In Ticino Per ridurre le «isole di calore» nelle città basterebbe poco

SwissTXT / Red

22.7.2022

Immagine illustrativa/foto d'archivio.
Immagine illustrativa/foto d'archivio.
© Ti-Press / Massimo Piccoli

Per ridurre il surriscaldamento nei centri urbani ticinesi servono nuove alberature, spazi d'acqua, colori chiari delle pavimentazioni, ma non il prato all'inglese. Questa l'opinione dell'esperto interpellato dalla RSI.

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Giova ricordare che da mercoledì 20 luglio è in vigore fino a lunedì 25 il massimo grado d'allerta (livello 4) per la canicola, valevole per il Sottoceneri e il Bellinzonese.

Occorre ripensare, riprogettare e ripianificare i centri urbani. Ne sono convinti diversi esperti, come analizza la RSI, certi anche che, nei prossimi anni, a causa del riscaldamento climatico, la situazione non migliorerà di certo.

Anche a sud delle Alpi, soprattutto nelle città, ci sono strade, vicoli e interi quartieri quasi completamente asfaltati, senza alberi, senza spazi verdi e senza protezioni che in giornate canicolari come quelle che stiamo vivendo in questo periodo diventano praticamente invivibili a causa del caldo.

Un drone con termocamera individua le isole di calore

In Ticino c'è un'azienda, la CSD ingegneri di Lugano, che si occupa di individuare le isole di calore nei centri urbani e che ha passato al setaccio buona parte del cantone.

«Un drone munito di termocamera compie diversi voli durante i diversi orari della giornata, per verificare il rilascio del calore accumulato durante il giorno. Poi restituisce una cartografia che individua le zone dove il calore si accumula», spiega alla RSI il direttore di CSD ingegneri, Luca Solcà.

Misurazioni con i droni, ma anche a terra: «Le sonde che rilevano diversi parametri, temperatura, umidità e la sovrapposizione di questi due elementi, ci permettono di avere un quadro completo», dice Solcà.

E i risultati a volte sono decisamente sorprendenti: «Ci sono diverse zone che mi hanno colpito, ad esempio alcuni viali dove, sui due lati, ci sono marciapiedi pavimentati con diverse tipologie di materiale. Da una parte abbiamo il classico asfalto, dall'altra magari una pavimentazione con un certo tipo di colore, un certo tipo di materiale e si riscontrano almeno quattro gradi di differenza».

Il Ticino messo peggio rispetto agli altri cantoni

Il Ticino, su questo fronte, è messo peggio rispetto al resto della Svizzera: «Il Canton Ticino è sicuramente in una delle situazioni peggiori da questo punto di vista, negli altri cantoni si sono mossi un pochettino prima. Penso che adesso il Canton Ticino abbia preso di petto la cosa e si stia muovendo bene», chiarisce all'emittente radiotelevisiva Solcà.

Nelle città ticinesi ci sono dunque delle isole di calore, ma anche delle isole di freschezza naturale. Si pensi per esempio al Parco Ciani di Lugano, in cui però ai visitatori viene impedito di sostare sui prati o calpestare l'erba.

È una contraddizione e un anacronismo: «È un esempio molto calzante, perché uno dei concetti per contrastare questo fenomeno del surriscaldamento urbano è quello di realizzare spazi pubblici, prevedere parecchie alberature, prevedere interventi di rinverdimento, se possibile, prevedere anche degli spazi d'acqua che permettano l'evapotraspirazione. Bisogna forse lasciare da parte l'idea del prato verde all'inglese e andare verso una concezione un po' più naturalistica di questi spazi», dichiara Solcà.

Un piano a breve e lungo termine

Infine secondo Solcà, in Ticino per rendere le città un po' meno calde, si può agire su due fronti, con delle misure a corto termine, realizzando quindi delle infrastrutture ombreggianti, prevedendo nuove alberature, rivedendo magari le zone come piazze, luoghi di incontro, sull'esempio della città di Zurigo che utilizza un nebulizzatore per dare un refrigerio immediato.

«E poi invece ci sono delle misure pianificatorie che necessitano un po' di studio, devono essere integrate e quindi queste vanno pensate e messe in pista per essere poi realizzate a medio termine», conclude Solcà.