Idea di 5 cittadini «Per una Lugano aperta, innovativa e accogliente»

SwissTXT / pab

21.10.2021

Nella foto il gruppo di cittadini di Lugano che hanno presentato un documento con le proposte per una Lugano aperta, innovativa ed accogliente. Da sinistra, Damiano Merzari operatore culturale, Sophie Maffioli architetto, Edo Carrasco imprenditore sociale esperto in politiche giovanili, Monique Bosco-von Allmen architetto e Boas Erez professore universitario.
© Ti-Press / Davide Agosta
Nella foto il gruppo di cittadini di Lugano che hanno presentato un documento con le proposte per una Lugano aperta, innovativa ed accogliente. Da sinistra, Damiano Merzari operatore culturale, Sophie Maffioli architetto, Edo Carrasco imprenditore sociale esperto in politiche giovanili, Monique Bosco-von Allmen architetto e Boas Erez professore universitario. © Ti-Press / Davide Agosta
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Un programma in quattro punti per una città che in molti amano, ma che, soprattutto in questi mesi di pandemia, sembra essersi fermata, quasi avvizzita. Il tutto nasce da cinque cittadini uniti dal sogno di una città capace di vivere e progettare il suo presente (e il suo futuro) praticando il dialogo e il confronto.

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Ed ecco quindi affacciarsi all'orizzonte la «Lugano, città ‹delle› culture»; la «Lugano abitabile»; la «Lugano che crea appartenenza» e la «Lugano da capire».

A proporla cinque cittadini: due architette (Monique Bosco-von Allmen e Sophie Maffioli); un operatore culturale (Damiano Merzari); un imprenditore sociale ed esperto di politiche giovanili (Edo Carrasco) e un professore universitario (Boas Erez).

Uno di loro - Edo Carrasco - non ne ha fatto mistero alla RSI: l'idea di fare qualcosa per Lugano al di fuori delle logiche della contrapposizione, è nata la notte in cui il Centro sociale del Molino è stato abbattuto.

Per una Lugano «delle culture»

«Ho partecipato alle manifestazioni e ho condiviso l'indignazione, ma penso sia giunto il momento di entrare in una logica di transizione e costruzione», ha precisato ai microfoni della RSI.

Nasce così l'idea di costruire una nuova Lugano, una Lugano «delle culture», ma anche una Lugano al passo con la transizione ecologica e digitale.

Una transizione possibile «se si avrà la volontà e il coraggio di pensare a nuovi insediamenti abitativi atti ad accogliere cittadini di diversa estrazione sociale e provenienza, ma anche luoghi di nuovi spazi di incontro e scambio di idee», come sostenuto alla RSI da Monique Bosco-von Allmen.

Una di queste idee sta proprio nella creazione di un'associazione in grado di raggruppare le diverse istanze di produzione culturale perché la cultura non è un monolite, ma un conglomerato. Obiettivo? «Creare un modus operandi per realizzare una città nella quale tutti stiano e vivano meglio », precisa alla RSI Boas Erez.

Dialogo, energie comuni, un progetto condiviso

Parola d'ordine: dialogo. Lugano città aperta non ha bisogno di fronti opposti, ma di energie comuni da investire in un progetto condiviso.

I promotori, proprio per raccogliere idee, critiche, impegno e proposte di altri cittadini hanno creato quest'indirizzo: per.lugano@gmail.com affinché ciascuno possa tornare ad essere artefice del proprio destino.