Tragedia Mottarone Caso Eitan, i legali dei nonni: «La zia non poteva ricorrere in Israele»

SDA

16.11.2021 - 20:35

Aya Biran, center right, a paternal aunt of Eitan Biran, who survived a cable car crash in Italy that killed his immediate family, arrives to court in Tel Aviv on Thursday, Sept. 23, 2021 for a hearing in the alleged kidnapping of her nephew. The boy's parents and younger sibling were among 14 killed in May when a cable car slammed into a mountainside in northern Italy. He is now the focus of a custody battle between his maternal grandparents in Israel and his paternal relatives in Italy. (AP Photo/Sebastian Scheiner)
Aya Biran, center right, a paternal aunt of Eitan Biran, who survived a cable car crash in Italy that killed his immediate family, arrives to court in Tel Aviv on Thursday, Sept. 23, 2021 for a hearing in the alleged kidnapping of her nephew. The boy's parents and younger sibling were among 14 killed in May when a cable car slammed into a mountainside in northern Italy. He is now the focus of a custody battle between his maternal grandparents in Israel and his paternal relatives in Italy. (AP Photo/Sebastian Scheiner)
AP

Altra udienza davanti al Tribunale di Pavia sul caso di Eitan, il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e al centro di una contesa tra i due rami familiari.

Keystone-SDA

Oggi i legali dei nonni materni, Shmuel Peleg ed Ester Cohen, hanno discusso davanti ai giudici un'istanza con cui hanno chiesto di revocare l'autorizzazione che fu concessa a settembre alla zia paterna e tutrice legale Aya Biran per attivare la Convenzione dell'Aja.

Convenzione sulla sottrazione internazionale di minori sulla base della quale i giudici israeliani in primo grado e in appello hanno stabilito che il bimbo, portato dal nonno a Tel Aviv l'11 settembre, deve tornare in Italia.

Secondo i legali dei nonni, la zia non sarebbe stata legittimata a richiedere l'attivazione della Convenzione perché, stando ad alcuni atti acquisiti, il 14 settembre, tre giorni dopo il presunto sequestro di persona, la tutrice ha presentato domanda di adozione del piccolo al Tribunale per i minorenni di Milano.

Dal punto di vista procedurale, secondo i legali, la zia avrebbe dovuto «spogliarsi» dell'incarico di tutore avendo richiesto l'adozione e quindi poi, senza la veste di tutrice, non avrebbe potuto richiedere l'attivazione della Convenzione.

Un conflitto d'interessi

Un conflitto d'interessi tra il ruolo di tutore e quello di richiedente l'adozione che se venisse riconosciuto, stando all'istanza dei legali, potrebbe avere effetti sul procedimento in Israele, data la contestata legittimazione a richiedere il rimpatrio del bimbo.

I giudici si sono riservati, come già avevano fatto su altre istanze nei giorni scorsi dopo un'udienza nella quale i legali dei nonni avevano contestato la presunta «falsità» di un verbale del procedimento torinese che ha portato alla nomina della tutrice.

Per domani mattina, intanto, è fissata l'udienza davanti al Riesame di Milano per discutere sul fronte penale il ricorso della difesa contro l'ordinanza a carico di Shmuel Peleg, che ha portato al mandato d'arresto internazionale per il rapimento.