Secondo il bilancio di Locarno Monti, a Sud della Alpi non si osservava una stagione invernale così mite e asciutta dal lontano 1864, e rispettivamente così soleggiata dall'inizio delle misurazioni nel 1961.
SwissTXT/Red
14.03.2022, 08:55
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Come riportato dalla RSI, un inverno così non si è mai visto prima sul versante sud alpino. La stagione fredda, conclusasi da un punto di vista meteorologico a fine febbraio, è stata la più mite e la più asciutta dal 1864. È stata anche la più soleggiata dall'inizio delle misure nel 1961 con oltre 530 ore di sole, quando la media storica era di circa 400.
La somma dei tre aspetti ha determinato l'assoluta eccezionalità del periodo a cavallo tra il 2021 e il 2022, sottolineata domenica dai meteorologi di Locarno Monti, che hanno tracciato il bilancio dell'inverno nella Svizzera italiana, dove si sono avuti tre mesi quasi interamente nel segno dell'anticiclone che ha impedito l'arrivo verso le Alpi delle perturbazioni atlantiche.
Un inverno anomalo per la montagna
Come riportato dalla RSI, in altri luoghi come la montagna l'inverno è stato ancora più anomalo. Lo scorso 1° gennaio sono state registrate temperature da primato: a Cimetta sono stati raggiunti 16.6 °C e a Robiei 13.8 °C. Inoltre la neve è stata scarsissima.
In Ticino e nel Moesano l’altezza media del manto è stata la più bassa mai registrata dall’inizio delle misure: a Bosco Gurin è stata mediamente di 4 centimetri, mentre nei 30 anni precedenti di solito (si parla sempre di medie) erano di 66.
Come riportato dalla RSI, tuttavia questo inverno è stato caratterizzato anche da tanto vento da nord. Nel Ticino centro-meridionale si sono registrate circa 300 ore di favonio, il 70% più della norma.
In Alta Leventina invece lo scostamento è stato del 37% ma con 941 ore di vento. Ancor più anomala la situazione in Val Poschiavo dove sono state registrate 666 ore di vento da nord: l'82% in più rispetto alla norma.
In passato al Sud delle Alpi ci sono già stati inverni con meno precipitazioni e anche inverni più caldi. Ma mai caratterizzati da un clima contemporaneamente tanto mite e secco.
Il totale stagionale delle precipitazioni non ha superato il 22% della norma 1991-2020 e l’inverno è risultato il quarto più scarso di precipitazioni a partire dal 1864.
Le due stazioni che hanno misurato i quantitativi maggiori sono quelle di Robiei (144.9 mm) e San Bernardino (81.2 mm), che non hanno comunque superato il 37% della norma stagionale. La portata dei fiumi è scarsa da mesi e i laghi sono a livelli molto bassi.
Quello del Verbano da gennaio è attorno a 192,7 metri, una settantina di centimetri sotto la norma. Quello del Ceresio è di 270 metri, 40-50 centimetri sotto la media.
La temperatura media dell’inverno 2021/22 è risultata pari a -0.9 °C, valore superiore alla norma 1991 – 2020 di 1.6 °C. I mesi di gennaio e febbraio sono quelli che hanno contribuito maggiormente a questa anomalia positiva di temperatura.
A Sud delle Alpi, come registrato ad esempio a Locarno Monti e a Lugano, si è trattato del secondo o del terzo inverno più mite dall’inizio delle misure.