Lugano Folla alla Foce, Bertini: «No alla chiusura, sì a più sensibilizzazione»

SwissTXT / pab

23.5.2020

Il capodicastero sicurezza di Lugano Michele Bertini
Il capodicastero sicurezza di Lugano Michele Bertini
archivio Ti-Press

«Alla Foce del Cassarate c’erano oltre 100 persone, con un picco di alcune centinaia nel momento peggiore, soprattutto giovani»: così il capodicastero sicurezza di Lugano Michele Bertini, riferendosi alla concentrazione riscontrata giovedì.

Oggi, sabato, proprio Bertini, il sindaco Marco Borradori e il comandante della Polizia comunale Roberto Torrente hanno tenuto una riunione fuori programma per discutere della situazione, che si è riproposta in termini simili anche venerdì sera.

«Situazione ingestibile nonostante la sensibilizzazione»

«Soprattutto a notte fonda, tra le 22 e la una del mattino, abbiamo avuto una situazione piuttosto ingestibile per quanto riguarda il corretto rispetto delle norme di distanziamento sociale. Purtroppo abbiamo riscontrato assembramenti incuranti delle disposizioni e anche l’importante opera di sensibilizzazione non solo della polizia, ma pure da parte di diversi giovani arruolati appositamente, non ha sortito gli effetti sperati», ha detto Bertini ai microfoni della RSI.

Il capodicastero sicurezza di Lugano ha poi spiegato che «oggi volevamo quindi discuterne, non tanto per arrivare a una chiusura, che non abbiamo deciso e sulla quale io sarei stato contrario, perché penalizzerebbe anche tutti quelli che rispettano le regole. Abbiamo invece deciso di rafforzare le misure di sensibilizzazione coinvolgendo ulteriori “padrini” che hanno un approccio volto al dialogo, ma anche la polizia sarà ovviamente presente per fare il proprio lavoro, se necessario anche emettendo sanzioni».

«Privatizzazione delle rive problematica»

Soprattutto sui social network è però emersa prepotentemente anche un’altra questione, con una nemmeno troppo velata polemica all’indirizzo dell’Esecutivo e così riassumibile: invece di lamentarsi per la troppa gente nei luoghi di svago della città, sarebbe forse il caso di crearne di nuovi, considerato che tanti progetti rimangono nel cassetto e anche per la Foce stessa, ora molto apprezzata dalla cittadinanza, ci sono volute infinite discussioni e una votazione passata con uno scarto risicato.

«Sono in parte d’accordo, – commenta Bertini – noi abbiamo però anche un altro problema che conosciamo da tempo: la privatizzazione delle rive del lago. Purtroppo le zone di accesso diretto al lago sono molto poche e quindi queste sono spesso affollate. Lo sappiamo da decenni, ma trovare soluzioni laddove le rive sono private risulta molto difficile».

E infine sulla scarsa efficacia dell'Esecutivo cittadino Bertini ammette che «spesso ci sono tanti progetti a cui deve seguire la necessaria concretezza, ma mi sembra che negli ultimi periodi le cose si siano mosse proprio in questo senso e il Municipio deve continuare su questa strada, passando dalle parole ai fatti».

Ticino e Grigioni giorno per giorno

Tornare alla home page