PandemiaIl turismo ticinese regge, ma chiede aiuti
SwissTXT / pab
15.1.2021
Il turismo ticinese ha retto durante la stagione autunnale. Tra settembre e novembre i pernottamenti sono aumentati del 14% rispetto allo stesso periodo del 2019. Un risultato ottenuto grazie soprattutto all'afflusso di ospiti confederati.
Ma le notizie positive sembrano finire qui. A causa della situazione pandemica attuale e alle conseguenti restrizioni che hanno colpito il settore, le prospettive non sono rosee, come spiega Manuela Fadani, direttrice dell'hotel Pestalozzi di Lugano, ai microfoni della RSI: «Per febbraio e marzo non vedo grandi movimenti. Saranno ancora mesi tosti. Abbiamo lavorato molto bene fino alla fine di ottobre, da lì praticamente è finito il turismo. Adesso abbiamo sempre 15-20 clienti, ci siamo reinventati con il take-away, ma il telelavoro è un ostacolo, perché noi lavoriamo quasi esclusivamente con la clientela business».
Una situazione difficile che ha spinto ora il settore a chiedere a Bellinzona di allentare le condizioni poste agli albergatori per accedere agli aiuti destinati ai casi di rigore: «La strada è molto in salita. Non essendo stati chiusi, non rientriamo in quei casi di rigore di diritto. Dobbiamo presentare una perdita della cifra d'affari del 40%», ha spiegato Lorenzo Pianezzi.
Una percentuale che il direttore di HotelleriSuisse Ticino spera si possa abbassare: «Il 30% sarebbe la soglia ideale, specie per quell'albergheria legata soprattutto al business, che non ha potuto lavorare in primavera e in autunno».
Ticino, pernottamenti scesi del 17,1% nel 2020
Nei primi 11 mesi del 2020 vi sono stati complessivamente 1’846’728 pernottamenti, diminuiti del 17,1% rispetto al 2019. Gli arrivi totali sono stati 752'948 (-29,4%).
Il crollo dei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno è stato infatti solo in parte compensato dall’andamento registrato tra luglio e ottobre.
L’evoluzione ha premiato soprattutto gli alberghi a 5 stelle, che hanno avuto un aumento dei pernottamenti dell’89,7%. I 4 stelle hanno confermato sostanzialmente i numeri del 2019. La maggiore flessione riguarda la categoria dei 3 stelle che hanno registrato un calo dei pernottamenti del 21,6%.