Salute In Ticino scarseggiano gli psicofarmaci, si cercano in Italia

Red

4.12.2023

Immagine illustrativa d'archivio.
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Le benzodiazepine continuano a scarseggiare nelle farmacie svizzere e molti le cercano quindi in Italia, come sottolinea la RSI. La penuria di questi medicinali preoccupa gli operatori svizzeroitaliani del settore.

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La penuria di alcuni farmaci continua a farsi sentire in Svizzera. E la carenza - che tocca in particolare i composti a base di benzodiazepine, ampiamente impiegati per combattere l’ansia - sta avendo, come fa notare la RSI, delle ripercussioni spiacevoli anche nella Svizzera italiana.

Sugli scaffali delle farmacie svizzere mancano soprattutto preparati molto conosciuti come Temesta, Lexotanil e Xanax. Una situazione che negli ultimi mesi ha costretto molti pazienti a rivolgersi oltre confine per reperire il farmaco di cui si hanno bisogno.

Lo testimonia, ad esempio, Federica Zocchi, farmacista nella limitrofa Ponte Tresa. I clienti svizzeri segnalano l’introvabilità di tali prodotti e si constata «un decisivo aumento» della domanda. «Essendo prodotti fondamentali per dormire bene arrivano con le ricette compilate da medici svizzeri e si approvvigionano in Italia».

Gli fa eco la collega Alessandra Penzo, che afferma: «Ogni giorno riceviamo molte chiamate da pazienti svizzeri che lamentano questa carenza. Poi vengono e comperano da noi questi farmaci».

Sostituire questi farmaci non è facile

La carenza preoccupa in particolare gli operatori del settore psichiatrico, che impiegano ampiamente le benzodiazepine per trattare tutti gli stati d’ansia.

Malesseri, ha spiegato alla RSI lo psichiatra Michele Mattia, che colpiscono «dal 30 al 40% della popolazione». L’assenza di ansiolitici «sta quindi creando problemi in alcuni pazienti, perché la sostituzione non è così ovvia».

Il problema riguarda tutte le fasce d'età, ma i più colpiti sono spesso gli anziani o chi è abituato da anni a prendere questi preparati. 

«Si cerca una benzodiazepina simile sul mercato però si crea una problematica più complessa che è l'abitudine a prendere quella pastiglia, a vedere quella scatola, quel colore ed essere in qualche modo legati alla gestualità con qualcosa che è riconosciuto dalla psiche. Non sempre la sostituzione va a buon fine», conclude Mattia.

L'assicurazione li rimborsa se acquistati all'estero?

Oltre la scarsità di medicamenti, rimane aperta anche la questione assicurativa. Non è infatti scontato che le casse malati siano disposte a rimborsare l’acquisto fatto in Italia.

«Alcuni conservano ricetta e scontrino per rifarsi sulla cassa malati mentre altri non lo fanno», afferma la farmacista Zocchi, che aggiunge: «Noi non sappiamo se poi riescono veramente a farsi rimborsare o meno».

Proprio sull’argomento si è espresso nei giorni scorsi il Consiglio di Stato, manifestando l’intenzione di consentire in futuro il rimborso dei medicinali acquistati all’estero in caso di irreperibilità in Svizzera.