COVID-19 in TicinoMerlani: «Il rischio di ripartire c’è, SMCC pronto a riattivarsi»
SwissTXT / pab
9.7.2020
«Il rischio di ripartire c’è e negli ultimi giorni ho avuto contatti con il capo dello Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) Matteo Cocchi e con il suo sostituto Ryan Pedevilla. Ci sentiamo regolarmente e il rischio è che ci si rivedrà, magari a ranghi ridotti, nei prossimi giorni».
Lo SMCC è quindi pronto a riattivarsi se sarà necessario, ma al momento per le autorità è il comportamento della popolazione che deve cambiare, con lo slogan lanciato oggi che richiama alla «prudenza, sempre»
Ecco perché è giustificata la necessità di alzare l'allerta
I dati di luglio dicono infatti che in soli 9 giorni in Ticino ci sono stati 36 nuovi casi di contagio accertati, due ospedalizzazioni e 450 decisioni di quarantena, a fronte dei 14 contagi nell'intero mese di giugno.
«Se ieri i casi erano 8 e diventa arancione e se poi oggi scendendo a 2 tornassimo all’azzurro, la popolazione non capirebbe assolutamente più nulla. Il discorso è un altro: nel mese di giugno, in cui avevamo delle serie di zero e qua e là qualche singolo caso, eravamo all’azzurro. Ora è invece evidente che tutti i giorni abbiamo dei casi con una tendenza verso la crescita, dobbiamo pertanto segnalarlo e comunicarlo in maniera corretta».
Necessario il cambiamento di comportamento della gente
Il cambio di colore non ha però al momento portato a ulteriori misure restrittive, ma anche a questo c’è una spiegazione: «Direi piuttosto che in realtà correggiamo il fatto di non aver cambiato colore prima, con le misure messe in atto ormai da quasi una settimana. Ad ogni modo le misure hanno la loro efficacia, ma il comportamento della popolazione è ancora più importante. Rimarcare il cambiamento di situazione attuale è proprio per modificare i comportamenti».
Merlani sottolinea infine come sicuramente non ci troviamo nella situazione di febbraio, quando i colori pure cambiavano, ma «non siamo nemmeno in quella di giugno e bisogna quindi fare attenzione se non vogliamo tornare alla situazione di febbraio o peggio ancora a quella di marzo».