Analisi UFAM: «Portate record dei fiumi in Vallemaggia, Mesolcina e Vallese durante le recenti intemperie»

ns, ats

16.7.2024 - 14:54

La Maggia al ponte di Visletto, nei pressi di Cevio, il 30 giugno.
La Maggia al ponte di Visletto, nei pressi di Cevio, il 30 giugno.
Keystone

La portata di alcuni fiumi in occasione delle alluvioni di fine giugno e inizio luglio – che hanno colpito in particolare la Vallemaggia, la Mesolcina e il Vallese – ha raggiunto valori da primato assoluto per il periodo.

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Lo indica oggi l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), che ha pubblicato una prima classificazione provvisoria delle alluvioni dal punto di vista idrologico.

In un ampio comunicato, i funzionari federali ricordano anche le cause dei fenomeni catastrofici, già illustrate nelle scorse settimane da vari esperti – specialisti dell'Ufficio federale di meteorologia e climatologia (MeteoSvizzera) e responsabili cantonali della gestione dei pericoli naturali.

Nel corso dell'intera primavera ci sono state continue precipitazioni che hanno reso i suoli saturi d'acqua, incapaci di assorbire altra pioggia; soprattutto in Vallese la neve in alta quota fino a giugno era più abbondante rispetto alla media pluriennale e il caldo di quei giorni ha determinato un forte scioglimento; infine negli eventi del 21 giugno, 29 e 30 giugno e 7 luglio vi sono stati violenti temporali in zone geografiche relativamente circoscritte.

Alluvioni in Svizzera si sono succedute da fine maggio, interessando dapprima la Svizzera orientale e l'Oberland bernese. Il lago Bodanico e il Reno, suo emissario, sono oggetto d'allerta dall'inizio di giugno: da allora il grado di pericolo 4 è sceso solo saltuariamente al 3, che è attualmente in vigore.

Portate dei fiumi da primato

Nei tre fine settimana menzionati, vari corsi d'acqua hanno fatto segnare portate da primato. Ad esempio, il 21 giugno, sulla Moesa a Lumino (TI) è stato registrato un valore di 649 metri cubi al secondo, che corrisponde al grado di pericolo 5 (pericolo molto forte) e a un evento che statisticamente si verifica ogni 50-100 anni. Si tratta di un nuovo record nei 43 anni di misurazione in questa stazione.

In numerosi altri fiumi delle regioni colpite, tra cui il Rodano in varie stazioni lungo il suo corso, sono state registrate piene che si verificano ogni 10-30 anni.

Valori straordinari, sempre provvisori, sono stati rilevati in più stazioni anche in occasione delle forti precipitazioni dell'ultimo fine settimana di giugno. Per il Rodano a Reckingen (VS) e la Reuss ad Andermatt (UR) portate del genere si registrano ogni 100-300 anni, per la Maggia a Bignasco ogni 50-100 anni. Tutti questi picchi rappresentano nuovi valori massimi assoluti per il periodo di misurazione.

Il 7 luglio, in Ticino si sono ingrossati alcuni fiumi minori, come la Breggia a Chiasso, che è salita al grado di pericolo 3 con un deflusso di circa 138 metri cubi al secondo, un valore che per questo corso d'acqua corrisponde a una piena che si verifica ogni 10-30 anni.

Anche i fiumi dell'Engadina e di altre regioni dei Grigioni si sono ingrossati fortemente. Ad esempio, sull'Inn/En presso Tarasp è stata osservata una portata di 333 metri cubi al secondo, che si classifica nel grado di pericolo 3 e corrisponde a un evento che si registra ogni 10-30 anni. Con una portata di 21 metri cubi al secondo (grado di pericolo 5), il torrente Dischma vicino a Davos ha registrato una piena che si verifica ogni 50-100 anni.

Per valutazioni definitive occorre tempo

Per verificare i valori massimi delle misurazioni delle piene e, in particolare, per analizzare le conseguenze del maltempo in termini di frane e colate detritiche, danni e per valutare l'efficacia delle misure attuate occorrerà ancora tempo, sottolinea l'UFAM.

È in corso di pianificazione un'analisi completa degli eventi da parte delle autorità federali in collaborazione con i servizi cantonali competenti.