Pandemia Parmelin in Ticino: «I giovani penalizzati a più livelli»

Swisstxt

22.3.2021 - 16:18

Guy Parmelin
Guy Parmelin
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«Le giovani generazioni sono penalizzate a più livelli», ha ammesso Guy Parmelin, interrogato sul tema del disagio giovanile a Lugano, teatro nel fine settimana degli scontri alla foce del Cassarate.

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Il presidente della Confederazione ha sottolineato però come in Svizzera, perlomeno, «siamo riusciti a tenere le scuole aperte».

Il Consiglio federale ha allentato le condizioni per gli assembramenti - da oggi, lunedì, si sono possono riunire fino a 10 persone all'interno - «diminuendo una forte restrizione delle libertà individuali», ma è convinto che le misure in vigore costituiscano la strada migliore per uscire rapidamente dalla pandemia.

Certo, ha detto, bisognerà evitare discriminazioni e fintanto che tutti coloro che lo desiderano non avranno avuto la possibilità di vaccinarsi, «sarebbe ingiusto» raccontare a un giovane che non può assistere a uno spettacolo perché non immunizzato.

Parmelin in Ticino per inaugurare il campus USI/SUPSI

«È difficile dire alla popolazione che deve reggere ancora alcune settimane», ha ammesso Parmelin, che, in Ticino per inaugurare il campus USI/SUPSI di Viganello, ha detto comunque di aver trovato un cantone «ottimista» e di cui anche il resto della Svizzera dovrebbe seguire l'esempio per quanto riguarda la campagna vaccinale, la via da percorrere per arrivare all'uscita dal tunnel.

Quello del disagio della popolazione è stato un tema più volte evocato nella conferenza stampa a Palazzo Civico. «Speriamo che la primavera lasci dietro di sé non solo l'inverno, ma anche un po' alla volta la situazione che tristemente conosciamo», aveva detto il sindaco Marco Borradori, invocando «una nuova stagione» anche per il futuro dei nostri giovani «confrontati con una situazione particolarmente destabilizzante».

Nell'incontro con Parmelin «abbiamo avuto modo di esprimere il disagio della popolazione - non solo quella giovane - di fronte a un periodo lungo di chiusure», gli ha fatto eco il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. Un disagio emerso anche nel resto del paese. «C'è bisogno di risposte e prospettive», ha detto Gobbi.