SvizzeraI ristoratori: «Chiediamo una chiara strategia di uscita dalla crisi»
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27.9.2021
I ristoratori rivendicano maggiore chiarezza da parte delle autorità sul futuro del settore. L'associazione di categoria GastroTicino, dall'inizio della pandemia, è stata sollecitata da migliaia e migliaia di e-mail e telefonate per richieste di informazioni da parte dei suoi affiliati, spesso ritrovatisi a districarsi tra nuove regole cambiate anche in modo repentino.
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27.09.2021, 19:11
27.09.2021, 19:13
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Per questa ragione gli esponenti del settore, riunitisi lunedì a Lugano in assemblea, hanno rivendicato una chiara strategia di uscita dalla crisi, anche in vista di un inverno che temono possa rivelarsi complicato a causa dell'obbligo di presentare il certificato Covid per accedere agli esercizi pubblici.
Il pass sanitario starebbe già influenzando gli affari. Le società di gestione delle carte di credito in Svizzera hanno stimato un calo del 20% del fatturato dal giorno dell'introduzione dell'obbligo.
Una decisione «mal digerita», che inquieta a livello nazionale. «Vorremmo sapere quali sono i criteri per l'uscita. Un tasso di vaccinazione più alto? L'occupazione dei letti in terapia intensiva?», si è chiesto Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse, auspicando maggiori informazioni che permettano di pianificare l'attività: «Speriamo di non dover aspettare il 24 gennaio come da data massima indicata al momento».
Il vicepresidente nazionale e presidente di GastroTicino, Massimo Suter ha spiegato come l'estate, grazie in particolar modo al turismo, abbia sì rappresentato una boccata d'ossigeno, ma non per tutti gli esercenti. In particolare, a soffrire sono stati i locali che lavorano molto grazie all'attività congressuale.
Ai microfoni della RSI, Suter ha ribadito che servirebbero «aiuti finanziari maggiori di quelli versati finora, che arrivano solo quando un'azienda è ormai sull'orlo del fallimento».