Contro il COVID-19In arrivo visiere e mascherine «made in Ticino»
SwissTXT / pab
22.6.2020
Per contrastare la diffusione del COVID-19 sono in arrivo delle visiere e delle mascherine completamente «made in Ticino». Ma si tratta di due progetti separati.
Il primo appartiene a Vito Noto, un progettista industriale che è stato colpito da vicino dal dramma dell’epidemia e che quindi ha voluto concentrare la sua attività di designer sulla sicurezza igienica.
«Due colleghi sono stati colpiti dal virus», racconta ai microfoni della RSI, aggiungendo poi che «uno, purtroppo, se n'è andato. L'altro se l'è cavata dopo sei settimane di cure intense sotto il pallone. Pensandoci ogni giorno, ho pensato di dover fare qualcosa che potesse aiutare chi si trova in queste situazioni».
Nei suoi studi ci sono diversi progetti per la protezione dai virus, tra cui un'innovativa «visiera avvolgente», ideata e commercializza tutta in Ticino. «Immaginate due fogli formato A3 messi come un cilindro, appoggiati alle spalle ed elaborati con delle funzioni specifiche per l'aerazione e per poter udire», spiega Noto.
«Si può immaginare che questa soluzione possa sostituire le classiche mascherine». La visiera avvolgente è pensata soprattutto per gli ambiti lavorativi dove si è spesso a contatto con il pubblico.
Per le mascherine assunte 8 sarte
Per quanto riguarda invece il secondo progetto, inizierà tra pochi giorni quella che è probabilmente la prima produzione ticinese di mascherine chirurgiche realizzate dalla neocostituita TiMask di Ligornetto, che nelle scorse settimane è riuscita a trovare sia la sede, sia il macchinario necessario.
«Produrremo le mascherine cosiddette chirurgiche, tipo 2R», ha spiegato ai microfoni della RSI il titolare Moreno Lazzaroni. «La macchina è stata costruita a Varazze dalla Dema, officina meccanica altamente specializzata».
«La certificazione l'abbiamo fatta fare da una società specializzata di Bologna - aggiunge Lazzaroni - perché in Svizzera non c'è un ufficio che fa le omologazioni di mascherine».
180'000 i semilavorati (ovvero la maschera senza elastico) che la macchina può produrre ogni giorno. «Per questo abbiamo assunto otto sartine che saldano l'elastichino con un sistema a caldo» Sono quindi 18'000 le mascherine che possono per ora essere prodotte ogni giorno dalla TiMask.
«Senza fare nessuna inserzione, ma col passaparola delle mia vicine di casa, abbiamo trovato delle persone bisognose di lavorare 'a km zero', e questa è una grande soddisfazione».