Ticino Garzoni: «Oltre 1'000 morti per il Covid, ma nessuno per il vaccino»

SwissTXT / pab

8.11.2021

Fino alla settimana scorsa vaccinato completamente il 67,7% dei ticinesi
Fino alla settimana scorsa vaccinato completamente il 67,7% dei ticinesi
Ti-Press

Ha preso il via oggi, lunedì 8 novembre, la Settimana nazionale della vaccinazione, volta a convincere almeno una parte di coloro che finora hanno rifiutato l'immunizzazione e a raggiungere così una quota che permetta di affrontare con maggiore tranquillità la stagione fredda. E perché farlo lo spiegano ancora anche Zanini e Garzoni.

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8.11.2021

«Ci siamo illusi di aver raggiunto e convinto tutti, ma la realtà non è questa: è palese che ci sono persone a cui non siamo stati capaci di dire che il vaccino è efficace e ben tollerato e che non bisogna aver paura degli effetti collaterali»: così il farmacista cantonale ticinese Giovan Maria Zanini intervenendo stamattina a Modem.

«Avendo il 70% della popolazione ticinese vaccinato, resta il 30% di non vaccinati - ha ricordato Zanini - un numero molto più grande di quanti sono stati contagiati durante la prima e la seconda ondata. Numeri sufficienti per avere ancora danni grossi per un virus che oggi è più aggressivo di allora».

«Oltre 1'000 morti per Covid, ma nessuno per il vaccino»

Pur manifestando comprensione per le paure in una fascia della popolazione, dal canto suo il dottor Christian Garzoni della clinica Moncucco nel corso della trasmissione, intitolata «Tra vaccini e indecisi», ha sottolineato come nel cantone finora ci siano stati «oltre 1'000 morti per Covid, ma nessuno per il vaccino».

Dei timori, anche legati a eventuali allergie, si può discutere con il proprio medico o con uno specialista. «È il momento di serrare i ranghi», ha detto Garzoni, o prepararci a quello che potrebbe essere «un altro inverno difficile». Già dai 30-35 anni si può ancora finire in ospedale e morire per questa malattia, ha insistito.

Senza dimenticare le conseguenze del cosiddetto «long covid» anche fra persone guarite dalla fase acuta: «Abbiamo dovuto aprire ambulatori specializzati», ha detto Garzoni, per quelle persone anche giovani che presentano sintomi che durano «per mesi e forse per tutta la vita: dalla mancanza di fiato, alla difficoltà di fare sport, agli stati di stanchezza, al non sentire il gusto o l'olfatto».

Sono effetti a lungo termine molto più rilevanti di quelli del farmaco. «Si è parlato di infiammazioni al cuore dovute al vaccino», ha ricordato per esempio Garzoni, ma «il Covid provoca problemi cardiaci almeno 5 volte di più del vaccino». Anche in questo caso, quindi, «la bilancia pende dalla parte dei vaccini».