Il deficit è di 135 milioni di franchi; un buco causato in gran parte dai costi generati dalla pandemia. E a preoccupare il Governo non è solo la situazione per il 2022, ma anche le previsioni per gli anni successivi. Nel 2025 si stima di avere un disavanzo di addirittura 195 milioni di franchi e dal 2023 il freno ai disavanzi potrebbe non essere più rispettato, riferisce la RSI
Il direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia, Christian Vitta, ha spiegato alla RSI che non sarà semplice affrontare il problema.
«Sono realista e mi rendo conto che non sarà un esercizio che si concluderà in pochi mesi. Ci vorranno alcuni anni, ma se c'è la buona volontà e il giusto spirito potremo superare anche questo ostacolo. In fondo una manovra di rientro l'abbiamo già affrontata, si tratta adesso di affrontarne un'altra con un quadro di riferimento diverso rispetto a quello del 2016, ma comunque con la possibilità (e le forze le abbiamo), di poterla affrontare» afferma Vitta ai microfoni della RSI.
«L'importante sarà, a un certo punto, riuscire a convergere, fare capacità di sintesi e in questo senso non ci aiuterà la vigilia delle elezioni, quindi la fine della legislatura, però possiamo anche affrontare i nodi più spinosi sicuramente all'inizio della prossima.» ha dichiarato il Consigliere agli Stati alla RSI.
«Gli sgravi votati vanno realizzati»
Christian Vitta ha affrontato anche il tema degli sgravi fiscali. «Per quanto mi riguarda quelli che sono già stati votati rientrano nel pacchetto della riforma fisco-sociale e vanno realizzati così come sono stati pianificati, perché altrimenti significa mettere in discussione tutto il pacchetto e questo evidentemente riaprirebbe nuovi fronti» ha detto alla RSI.
«Sulle nuove riforme ricordo che abbiamo il tema del moltiplicatore, del coefficiente di imposta, che il Parlamento ci ha chiesto di riportare al 100%, a fronte però di una riforma della legge tributaria, se questa fosse equilibrata evidentemente sarebbe a costo zero» ha detto Vitta alla RSI.
Serviranno diversi anni per colmare i danni finanziari provocati dal Covid. Il capitale proprio per l'anno prossimo, riporta la RSI, indica meno 331 milioni e parliamo delle riserve che permettono allo Stato interventi d'urgenza. Ammortizzare questa cifra inciderà soprattutto sulla progettualità.
Lo scenario è molto scuro se la politica non interviene, ha affermato il presidente del Governo, Manuele Bertoli, che ha aggiunto: sarà necessario lavorare con il Parlamento per trovare misure davvero attuabili.
«Non bisogna farsi prendere dalla fretta, anche se non bisogna perdere tempo. Credo che l'orizzonte che ci siamo dati del 24/25 per arrivare a un risultato concreto è sicuramente fattibile, tenuto conto anche nel fatto che la pandemia in qualche modo dovrebbe prima o poi terminare. Quindi bisogna ancora registrare, io spero, un miglioramento della congiuntura post-pandemica con un impatto positivo sui conti dello Stato» conclude Bertoli ai microfoni della RSI.