MeteoSvizzeraQuanto sono state precise le allerte maltempo nel 2021?
Swisstxt/Red.
2.4.2022
Le allerte meteo sono importanti: permettono alle persone di organizzare le proprie attività e prevenire danni, e alle autorità cantonali di gestire i pericoli naturali. MeteoSvizzera, come riporta la RSI, ha stilato un bilancio dell'efficacia dei propri allarmi nel 2021. I risultati sono inferiori agli obiettivi, anche se positivi. In futuro verranno inclusi nuovi fattori nelle comunicazioni.
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02.04.2022, 07:00
02.04.2022, 12:33
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Per analizzare l'efficacia delle allerte emesse nel 2021, MeteoSvizzera ha messo in relazione ogni evento previsto con i dati reali effettivamente misurati dalle stazioni (come l'altezza della neve fresca, la velocità delle raffiche di vento, la quantità delle precipitazioni, i valori canicolari, quelli del gelo del suolo, ecc.).
Il bilancio considera anche i feedback di chi si occupa dei pericoli derivanti da questi allarmi.
Il responsabile di Locarno Monti, Marco Gaia, ha commentato i risultati ai microfoni della RSI: «Il 2021 a livello svizzero ha visto un tasso di quello che noi chiamiamo ‹probability of detection›, ovvero la probabilità di emettere un’allerta corretta, dell’82%, che è leggermente inferiore a quello che ci eravamo proposti. Noi, come soglia, vorremmo infatti arrivare all’85% ogni anno». Dal 2012 al 2021 la media è stata dell’85,4%.
Il fatto che non siano stati raggiunti gli obiettivi si spiega con il maggior numero di situazioni di allerta complesse e con il fatto che alcuni eventi sono stati più intensi del previsto a livello regionale, soprattutto i forti venti e le abbondanti precipitazioni primaverili e autunnali.
Da ogni allerta si impara
«Ogni evento viene analizzato singolarmente e al termine del rapporto c’è il capitolo ‹lesson learned›, quello che impariamo e a seconda dell'evento», spiega Gaia.
Le nuove informazioni sono utilizzate per affinare le previsioni future. «Vengono definiti dei consigli, per esempio da dare ai previsori, affinché negli eventi successivi tengano presente un aspetto piuttosto che un altro».
Questi fattori, secondo il responsabile di Locarno Monti, a volte sono «abbastanza facilmente definibili», mentre altre volte «diventa un po’ più difficile identificarli». «Ma ci proviamo comunque», dichiara.
Quanti falsi allarmi ci sono stati nel 2021?
MeteoSvizzera valuta anche quali delle allerte emesse sono risultate eccessive, ossia i ‹falsi allarmi›. In questo ambito la soglia di accettabilità è del 30%, valore non superato nel 2021, in cui il tasso è stato del 27% (negli ultimi 10 anni la media è stata del 19%).
Si tratta di un tasso di errore che tocca un evento su tre. La RSI chiede a Gaia se non sia una soglia di sbaglio troppo alta: «Apparentemente potrebbe effettivamente essere considerata un po’ alta, però dobbiamo tener presente che l'obiettivo fondamentale delle autorità è quello di fornire protezione ai propri cittadini», risponde.
«E noi sostanzialmente lavoriamo per lo Stato, e in questo senso le autorità cantonali ci dicono sempre "Bè, noi preferiamo mettere in piedi il sistema di protezione una volta in più che non una volta in meno"».
Inoltre, non è sempre possibile fare delle previsioni certe. «Benché chiaramente noi tendiamo, in un mondo metereologico ideale, ad abbassare il più possibile i falsi allarmi, ogni tanto ci sono delle zone grigie e in quelle zone grigie preferiamo dare l'allerta piuttosto che essere qui al termine dell'evento a rimpiangere di non averla data, perché poi qualcuno ha avuto magari un danno», spiega Gaia.
Le allerte sono uno strumento per le autorità cantonali
Le allerte meteo svolgono un ruolo fondamentale nel fornire alle autorità cantonali che si occupano della gestione dei pericoli naturali le informazioni più precise e tempestive possibili. Questo permette di organizzare i dispositivi e gli interventi sul terreno.
Secondo Gaia, la cooperazione di MeteoSvizzera con le autorità cantonali ticinesi e grigionesi (per le vallate dei Grigioni italiani e l'Engadina) è ottima. «È una collaborazione che, per quanto riguarda il Ticino, è nata appena dopo la famosa alluvione del '78, un po' lo spartiacque in questo ambito», racconta.
Ma non si tratta solo di anticipare gli eventi meteorologici. «È indispensabile una collaborazione molto stretta prima, durante e anche dopo l’evento, anzi soprattutto dopo», spiega il responsabile di MeteoSvizzera ai microfoni dell'emittente di Comano.
«Noi abbiamo i riscontri che ci danno e giustamente sono dei riscontri anche severi, perché se sbagliamo qualcosa e la previsione non era corretta, ce lo fanno sapere, perché solo in questo modo possiamo migliorare. Globalmente posso però dire che i riscontri sono assolutamente positivi».
Come cambieranno le allerte in futuro?
Per il futuro si sta studiando un nuovo concetto di allarmi. «Lo stiamo sviluppando e abbiamo l’obiettivo di arrivare pronti per fine 2024 - inizio 2025», afferma Gaia.
«Al di là di un rinnovo tecnico dietro le quinte, che era assolutamente necessario perché comunque pure l'informatica si sviluppa continuamente, dal punto di vista della comunicazione delle allerte in futuro vogliamo mettere l'accento piuttosto su quelle che sono veramente le condizioni e le conseguenze del maltempo».
Le previsioni prenderanno quindi una forma diversa. Il responsabile di Locarno Monti precisa che ci si sgancerà un po' «dalla comunicazione odierna, quella del "nelle prossime 24 ore cadranno venti centimetri di neve fino in pianura"».
«L’idea è appunto quella di mettere in primo piano le conseguenze, quindi – per restare sull’esempio – diremo "nelle prossime 24 ore sono attesi venti centimetri, però fate attenzione perché saranno di neve particolarmente pesante", o ancora che la neve cade in un momento della giornata dove ci sarà tanto traffico, quindi l'impatto sulla società rischia di essere più grande che non se magari quei venti centimetri cadono durante la notte», racconta.
Un'allerta per le siccità?
Un altro ambito che abbiamo imparato a conoscere durante l'inverno del 2022 è la siccità, fenomeno per cui però, per ora, non esistono delle allerte. Si stanno però facendo riflessioni anche su questo punto, che arriveranno presto al Consiglio federale.
«La siccità ha un impatto non trascurabile su tanti settori socio economici e ambientali in Svizzera e, forse, per poterla gestire adeguatamente, è importante in futuro prevedere delle allerte dedicate, che saranno probabilmente diverse dalle attuali. Questo fenomeno non è infatti improvviso, ma si mette in moto molto lentamente, quindi le modalità sono ancora da definire», afferma Gaia.
Proprio nel 2022, il sistema di allerte è stato praticamente fermo, dato l'inverno estremamente secco. Il responsabile di Locarno Monti però spiega che questo non significa che la percentuale di successo di quest'anno sarà migliore: «In realtà dal punto di vista statistico meno allerte ci sono e più è difficile raggiungere gli standard di qualità, perché basta sbagliare pochissimo. Per avere un po’ di robustezza statistica è quindi meglio avere più allerte».