Guerra in UcrainaProfughi in Ticino, come fare con i minori ucraini arrivati soli?
Swisstxt/ Red.
25.3.2022
L'accoglienza di un minore ucraino che ha lasciato la guerra dietro di sé è complessa, anche legalmente. Ma casi di questo tipo in Svizzera ci sono già, e presto arriveranno anche in Ticino. La RSI ha intervistato Sabrina Beffa, a capo dell'Ufficio ticinese dell'aiuto e della protezione, per capire quali elementi entrano in gioco in questi casi.
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25.03.2022, 17:22
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Molte organizzazioni internazionali hanno lanciato l'allarme per i tanti profughi minorenni non accompagnati. Lo hanno fatto, ad esempio, l'Alto commissariato dell'ONU, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e Save the children.
In Ticino ancora non sono arrivati minorenni attribuiti dalla Confederazione al Cantone. Ne sono arrivati alcuni a Chiasso, ma sono stati spostati in famiglie esterne all'area italofona.
Sabrina Beffa, responsabile dell'Ufficio ticinese dell'aiuto e della protezione, lancia quindi un appello in questo senso: «Approfitto per ricordare a chi già accoglie minori in Ticino di registrarsi. È importante perché ci permette di capire quanti sono in Ticino e in che situazione si trovano. Solo così possono accedere alle prestazioni che offre lo statuto S e per le autorità cantonali è un modo di prevenire il rischio di abusi»
Una questione legalmente delicata
Accogliere un minore fuggito dalla guerra è una questione molto delicata. Beffa lo sottolinea: «Lo sforzo non è paragonabile a quello che si deve mettere in campo se si accoglie un adulto o una famiglia».
La burocrazia in questi casi si infittisce. «Oltre i tre mesi la famiglia deve essere autorizzata e rispettare i severi criteri previsti dalla legge in materia di protezione dei minori», spiega l'esperta all'emittente di Comano. Per questo motivo, è necessaria «una riflessione ancora più attenta».
I genitori ucraini possono chiedere aiuto ai ticinesi
Un caso particolare è quello in cui una famiglia ticinese riceva da un genitore ucraino, magari in Polonia, la richiesta di accogliere il proprio figlio.
Beffa spiega il procedimento in questo caso: «Se il minore è arrivato o è stato accolto in Ticino da un parente o da un conoscente della famiglia c'è un legame forte per cui in ogni caso resta nel contesto famigliare in cui è stato accolto».
In assenza invece di un legame stretto, afferma che valuteranno caso per caso: «Non è che di principio allontaneremo subito il minorenne per portarlo in una struttura».
Il ruolo della Croce Rossa
Ma i profughi minorenni provenienti da altri paesi, prima del conflitto in Ucraina, già arrivavano in Ticino, e venivano alloggiati in due centri della Croce Rossa ad Arbedo-Castione e Paradiso. In totale, si trovano lì 67 giovani, provenienti da Afghanistan, Somalia, Etiopia, Turchia e Iraq.
La Croce Russa, dunque, continuerà a giocare un ruolo importante anche nella crisi ucraina. «Ha predisposto un'apposita struttura per accogliere i minorenni non accompagnati ucraini che arrivano da soli», racconta Beffa alla RSI. «Ha l'esperienza e il personale necessario per rispondere ai bisogni di questi minori».
Inoltre, aggiunge, «i minorenni non accompagnati che saranno accolti nel foyer della Croce Rossa avranno da subito un curatore di rappresentanza (è già così)».
«Per i bambini in famiglia la prima cosa essenziale è che le famiglie che accolgono possano dimostrare che il genitore o il tutore hanno dato il loro accordo all'accoglienza da parte loro. Questo è il primo passo, la necessità di nominare un tutore o un curatore potrà essere valutata in seguito», conclude.