Alla ricerca di soluzioni Futuro dell'aeroporto di Lugano, per Merlo «c'è margine di manovra»

SwissTXT / pab

10.9.2019

In cerca di nuove soluzioni
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archivio Ti-Press

Il futuro dell'aeroporto di Lugano potrebbe dipendere da due parole: «di regola».

Secondo la legge federale sulla navigazione aerea, «il trasporto professionale di persone o di merci per via aerea tra due punti del territorio svizzero è riservato, di regola, alle imprese svizzere» (Art. 32, cabotaggio).

Ed è proprio sul quel «di regola» che si accendono le speranze di Marco Borradori: «Diciamo che apre delle prospettive e lascia un soffio di speranza che cercheremo di far passare al Consiglio federale».

Merlo spera in un'eccezione

Maurizio Merlo spera di poter ottenere un'eccezione alla norma generale: «Questa legge è stata fatta per proteggere le compagnie svizzere da quelle estere sul territorio elvetico, ma dal momento che nessuna di quelle elvetiche è interessata alla tratta Lugano-Ginevra, questa teoria sembra cadere».

Il direttore dello scalo, visto che di compagnie straniere interessate ce ne sarebbero, vorrebbe trovare una soluzione simile a quella praticata in Italia quando era a capo della ticinese Darwin: «Ci venne chiesto di operare sulla tratta Bolzano-Roma e Trapani-Roma e ottenemmo una deroga perché non c'era nessuno interessato a quei collegamenti».

Un'ipotesi, questa, che il portavoce dell'ufficio federale dell'aviazione civile Antonello Laveglia, non valuta percorribile: «La legislazione svizzera non prevede questa operazione».

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