Dal confineComo: uccide il comandante, non voleva riammetterlo in servizio
SDA
28.10.2022 - 20:51
Tre colpi di pistola per regolare i conti con il superiore e gettare nella disperazione due famiglie: la sua e quella della vittima, il luogotenente Doriano Furceri, che non voleva rientrasse in servizio perché lo riteneva non ancora in grado di assolvere ai suoi doveri per i problemi psicologici che, fino a poco tempo fa, l'avevano tenuto lontano dal lavoro.
Keystone-SDA
28.10.2022, 20:51
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Il carabiniere, le motivazioni dell'omicidio del suo comandante e del tentato omicidio di un militare del Gis che dopo 13 ore di trattative hanno fatto irruzione nella caserma di Asso (Como) in cui si era asserragliato, ha provato a spiegarle al pubblico ministero (pm) di Como Michele Pecoraro e a due pm della Procura militare di Verona nella caserma del comando provinciale della città lariana.
Alla fine dell'interrogatorio il suo avvocato, Roberto Melchiorre, spiega che il suo assistito «è stato il più possibile collaborativo».
«Abbiamo la necessità di capire quello che è successo e non è solo un fatto di questa notte. C'è di più, molto di più. Deve essere approfondita nelle sedi opportune che non sono solo quelle giudiziarie, è una questione molto delicata».
Sotto la lente anche la storia «clinica»
Le indagini non stanno solo ricostruendo la dinamica dell'omicidio di Furceri, sostanzialmente quasi un'esecuzione al termine di accese discussioni nei giorni precedenti all'interno della caserma in cui vittima e omicida vivevano, ma anche la storia «clinica».
Sono sotto la lente la sua documentazione sanitaria e come sia stato reintegrato in servizio con la pistola Beretta, che ha sempre tenuto in mano, mentre i negoziatori dell'Arma cercavano, e con successo, di evitare un dramma ancora maggiore.
Per il brigadiere stesso, che continuava a mettere la canna dell'arma in bocca, minacciando di suicidarsi, e per le persone che si trovavano in caserma: i suoi colleghi e i loro famigliari.
Ha però anche fatto fuoco contro un carabiniere del Gis colpendolo al ginocchio, in modo fortunatamente non grave.
Sposato e con tre figli, il brigadiere era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell'Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) era affetto da problemi di disagio psicologico; dimesso era stato posto in convalescenza per diversi mesi. Era stato riammesso in servizio dopo l'esame di una Commissione Medico Ospedaliera, esterna all'Arma.
«Giù le mani dalle mogli degli altri»
Non sembra che nel tardo pomeriggio il luogotenente e il brigadiere avessero nuovamente litigato. Il piantone non ha sentito urla ma un colpo, un rantolo e altre due esplosioni.
Furcieri prima di arrivare sulla sponda orientale del lago di Como era in servizio a Bellano nel Lecchese dove le voci di paese si erano concretizzate in scritte sui muri. «Giù le mani dalle mogli degli altri».
Non si sa se questa vicenda abbia fatto maturare una disistima nei confronti del suo superiore, esacerbandolo verso la furia assassina del suo subordinato.
Il messaggio di Mattarella
«Sono profondamente scosso e rattristato dalle notizie dei tragici fatti nei quali, presso la Stazione Carabinieri di Asso, è rimasto ucciso il Luogotenente Carica Speciale dei Carabinieri Doriano Furceri e ferito uno dei militari intervenuti», ha scritto il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in un messaggio al Comandante generale dell'Arma, Teo Luzi.
«In questa triste circostanza – ha scritto il Capo dello Stato italiano -, nell'esprimere la mia vicinanza all'Arma, La prego di far giungere i miei sentimenti di partecipe e solidale cordoglio ai familiari del Luogotenente Furceri e gli auguri di pronto ristabilimento al Carabiniere colpito».
Si unisce al dolore la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni: «Alla famiglia, ai suoi cari e all'Arma dei Carabinieri giunga il cordoglio e la vicinanza del Governo».
Il generale Luzi, «a nome di tutti i carabinieri,» si stringe attorno alla famiglia della vittima, garantendo «la massima trasparenza nell'accertamento dei fatti».