COVID-19 L'edilizia riparte, ma a regime ridotto e sotto stretto controllo

SwissTXT / pab

19.4.2020

Da lunedì, con la ripresa parziale dell'edilizia riprendono anche i controlli sui cantieri
Da lunedì, con la ripresa parziale dell'edilizia riprendono anche i controlli sui cantieri
archivio Ti-Press

Lunedì 20 aprile in Ticino riaprono i cantieri, ma solo quelli nei quali vengono impiegati al massimo 10 lavoratori, nel rispetto delle norme di distanza sociale (2 metri all'aperto e un muratore ogni 10 metri quadrati all'interno) e di igiene (guanti e mascherina).

Per molti non sarà facile, come conferma alla RSI il direttore della Società svizzera impresari costruttori (SSIC) Nicola Bagnovini, tanto che solo in un massimo di 300 località dovrebbero tornare a muoversi le gru e a risuonare i macchinari della costruzione.

Dei 4'000 frontalieri che lavorano nel settore delle costruzioni solo un terzo varcherà la frontiera lunedì, visto che per ridurre i passaggi alla dogana si è deciso di privilegiare la manodopera residente.

Ritardi e carenze nella fornitura

Grosse difficoltà sono poi previste anche al capitolo del rispetto dei termini di consegna e sul piano della resa delle diverse squadre, che in ragione delle limitazioni imposte dal coronaviruis sarà certamente inferiore.

«Ritardi e carenze nella fornitura le temiamo anche in relazione alla fornitura del materiale per il ferro d'armatura, in particolare, e per il beton», spiega ancora Bagnovini.

Il Ticino chiede aiuto alla SUVA

Da sottolineare che il Ticino ha deciso di rivolgersi alla SUVA per controllare il rispetto delle norme sanitarie da parte dei datori di lavoro.

Al momento la task force formata da ispettori del Cantone e della SUVA è composta da 10 persone, ma il potenziamento è imminente. Del resto, come conferma sempre alla RSI il direttore della Divisione dell'economia, «anche la collaborazione con i sindacati è buona e le loro segnalazioni non cadono nel vuoto».

I controlli nella maggior parte dei casi saranno a sorpresa.

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