Lugano Rubate criptovalute per oltre 10 milioni di franchi a un'azienda di Lugano

Swisstxt / Red.

23.2.2022

Immagine illustrativa/foto d'archivio
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KEYSTONE/DPA/INA FASSBENDER

Una società attiva tra Lugano e Londra nel settore delle blockchain si è vista sottrarre lo scorso settembre 12 milioni di franchi in bitcoin. È il più grande furto mai registrato nel cantone, frutto di un attacco hacker che solo un migliaio di persone al mondo sanno sferrare. 

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Si tratta di un colossale attacco hacker compiuto lo scorso 19 settembre. Sicuramente il più grande finora emerso in Ticino.

Qualcuno è riuscito a eludere il protocollo informatico della PNetwork, azienda attiva nel settore delle criptovalute, rubando oltre 170 Bitcoin, che in quel momento erano valutati quasi 13 milioni di dollari (circa 12 milioni di franchi).

L'attacco è stato molto sofisticato, se si pensa che solo poche persone al mondo sono capaci di compierlo.

Ecco cosa è accaduto

Il CEO dell’azienda Andrea Bertani spiega ai microfoni della RSI cosa è successo: «Il progetto PNetwork, come altri progetti, nel settore è completamente trasparente, ciò significa che il codice con il quale funziona è pubblico, e questo ha dei pro e dei contro. I pro sono che tutti possono vederlo e assicurarsi che tutto funzioni per il meglio; i contro sono che se ci sono errori, vulnerabilità o bug, qualsiasi attaccante li può trovare con facilità. Ed è quello che è successo nel nostro caso».

L’hacker è riuscito a capire quali erano queste falle, a clonare un codice e sottrarre i soldi versandoli sul suo wallet, il suo portafoglio virtuale. «Stiamo parlando di un attacco molto sofisticato che solo un migliaio di persone al mondo sono capaci di compiere», spiega ancora Bertani.

Le transazioni però sono state registrate, tutto è tracciato grazie alla tecnologia blockchain. «L’attaccante è dunque ancora costretto a tenerli bloccati nel suo conto. Abbiamo delle piste da seguire per trovare chi ci sia dietro l’attacco ma la collaborazione con le forze dell’ordine potrebbe velocizzare queste ricerche», confida il CEO della PNetwork, che ha sporto denuncia alla polizia.

Denunciare? Una scelta difficile

«Non tutti denunciano visto che molte aziende vittime di hackeraggio per paura di far sapere le proprie vulnerabilità non avvisano la polizia, per questo il Consiglio federale vuole rendere obbligatoria la segnalazione di un attacco», spiega da parte sua l'avvocato Lars Schlichting, che in questo caso difende la PNetwork.

Difficile inoltre portare avanti inchieste in questo settore, questo anche perché stare al passo con la criminalità informatica per le autorità non è cosa semplice.

Attacchi di altissimo livello molto rari inTicino

In Ticino è attiva presso la Polizia cantonale una sezione specifica per il cibercrimine da circa vent’anni, denominata SATI (Sezione Analisi Tracce Informatiche).

«Per ora i casi con cui abbiamo avuto a che fare che riguarderanno le criptovalute sono soprattutto inerenti alle estorsioni, ossia pagare al posto che in franchi o euro con questo genere di moneta», spiega alla RSI Orlando Gnosca, capitano del Reparto giudiziario 1, «sono meno frequenti attacchi informatici ad altissimo livello».

Criptovalute non del tutto inviolabili

Questi attacchi, seppure limitati a meno di una decina all'anno e malgrado le criptovalute siano per molti inviolabili, sono possibili e in crescita anche in Ticino.

«In sé il Bitcoin, come altre monete virtuali sono inviolabili, perché sono cifrate da codici matematici. Quello che è violabile è l’ecosistema cioè le applicazioni o siti che le gestiscono, oppure direttamente i server o i dati personali dei detentori delle criptovalute. Sono tutte queste cose che possono essere soggette ad attacchi informatici», spiega Alessandro Trivilini responsabile del Servizio informatica forense SUPSI.

Quali sono le soluzioni?

Per risolvere questi problemi «La collaborazione pubblico privato è la soluzione, come stanno facendo molti paesi al mondo», continua l'esperto. «Unire dunque un poliziotto a un buon informatico è la chiave di volta per ridurre i costi e i tempi nonché sperare di trovare tracce utili per chiudere un’inchiesta».

La strada da compiere nel mondo in continua e veloce evoluzione della blockchain è sicuramente ancora lunga. Dal canto suo la PNetwork ha previsto un sistema per risarcire i suoi clienti. Ma la speranza di recuperare i bitcoin rubati è ancora viva.