TicinoCon le frontiere chiuse è cresciuto il fatturato nel settore alimentare
SwissTXT / pab
15.6.2020
«Posso abbozzare delle cifre, che parlano di un incremento delle vendite nel settore alimentare dal 20 al 30%».
Così, ai microfoni della RSI, Renzo Lucibello, presidente dell'Associazione dei distributori ticinesi (DISTI), che ha fornito i primi dati sull’aumento della cifra d’affari, mentre erano in vigore le norme anticoronavirus, del commercio di generi alimentari in Ticino, un settore che ha beneficiato anche del divieto di fare la spesa in Italia.
Aumento nella grande distribuzione, calo nella gastronomia
In generale, grossisti e distributori al dettaglio sono andati bene, ma con dei distinguo. Ari Lombardi, direttore di Agroval, un caseificio e yogurtificio di Airolo, spiega per esempio «che le vendite nell’ambito della grande distribuzione sono aumentate, ma che nella ristorazione e nell'albergheria sono state pari a zero».
«C’è stato un forte aumento sulla grande distribuzione, pari al 30%, ma anche una drastica diminuzione per quanto riguarda la gastronomia, pari all’80%», gli fa eco Marco Bassi, direttore della Federazione ortofrutticola ticinese (FOFT).
Complessivamente, il divieto di fare la spesa ha quindi portato a una crescita del 10% del fatturato della FOFT. Il mercato della carne ha invece dovuto fare i conti con un’emorragia provocata dalla chiusura dei ristoranti.
Per quanto riguarda i prezzi, Marco Bassi tiene inoltre a precisare: «Non li abbiamo ritoccati verso l’alto, malgrado la pandemia abbia causato spese supplementari al settore ortofrutticolo. Di conseguenza non verranno ritoccati al ribasso nonostante siano state riaperte le frontiere».