LuganoAtti sessuali tra ex direttore e due allieve, «il superiore sapeva, ma non ha affrontato il problema»
SwissTXT / red
13.6.2023 - 11:28
Atti sessuali tra l'ex direttore e due allieve, presentati a Bellinzona i risultati dell'inchiesta amministrativa sulla scuola media di Lugano Centro.
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13.06.2023, 11:28
13.06.2023, 11:42
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Dopo la condanna a 36 mesi, in febbraio, per reati contro l’integrità sessuale di due allieve minorenni, è giunta in porto anche l'inchiesta amministrativa innescata dai comportamenti del 39enne, ex direttore della scuola media di Lugano Centro.
Il rapporto conclusivo è stato presentato martedì mattina alla stampa. Ne è emerso in particolare, come riporta la RSI sul proprio sito, che non poche segnalazioni, relative ad atteggiamenti inadeguati, erano giunte al precedente (ora pensionato) direttore della SM espresse da diversi docenti e da parte di terze persone.
La parola è stata presa dapprima dall'avvocato Demetra Giovannettina per la Commissione d'inchiesta amministrativa: «Non si trattava di rifare l'inchiesta penale, ma di capire cosa si sapeva all'interno della scuola. Nel periodo esaminato, aprile-maggio 2021, il docente ha tenuto un comportamento inadeguato che era stato segnalato al direttore dell'epoca relativo a comportamenti eccessivamente spigliati ed eccessiva vicinanza con gli allievi. Questo il contenuto delle segnalazioni giunto attraverso varie fonti».
L'avvocato Maria Galliani, pure membro della Commissione d'inchiesta, ha quindi parlato dei risultati ottenuti: «Nessuno dei docenti attualmente in carica ha violato doveri di servizio. C'è chi ha segnalato all'allora direttore quanto appreso dalle allieve e anche chi non ha segnalato, presumendo che in buona fede lo avessero riportato al direttore. Nessuno dei docenti ha voluto scavalcare il proprio superiore gerarchico per rivolgersi al DECS».
Comportamenti inopportuni del docente
L'allora direttore aveva, ha proseguito Galliani, «informazioni di comportamenti inopportuni del docente. Secondo la Commissione l'allora direttore disponeva di diversi segnali che imponevano una decisione diversa. Non ha correttamente valutato le informazioni in suo possesso, che avrebbero richiesto un confronto e una condivisione della situazione con il consiglio di direzione e con il DECS. Anche perché il docente era in predicato di diventare il nuovo direttore». Come poi è successo.
Secondo Galliani, l'allora «direttore avrebbe dovuto affrontare seriamente la situazione. È venuto meno all'obbligo di assicurare un ambiente sano e ottimale per gli allievi».
La prima precisazione è che «le voci e segnalazioni di comportamenti inadeguati del docente non contenevano evidenze di comportamenti penalmente rilevanti che si sono verificate dopo la fine dell'anno scolastico. Sino a maggio si parlava di comportamenti inopportuni, ma non di rilevanza penale». La seconda precisazione, ha proseguito, è che «non si può dire che un comportamento diverso dell'allora direttore avrebbe permesso di evitare quanto accaduto dopo fine maggio».
Galliani ha confermato l'esistenza di un video che mostrava il docente che «passeggiava con due allieve. Non l'abbiamo visionato perché il contenuto ci è stato riportato da più fonti. Per le nostre valutazioni era sufficiente che questa informazione fosse giunta al direttore».
Carobbio: «Misure di prevenzione rafforzate»
L'analisi, presentata stamattina, guarda anche al futuro, attraverso le nuove direttive di prevenzione «tese a contrastare i rapporti inadeguati» dentro la scuola.
Misure illustrate dalla consigliera di Stato e direttrice del DECS, Marina Carobbio, che ha espresso il proprio profondo rincrescimento per l'accaduto e la vicinanza agli allievi, alle famiglie e all'istituto.
«È inammissibile - ha detto - approfittare del proprio ruolo di insegnante per tenere comportamenti inadeguati con gli allievi». Per questo si è deciso di «potenziare la sicurezza delle allieve e degli allievi contro ogni forma di violenza, oltraggio, brutalità fisiche o mentali, maltrattamento, molestie e abusi sessuali».
A questo proposito, ha proseguito la direttrice del DECS, «da oggi sono in vigore le nuove misure sui comportamenti inadeguati». Vigerà in particolare l'obbligo di notifica dei comportamenti inadeguati alla direzione e la condivisione con il consiglio di direzione. La notifica dovrà essere in seguito trasmessa ai superiori del DECS.
Verrà inoltre rafforzata la formazione e a sensibilizzazione dei docenti con una collaborazione in rete tra DFA/SUFFP, servizi specifici della Polizia cantonale e l’attuale gruppo di psicologi del DECS. Infine, verrà promosso un «coaching» interno quale supporto nella presa a carico delle situazioni problematiche constatate nella quotidianità di un istituto.
Alcune misure verranno adottate da subito, altre con l’inizio dell’anno scolastico 2023/’24. «Siamo consapevoli che va migliorato l'approccio culturale in un'ottica di rispetto dell'integrità degli allievi», ha detto Carobbio.
Lo scandalo e la condanna a 36 mesi
La vicenda, che aveva fatto scalpore, era emersa lo scorso anno, quando il Ministero pubblico aveva dato notizia dell’arresto, il 7 settembre 2022, di un direttore di una scuola media del Luganese. Nei suoi confronti la magistratura aveva subito ipotizzato reati legati alla sfera intima di alcune sue allieve minorenni. Dopo l’arresto l’allora 39enne docente svizzero aveva iniziato a collaborare, ammettendo gli addebiti.
I fatti contestati si erano svolti tra maggio e luglio 2021, quando il docente aveva avuto un rapporto completo con una delle due studentesse, mentre la seconda ragazza era stata palpeggiata, sempre in quel mese di luglio, davanti alla vittima principale.
Sul fronte amministrativo il docente due settimane dopo l’incarcerazione, a fine settembre, aveva rassegnato le dimissioni anticipando un sicuro licenziamento da parte del Consiglio di Stato. In parallelo si è svolta l’inchiesta per far luce sui comportamenti tenuti dall’uomo e su eventuali responsabilità di altri.
Tra i campanelli d’allarme, alcuni genitori avevano mosso critiche per il contenuto e il taglio di un corso di lezioni su affettività e sessualità, che il docente aveva tenuto con i ragazzi nell’ambito della sua tesi di abilitazione. Ma le rimostranze, secondo il DECS, si erano fermate a livello della direzione scolastica.
Sul fronte penale, al termine del processo, svoltosi con rito abbreviato in febbraio davanti alle Assise criminali di Lugano, l’uomo era stato condannato a 36 mesi di carcere (di cui 6 da scontare) per ripetuti atti sessuali con due sue allieve, entrambe di età inferiore ai 16 anni.
Per aver «violato tutte le regole dell’insegnamento», il giudice Mauro Ermani ha pure stabilito che l’imputato non potrà più svolgere attività, professionali, ma non solo, che prevedono contatti regolari con minori.