Svizzera italiana Premi di giornalismo, RSI agli onori

Swisstxt

29.10.2021 - 22:46

Un momento della cerimonia della decima edizione del premio di giornalismo della Svizzera italiana (TiPress)
Un momento della cerimonia della decima edizione del premio di giornalismo della Svizzera italiana (TiPress)
Ti-Press

Sono stati proclamati questo venerdì sera, nell'auditorio dell'USI di Lugano, i vincitori della decima edizione del premio di giornalismo della Svizzera italiana, promosso da ATG e BancaStato.

Fra le produzioni premiate dalla giuria presieduta da Roberto Antonini ce ne sono diverse della RSI. Nella categoria televisione ha vinto «I koala della speranza» di Loretta Dalpozzo, sulle conseguenze dei grandi incendi sulla popolazione del marsupiale in Australia.

Una menzione speciale è andata a «Gli svizzeri della jihad», in cui Anna Bernasconi segue fin nei campi di prigionia le tracce di giovani partiti dalla Confederazione per combattere la «guerra santa».

Per la radio, il riconoscimento è assegnato a Francesca Torrani e Francesca Calcagno per «Ammazzarsi di lavoro», che raccoglie le testimonianze di chi è rimasto coinvolto in incidenti sui cantieri.

Menzione anche per Alice Pedrazzini ed Elena Boromeo, autrici di «Un dramma che non dà pace», sui morti per Covid-19 nella casa anziani di Sementina durante la prima ondata pandemica.

I premi nella stampa scritta e dell'online

Nella stampa scritta il lavoro migliore è stato ritenuto quello di Cristina Ferrari e Dino Stevanovic: «Eravamo mano nella mano, poi Lucas è caduto di sotto» ritrae un 20enne rimasto vittima di un incidente. Il pezzo è uscito su LaRegione il 9.10.2020.

Per l'online viene premiato «La politica in fondo non è difficile» di Claudio Mésoniat, Maria Acqua Simi e Beniamino Sani uscito su ilfederalista.ch, per la fotografia vincono Viviana Viri (cronaca) e Francesca Agosta (sport) e tra i freelance, una nuova categoria, Davide Buzzi.

Sono suoi «la valigia del Buzzi» trasmesso da ReteUno, e un articolo pubblicato da La voce di Blenio: «Una volta in tüt i câ as mazava ul pörsc». Il primo è un viaggio nella storia un po' dimenticata della musica ticinese, il secondo un tentativo di recuperare lo spirito della cultura contadina.