La mamma di Mario Gavranovic La mamma di Mario Gavranovic:  «Non ho guardato il rigore, ho pianto tanto»

SwissTxt / pab

30.6.2021

Mario Gavranovic sigla l'importantissimo 3 a 3 al 90esimo minuto.
Mario Gavranovic sigla l'importantissimo 3 a 3 al 90esimo minuto.
KEYSTONE/AP Photo/Vadim Ghirda, Pool

La mamma dell'attaccante che ha segnato il terzo gol alla Francia permettendo alla Nati di andare ai supplementari e poi vincere la partita ai rigori e qualificarsi per i quarti di finale dell'Euro, ha raccontato alla RSI le emozioni vissute in una serata storica per il calcio elvetico.

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«Ho pianto tanto, è stata una cosa incredibile. Sono veramente contenta per lui e per tutti i ragazzi della Nazionale, perché nessuno mai vince da solo», racconta Ivanka Gavranovic, mamma di Mario, ai microfoni della RSI.

La madre del 31enne, cresciuto calcisticamente nelle squadre giovanili ticinesi, racconta: «Al telefono, la prima cosa che mi ha chiesto è stata come ho vissuto i rigori. Mario lo sa che gli ho sempre detto di non tirarli… infatti non ce l’ho fatta a guardarlo».

Già, perché oltre ad aver segnato il gol del pareggio (3 a 3) al 90esimo minuto, rete che rimarrà nella storia del calcio svizzero per decenni, Mario, giova ricordarlo, si è incaricato di tirare il primo rigore, trasformandolo con sicurezza, dando fiducia a tutta la squadra, spianando la strada per i quarti di finale dell'Euro. 

Su tutte le prime pagine dei giornali

Le forti emozioni non sono finite però velocemente lunedì sera, anzi sono continuate anche durante la notte: «Caroselli? Ma certo che li ho fatti! Mi sono potuta sfogare, sono andata a letto alle 5 di mattina!».

E anche al risveglio la favola è continuata. «Sono andata in edicola per comperare il giornale e ho visto che su tutti c'era la foto di Mario. Allora ho detto alla ragazza che li vendeva che ne comperavo una copia di ognuno. "È mio figlio quello su tutte le prime pagine" gli ho detto. Non ci credeva e allora le ho fatto vedere la mia carta d'identità».

«Contava solo il calcio e la scuola»

«Mario, con i suoi due fratelli, fin da piccolo ha sempre e solo giocato a calcio, con ragazzi di altre nazionalità, italiani, portoghesi, ... per lui sono tutti uguali, non ha mai fatto nessuna differenza. Si è fatto molti amici. Non sono mai andati al bar a bere e non hanno mai fumato: giocavano sempre a calcio e studiavano» racconta con fierezza Ivanka.

«Ho ricevuto molte chiamate dalla Croazia perché Mario scegliesse di giocare per loro ma la mia risposta è sempre stata che lui è nato qui e che non sono io che devo dire a mio figlio per chi deve giocare. Mario ha capito che non avrebbe mai avuto un posto in Croazia e che sarebbe sempre stato uno straniero. Qui invece, già nella U16, ha trovato molti amici, come per esempio Shaqiri» racconta ancora la mamma di Supermario.

«Non è importante chi fa gol ma che la Nati vinca»

E in futuro? «Spero che segni ancora un gol. Ma non è importante chi segna. L'importante è che la Nazionale vinca»

E anche se venerdì la signora Ivanka non potrà essere a San Pietroburgo a tifare i rossocrociati, che scenderanno in campo contro la Spagna, perché farà la nonna, seguirà la partita dalla sua casa di Cadempino.

Anche se, confessa, se dovesse capitare, probabilmente non avrà mai il coraggio di guardare un rigore calciato dal figlio.