L'esempio di Mikron Il coronavirus «azzoppa» l'export di alcune aziende ticinesi

SwissTXT / pab

21.2.2020

Mikron è confrontata con gli effetti collaterali del coronavirus in ambito logistico e non solo 
Mikron è confrontata con gli effetti collaterali del coronavirus in ambito logistico e non solo 
archivio Ti-Press)

Il coronavirus sta iniziando a indebolire le imprese ticinesi. Un paio di mesi dopo il primo caso registrato nella metropoli cinese di Wuhan, chi collabora con la nazione asiatica si trova in difficoltà nell'esportare e nel comunicare sui progetti in corso.

Il caso della Mikron di Agno, riferisce il sito della RSI, è esemplificativo della situazione, considerato che l’azienda ticinese ha molti macchinari da milioni di franchi finiti in stock che non è possibile consegnare ai clienti cinesi, oppure macchine già inviate in Cina, ma finite in quarantena in qualche area di controllo in territorio cinese e perciò non ancora in mano a chi le aveva richieste.

Metodi alternativi per portare avanti i progetti

Alla Mikron ci si è dovuti organizzare, inventandosi metodi alternativi per portare avanti i progetti, anche perché a volte una videoconferenza non è sufficiente per scambiare i dati necessari con i clienti. I progetti toccati sono una decina, pari a circa il 10% di quelli gestiti annualmente dall’azienda ticinese.

Come accennato non ci sono solo attrezzature ferme in Ticino, ma pure altrove e al momento per la società è difficile valutare l'impatto economico. Un impatto che è certamente delicato, visto che Mikron attraversa un periodo complesso: a novembre è stato introdotto il 15% di orario ridotto e qualche settimana dopo sono stati annunciati licenziamenti.

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