Luganese Radiologa a processo, la perita: «Immagini 3D fondamentali»

Swisstxt / Red

12.12.2022

Immagine simbolica.
Immagine simbolica.
© Ti-Press / Massimo Piccoli

Alla corte delle Assise correzionali una radiologa è a processo per presunto errore medico. 

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È accusata, ricorda la RSI, di lesioni colpose gravi per non aver diagnosticato un tumore al seno nel 2019. Durante il primo dibattimento le dichiarazioni dell'imputata avevano portato il tribunale a indire una nuova udienza.

Lunedì la dottoressa ha detto di non aver visto le immagini della tomosintesi, ossia della mammografia 3D. Lei non l'avrebbe richiesta. Questo è importante perché è un esame preciso, una mammografia standard non sarebbe invece stata in grado di mostrare in modo altrettanto inequivocabile il tumore.

La malattia è stata diagnosticata solo un anno dopo e la paziente ha quindi dovuto subire delle cure oncologiche pesanti. 

Inconveniente in aula

L'obiettivo dell'udienza di lunedì era di chiarire se la dottoressa avesse visionato oppure no le immagini in 3D. Ma non si è giunti a una conclusione perché, su indicazione dell'imputata, in aula è stata convocata la tecnica di radiologia errata, non quella che aveva svolto l'esame al seno della paziente.

Il processo non è stato interrotto ed è stata sentita un'esperta di senologia, con ruolo di perita giudiziaria. Secondo lei l'errore medico c'è ed è chiaro solamente se la tomosintesi è stata visionata.

Il giudice le ha poi chiesto: «Ma se lei non avesse visto queste immagini in 3D e avesse avuto a disposizione solo la mammografia standard e l’ecografia?». E la perita ha risposto che in quel caso «il cancro non si sarebbe visto: c’erano anomalie, ma non allarmanti». E poi ha aggiunto: «Avrei forse anch’io fatto la stessa analisi della dottoressa».