Cassa malatiStangata per i premi per il Ticino, De Rosa: «Delusi e frustrati»
pab
27.9.2022
Il Governo ticinese si dice deluso dall'aumento dei premi di cassa malati deciso da Berna per il 2023 e si dice poco ascoltato dalle autorità federali.
pab
27.09.2022, 16:30
27.09.2022, 16:45
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Il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa martedì all'inizio del pomeriggio ha reso noto l'aumento generale del 6,6% dei premi delle casse malati.
La crescita più marcata sarà nel Canton Neuchâtel con un +9,5%. Seguono Appenzello Interno con +9,3% e il Ticino con un +9,2%.
Da Bellinzona, in conferenza stampa, Raffaele De Rosa, direttore del DSS, ha reso noto il malcontento dell'Esecutivo. Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica, ah invece spiegato il percorso storico delle misure volte a contenere i costi della salute, mentre Matteo Veri, collaboratore scientifico dell'Area di gestione sanitaria, ha fatto una fotografia del panorama delle casse malati presenti sul territorio.
De Rosa: «Profonda delusione e frustrazione»
Il primo a prendere la parola è stato Raffaele de Rosa: «Abbiamo appreso con profonda delusione, rabbia e frustrazione che Berna ha deciso per il Ticino per il 2023 un aumento dei premi del 9,2%. Riteniamo sia una stangata ingiusta per almeno tre motivi».
«La metodologia usata è molto penalizzante per il nostro cantone - ha proseguito il capo del DSS - che è stato più duramente colpito dalla pandemia dal resto del paese».
«Poi prendere come base di calcolo il 2021, che contiene effetti di rimbalzo penalizza ulteriormente il Ticino. In questo anno c’è stato l’effetto di recupero delle attività mediche e sanitarie dopo la forte contrazione nel 2020 dovuto alla pandemia. Prendere questo anno come base è oggettivamente sbagliato e fuorviante. Per sopperire alla straordinarietà di questo anno abbiamo chiesto di usare la media dei due anni. Non siamo stati ascoltati».
Le riserve si devono usare subito
«Come terzo punto - ha proseguito De Rosa - le riserve che rimangono elevate e quindi andrebbero subito restituite ai cittadini che proprio ora subiscono le conseguenze del rincaro dell'energia e di diversi beni e servizi. Non vengono a sufficienza usate le riserve. È un cambiamento radicale rispetto alla volontà politica espressa solo un anno fa».
Questa stangata, secondo il politico, pesa come un macigno sulle spese delle famiglie: «Abbiamo a più riprese comunicato a Berna le nostre rimostranze, nella fase di consultazione, senza però convincere l’UFSP».
Il capo del DDS ha poi snocciolato nel dettaglio le cifre per fasce d'età, spiegando come negli anni la parte dei costi sanitari che è cresciuta di meno è quella legata alle cure stazionarie, cioè agli ospedali, che è la sola che il cantone può controllare direttamente grazie alla pianificazione ospedaliera.
Come contenere i costi?
Ha poi preso la parola Paolo Bianchi che si è soffermato sulle misure di contenimento dei costi.
«Da anni il problema è conosciuto». In particolare, per contenere i costi, ci si focalizza anche a livello federale sugli interventi non necessari a livello sanitario. «I tassi di crescita degli interventi non può essere spiegato solo con l'invecchiamento della popolazione - ha detto Bianchi - ma con un aumento dei volumi delle prestazioni».
Il Consiglio federale ha agito sui prezzi dei medicamenti «Con, dal 2012, circa un risparmio di un miliardo di franchi, con pure, dal 2018, con la revisione automatica del tariffario delle prestazioni mediche un risparmio di circa 100.000 annui».
Il margine di manovra per il cantone invece non è così ampio e incisivo.
Il panorama delle casse malati
Matteo Veri, collaboratore scientifico Area di gestione sanitaria, ha poi spiegato il panorama delle casse malati presenti in Ticino: «Ce ne sono 11 principali sul territorio. Due di loro, la CCS e Helsana, coprono più del 50% della popolazione».
«Questo - ha proseguito Veri - ha come conseguenza positiva che i vari premi siano più omogenei, ma il meccanismo di concorrenza voluto con la legge sull'assicurazione malattia, la LAMal, viene un po' meno.»