Vendita Negozi aperti mezz'ora in più dal 1° gennaio: «Commercianti pronti»

SwissTXT / pab

13.12.2019

Lorenza Sommaruga (Federcommercio) ed Enzo Lucibello (DISTI) 
Lorenza Sommaruga (Federcommercio) ed Enzo Lucibello (DISTI) 
Ti-Press

«Il commerciante è una persona piuttosto flessibile e quindi il primo gennaio sarà prontissimo per fare anche questo se lo ritiene opportuno».

Il presidente dell'associazione dei grandi distributori ticinesi Enzo Lucibello commenta così, ai microfoni della RSI, quella che ormai è una certezza: dal 1° gennaio i negozi ticinesi potranno restare aperti una mezz'ora in più.

«Siamo molto contenti, è un'ottima opportunità per tutti quanti. Avremo finalmente molta più chiarezza», gli fa eco Lorenza Sommaruga, presidente di Federcommercio. «A parer mio non dovrebbero esserci difficoltà. Innanzitutto chi vorrà tenere il negozio aperto più a lungo o nelle domeniche concesse in via definitiva potrà farlo se vorrà farlo. È un'opportunità per tutti che va colta di chi vorrà farne uso».

Nessuna paura che qualcuno rimanga indietro

Sommaruga non ha paura che qualcuno rimarrà indietro perché «un negozio chiuso non vende. Se è un piccolo negoziante confido che possa tenere aperto, come del resto faccio io».

E nella grande distribuzione? «Penso che tutti apriranno. – Risponde Lucibello - Ricordiamo che già oggi in Ticino più della metà dei negozi ha la facoltà di aprire fino alle 19. Gli altri si adatteranno in un batter d'occhio».

C'è tempo quindi anche per riorganizzare i turni e non pesare suoi lavoratori? «C'è tutto il tempo necessario per organizzarsi senza mettere in difficoltà i collaboratori che in questo periodo natalizio sono molto sollecitati».

Gargantini (UNIA): «Valutiamo il ricorso»

Su tutto l'apparato legislativo pende però ancora il rischio di un ricorso da parte del sindacato UNIA, a cui nonostante diverse richieste, non è ancora stata fornita la documentazione per verificare se effettivamente sia stato raggiunto il quorum dei datori di lavoro che deve essere il 50% più uno: «L'entrata in vigore di questo contratto collettivo – spiega il segretario cantonale Giangiorgio Gargantini – permette l'entrata in vigore di una legge, quindi si tratta di rispettare la volontà popolare. Bisogna quindi procedere a un controllo per conoscere quanti e quali sono i negozi che sono stati contabilizzati per stabilire il quorum, in maniera da essere sicuri che lo stesso sia aderente alla realtà. Se avremo accesso alla documentazione la studieremo, se non ci verrà concesso ci riserveremo la possibilità di contestare giuridicamente tutto l'impianto».

E anche il preavviso di sole due settimane per l'entrata in vigore dei nuovi orari lascia perplesso il sindacato: «Su un dossier così importante, arrivare a un minuto da mezzanotte a promulgare una legge, senza considerare gli eventuali tempi di ricorso pubblicando un testo al 13 dicembre con entrata in vigore il 1° gennaio, tra l'altro di due leggi una legata all'altra… beh, è chiaramente una tecnica per impedire il lavoro di chi vorrebbe controllare la correttezza del processo, e non è giusto», conclude Gargantini.

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