«Le misure fino ad ora introdotte in Ticino sono sempre state più restrittive rispetto alle disposizioni federali e a quelle della maggioranza dei Cantoni», ha tenuto a precisare, ai microfoni della RSI, il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi.
Il ministro ha inoltre espresso dubbi sulle modalità formali adottate da Berna: «Una delle misure che in questa situazione avrebbe permesso al Consiglio federale di dirigere meglio, era per esempio decretare lo stato di situazione straordinaria, passando quindi a un livello successivo. Questo avrebbe consentito di agire direttamente, non in questa forma ibrida che evidentemente crea discussioni, come abbiamo visto».
Gysin: «Bisogna chiedersi perché siam arrivati a questo punto»
Dal canto suo, la consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin ha affermato che ora occorre fare un passo indietro e ricordarsi perché siamo arrivati a questo punto: «Perché troppi cantoni non hanno fatto i loro compiti. Non hanno preso le misure che sarebbero state necessarie visto l'evolversi della pandemia. Troppi cantoni, nonostante gli appelli, nelle ultime settimane sono rimasti a guardare, hanno deciso di non decidere e quindi il Governo ora, finalmente, si è mosso».
«La preoccupazione più grande della maggioranza del Parlamento - afferma ancora Gysin, riferendosi a partiti borghesi vicini agli ambienti economici - sembra quella di evitare a tutti i costi un secondo lockdown, quindi siamo in questo mezzo lockdown che nessuno capisce bene che cos'è, che cambia ogni paio di giorni, mentre la massima priorità dovrebbe essere quella di proteggere la salute della popolazione e dare sostegno all'economia, alla cultura e al mondo sociale. Pochissimi ammettono che siamo uno degli Stati che a livello europeo sono messi peggio».
Caduff: «In questo momento ho più domande che risposte»
Secondo Marcus Caduff, consigliere di Stato grigionese, a questo punto «sarebbe stato più coerente chiudere i ristoranti e indennizzarli. Noi abbiamo preso misure più rigorose una settimana fa, ma per le imprese rimane un'incertezza elevata».
«La decisione positiva di oggi - conclude - è che i ristoranti possono tenere aperto la domenica, ma rimangono ancora troppe domande sulle date e i numeri. Anche per quanto riguarda il coordinamento con gli altri cantoni in questo momento ho più domande che risposte».