Vaccino Covid Per lo Sputnik «luganese» i tempi si allungano

10.3.2021

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
Keystone

Dieci milioni di dosi di Sputnik prodotte a partire da luglio dalla Adienne Pharma&Biotech, e pronte entro la fine del 2021? La notizia circolata ieri su tutti i media è stata categoricamente smentita al TG della RSI dal fondatore e presidente dell’azienda italo-svizzera che ha siglato il primo contratto per la produzione del vaccino russo in Europa.

«Questa è una cosa che non è stata detta né dal sottoscritto, né dal mio ufficio stampa e né dalla controparte russa. Non so da dove arrivi. E ci tengo a precisare che non ci saranno 10 milioni di dosi da quest’anno. È un mese che abbiamo firmato l’accordo. Stiamo ancora preparando il technology transfer (ndr.: il trasferimento della tecnologia). Produrre vaccini non è come produrre caramelle».

La ditta con sede legale a Lugano, ma che produrrà nel suo stabilimento di Caponago, possiede comunque la tecnologia necessaria, spiega Antonio Di Naro. «L'esperienza noi l’abbiamo da anni che produciamo con i bioreattore (necessari per produrre vaccini)».

Per ora le tempistiche sono ancora in forse. «Quando lo produrremmo? Il prima possibile. Se avremo tutto completato per il 'technology transfer' quanto riceveremo le dovute ispezioni delle autorità e ci daranno l’ok per partire. Entro fine anno non si sa quante dosi potranno essere prodotte».

Intanto l'Europa frena

Intanto l'Europa frena gli entusiasmi sul progetto Sputnik V. La Commissione europea, «in questo momento», non ritiene il vaccino parte della sua «strategia vaccinale». Roma si accoda a Bruxelles, per il Governo Draghi «nessun pregiudizio, ma l'Italia sui vaccini si muove nella cornice europea».

Per Vincenzo Trani, il presidente della Camera di Commercio Italo-Russa che ha annunciato l'accordo tra Adienne ed il RDIF, questa presa di posizione non sarebbe un problema, poiché «una cosa è produrre, un'altra distribuire». Le fiale messe a punto a Monza potrebbero infatti essere esportate verso uno dei 46 Paesi del mondo che hanno già approvato lo Sputnik qualora l'EMA non dovesse dare il suo consenso.

Si tratta di una prima assoluta in Europa «che mostra come le imprese italiane sappiano vedere oltre le polemiche politiche», ha commentato Trani.