LuganoI molinari sfilano in Città, poi occupano l'ex Istituto Vanoni. Blitz della polizia al Macello
SwissTXT / pab
30.5.2021
Circa 300 persone hanno preso parte pacificamente, sabato pomeriggio, alla manifestazione a Lugano a favore dell'autogestione. Poi, al rientro, i molinari hanno occupato lo stabile dell'ex Istituto Vanoni. Nel frattempo blitz della polizia all'ex Macello. Borradori, in precedenza: «Abbiamo lasciato una porta aperta per un possibile colloquio».
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30.05.2021, 00:17
30.05.2021, 01:00
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Ha preso il via alle 15 la manifestazione, non autorizzata, tra Piazza Riforma e Piazza Manzoni nel centro di Lugano, contro la decisione del Municipio di sgombrare l'ex Macello. Fin verso le 18.30 la situazione è stata tranquilla.
Stando alla RSI, i manifestanti - tra molinari, sostenitori e simpatizzanti dell'autogestione, giunti sia dal Ticino che in minima parte dall'Italia - erano circa 300 e avevano con loro striscioni e musica. Le forze dell'ordine hanno controllato il perimetro nell'eventualità di disordini.
«Siamo qui per difendere il Molino» e «Il Molino non si tocca»: sono questi gli slogan principali scanditi dai giovani in piazza. «Che bello essere qui in così tanti», ha affermato uno dei manifestanti in uno dei discorsi tenuti. «Ci vogliono fare credere che esista un'autogestione buona e una cattiva. Ma non è vero».
Diverse le critiche alle autorità luganesi e alla politica che «sta portando avanti la distruzione del tessuto sociale. Non possiamo rispettare queste autorità», è stato detto. E ancora: «Il presidio di resistenza è fondamentale in ogni città. Non ci interessa chi ci dirà se è giusto o se è sbagliato. Dobbiamo riprenderci i nostri spazi».
Questa è la terza manifestazione pacifica negli ultimi mesi dei molinari fuori dalle mura del Macello, dopo quelle della Foce e del LAC. Nelle due precedenti c'erano stati degli scontri, sia a Molino Nuovo che in stazione a Lugano.
Al rientro occupato l'ex Istituto Vanoni
Dopo la manifestazione pacifica, i circa 300 molinari si sono incamminati dal lungolago in direzione dell’ex Macello. Il corteo ha poi però deviato verso Via Simen, dove verso le 18.30 i manifestanti hanno occupato lo stabile ex Istituto Vanoni, attualmente inutilizzato.
«L'idea - ha detto alla RSI uno dei manifestanti dall'interno dello stabile - non era di occuparlo in maniera definitiva, ma solo di fare un'azione dimostrativa». I manifestanti hanno poi lasciato lo stabile.
All'esterno dell'ex Istituto Vanoni erano giunti diversi furgoncini della polizia, con rinforzi d'Oltralpe. Diversi i manifestanti che sono rimasti sul posto per ore, nelle vie circostanti. La polizia intanto ha confermato di essere «intervenuta» pure al Macello.
«Volevamo il dialogo... ecco la risposta»
«L'ordine delle autorità comunali è stato quello che avevamo dichiarato, che non avremmo tollerato disordini. Sembrava essersi svolto tutto in tranquillità, la manifestazione e il corteo di oggi, ma sul finire hanno occupato una proprietà privata, quella della fondazione dell'ex Vanoni. È stato intimato di uscire, non l'hanno fatto. Nell'ottica del mantenimento dell'ordine del ripristino dell'autorità la polizia è intervenuta»: a spiegare il punto di vista della Città, ai microfoni della RSI, è Karin Valenzano Rossi, nuova responsabile del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano.
Non teme ora un'escalation della violenza? «Accompagnata da Filippo Lombardi mi sono presentata personalmente lunedì all'ex Macello chiedendo un dialogo. Questa è la risposta. Avevamo anche identificato una eventuale collocazione diversa di cui volevamo discutere con loro, la risposta è l'occupazione di un sedime privato», spiega la municipale.
Esiste ancora una possibilità di mediazione? «A questo punto non lo so», conclude Valenzano.
Borradori, in precedenza: «Si delinea un'alternativa seria»
In precedenza, a margine della manifestazione, la RSI aveva incontrato anche il sindaco di Lugano Marco Borradori. «Il nuovo Esecutivo ha confermato quanto aveva deciso il vecchio Municipio», ovvero la decisione di sgomberare gli spazi, aveva precisato, facendo il punto della situazione.
Poi - inattesa - ecco che da Borradori era arrivata quella che poteva essere, prima dell'agire di questa sera dei molinari, la svolta nel muro contro muro tra Municipio e molinari: «Abbiamo però lasciato una porta aperta per un possibile colloquio. Questo perché si sta delineando un'alternativa che, tutto sommato, definirei abbastanza seria. Potrebbe essere l'inizio di un periodo di colloquio».
In tarda serata però il sindaco di Lugano ha di nuovo preso la parola, ai microfoni di Infonotte della RSI, per spiegare che lo sgombero dell'ex Macello «non era previsto: se la manifestazione non fosse uscita dai binari della legalità non ci sarebbe stato nessun tipo di intervento».
L'accaduto di questo sabato, secondo Borradori, è quindi «riconducibile alla manifestazione «che è derapata». Il dialogo, ha aggiunto, resta tuttavia possibile.