Notenstein a Lugano. © Ti-Press / Gabriele Putzu
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L’inchiesta sulle malversazioni di oltre 15 milioni commesse dall’allora Banca Notenstein di Lugano, partita quasi un decennio fa, si appresta finalmente ad approdare in aula. Nei giorni scorsi la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha infatti firmato il rinvio a giudizio. I tre imputati rischiano fino a cinque anni

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26.5.2022

Era il dicembre del 2012 – come riferisce la RSI – quando gli inquirenti disposero l’arresto di un alto funzionario dell’istituto privato, responsabile delle operazioni di cassa e della clientela attiva nel commercio delle banconote. Le manette scattarono anche ai polsi dell’amministratore di due società di cambio e successivamente di un altro professionista del ramo.

Tre imputati, per una presunta truffa stimata a oltre 15 milioni di franchi riportata nell’atto d’accusa. L’ex bancario reo confesso avrebbe falsificato la contabilità per nascondere l’esposizione delle due società verso la Notenstein, e permettere loro di continuare a operare.

Un gigantesco «buco tappa buco», a cui si aggiungono poi gli addebiti mossi singolarmente. Come i raggiri legati all’oro, pari a circa 600mila franchi, che nell’ottobre scorso l’ex funzionario avrebbe compiuto a spese di tre persone.

Il terzo imputato, che si professa innocente, dovrà invece rispondere anche di riciclaggio. Tra il 2008 e il 2009 avrebbe «ripulito», sempre attraverso operazioni di cambio, più di quattro milioni, provenienti da un vasto traffico di cocaina orchestrato sull’asse Brasile-Svizzera.

Non resta che attendere il processo. Gli imputati, tornati nel frattempo in libertà, rischiano fino a cinque anni di carcere. La Corte delle Assise Criminali davanti alla quale compariranno sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta.