COVID-19Ospedali ticinesi pronti alla seconda ondata
SwissTXT / pab
10.10.2020
I due ospedali ticinesi di riferimento per il trattamento del Covid-19 sono pronti ad affrontare la seconda ondata dell'epidemia.
Il consistente aumento dei contagi registrato anche in Ticino, almeno per il momento, non ha comportato una altrettanto importante crescita dei ricoveri (attualmente ci sono 7 ricoverati di cui uno in cure intense), ma a La Carità di Locarno e alla Clinica Luganese Moncucco da mesi si è all'opera per far fronte ad ogni evenzienza. L'evoluzione della situazione ha però imposto un'accelerazione nei preparatativi.
In caso di necessità, riporta la RSI, sarà disponibile oltre una sessantina di posti in terapia intensiva. Meno rispetto alla novantina che era stata allestita durante la fase più calda della prima ondata, a cavallo tra marzo e aprile, ma, assicurano, sufficienti a far fronte a tutte le esigenze: quelle legate alla malattia provocata dal coronavirus SARS-CoV-2 e quelle legate ai tanti altri fattori dei quali occorre tenere conto in questa fase.
Previsti anche 200 letti in reparto
Anche perché le condizioni, durante il confinamento, quando le conoscenze della malattia era ben inferiori a quelle odierne, erano molto diverse.
Per affrontare i mesi a venire, la Clinica Moncucco ha previsto una ventina di posti per accogliere i pazienti che necessitano di cure intensive (Covid-19 e non).
Oltre il doppio invece invece quelli che potrebbero essere resi disponibili nell'ospedale di Locarno, dove in breve tempo potrebbero essere riattivati anche 200 letti in reparto. In aggiunta c'è la dotazione di guanti, mascherine, tute e ventilatori che ora è disponibile in quantità maggiori rispetto ai mesi scorsi.
Un reparto di cure intense pronto a essere attivato
Nella struttura dell'Ente ospedaliero cantonale si è preparati anche a far fronte a un'emergenza repentina. «Addirittura abbiamo un intero reparto di terapia intensiva, completamente equipaggiato, che attualmente è vuoto, in attesa di una eventuale messa in esercizio che potrebbe avvenire, secondo il piano studiato dall'EOC, entro 4 ore dall'allarme», spiega alla RSI il direttore sanitario e viceprimario di Medicina intensiva Michael Llamas.
Il dispositivo approntato sei mesi fa non è stato smantellato. A Locarno, fuori dal pronto soccorso, la tendina in cui veniva svolto il triage è sempre presente. Non viene più usata, ma si è pronti a riattivarla.
Alla Clinica Moncucco si attende invece la licenza edilizia per realizzare gli interventi progettati per migliorare l'entrata e l'accoglienza dei pazienti che si spera di realizzare nelle prossime settimane.