Pandemia Garzoni: «Cento ricoveri Covid? Sono gestibili»

SwissTxt / pab

15.3.2022

Christian Garzoni
Christian Garzoni
Ti-Press / archivio

Il virologo Christian Garzoni conferma ai microfoni della RSI: «Questi numeri erano previsti. Omicron rimane benigna, ma solo grazie al vaccino».

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15.3.2022

Lunedì si sono sfiorati 70'000 nuovi casi di SARS-CoV-2 in Svizzera, con oltre 270 ricoveri in più nel fine settimana.

E anche le cifre al Sud delle Alpi parlano chiaro: nel week-end si sono registrate quasi 2'500 nuove infezioni, oltre 200 in più rispetto alla settimana precedente. Insomma il virus galoppa e si diffonde ovunque. Eppure quest'evoluzione non sembra preoccupare molto gli esperti.

«Omicron benigna grazie al vaccino»

E lo ha detto anche il direttore sanitario della clinica Moncucco Christian Garzoni ai microfoni della RSI: «Tra tutte le opzioni che potevamo avere, Omicron è stata una delle migliori. È un virus che fa ammalare facilmente, ma non rende molto ammalati». 

Ma Garzoni sottolinea come questa variante del Covid porti ancora al ricovero e al decesso. «Omicron è benigna», sottolinea, «ma soprattutto perché una buona parte della popolazione è vaccinata».

«Resta una malattia temibile»

«Non bisogna fare dell’allarmismo quando non è necessario», dice Garzoni. «È vero che i numeri sono in aumento, ma abbiamo fluttuazioni giornaliere. Avevamo messo in conto di avere cento casi nel Cantone anche per settimane o mesi».

Ad essere ospedalizzate, conferma il medico, sono persone vaccinate, ma fragili, con un sistema immunitario debole a causa di un tumore o di un trapianto, oppure persone non vaccinate. Nulla è quindi cambiato rispetto agli ultimi mesi.

«Resta una malattia temibile», mette in guardia Garzoni. Un paziente in cure intense può anche rimanere due o tre settimane in ospedale, senza contare la parte riabilitativa. Da non dimenticare poi la possibilità di contrarre il Long Covid.

«La chiave è la terza dose. Nuove varianti possibili»

«Il peggio è forse passato, ma non sappiamo fino a che punto». Questa la chiave di lettura del virologo che ricorda: il richiamo vaccinale, quindi una terza dose, resta una tappa importante per la protezione contro il Covid.

La comparsa di nuove varianti, più aggressive, potrebbe tuttavia cambiare le carte in tavola. «Inoltre», ricorda, «oggi non sappiamo per quanto tempo l'immunità presente nella popolazione resterà valida».

Per questi motivi, in vista dell’autunno il Consiglio federale dovrà probabilmente esprimersi su una possibile quarta dose. Richiamo che, sottolinea infine Christian Garzoni, è già indicato oggi per tutte quelle persone con un sistema immunitario particolarmente fragile.