Ticino «Sì» alla revisione della legge sulla polizia, puntando sulla prevenzione

SwissTXT / red

29.3.2023 - 15:28

La polizia cantonale
La polizia cantonale

Presentato il messaggio del Governo per riformare il testo del 1990. Comportamenti minacciosi e segnali premonitori, Gobbi: «Disinnescare la potenzialità di violenza».

29.3.2023 - 15:28

Prevenire situazioni e comportamenti minacciosi sfruttando i segnali premonitori. È una delle novità della riforma totale della legge ticinese sulla polizia. Il Governo mercoledì ha approvato il messaggio che arriverà in Gran Consiglio.

In 30 anni sono cambiate le tecniche operative, gli strumenti e anche i profili richiesti. La società è cambiata. Ed è evidente che il regolamento sulla polizia, datato 1990, non poteva restare al palo. La riforma approvata dal Governo è il frutto di una consultazione che ha interessato la giustizia nel suo insieme, raccogliendo quindi anche le indicazioni dei tribunali, della procura, dei molti attori coinvolti nell'ampia sfera dell'ordine e della sicurezza.

Tra le novità va certamente segnalato il fatto che il nuovo testo sarà comodamente adattabile a qualsiasi nuova forma avrà in futuro la polizia ticinese.

«Potrebbe essere una polizia unica, se questo sarà la volontà del Parlamento, oppure una riorganizzazione. Oggi la polizia cantonale ha un ruolo preponderante nell'ambito della sicurezza pubblica, mentre le comunali dovranno rafforzare il loro ruolo di prossimità se vogliono adempiere davvero a questa loro missione. Questo sarà uno dei temi che affronteremo con il rapporto del Gruppo di lavoro polizie ticinesi, che dovrà chiarire ruoli, compiti e competenze fra i due livelli, rispettivamente il futuro assetto organizzativo», spiega alla RSI il direttore del dipartimento Istituzioni Norman Gobbi.

Prevenire con i segnali premonitori

La nuova legge regolamenta il concetto di gestione cantonale delle minacce. Si tratta di prevenire comportamenti minacciosi riconoscendo i segnali premonitori.

«Prendendo a carico anche le persone che con toni minacciosi - prosegue Gobbi - si rapportano ad altre persone, alle istituzioni o nei confronti di altri concittadini o famigliari, proprio nell'ottica di disinnescare la potenzialità di violenza, prevenendo così l'atto violento che può avere conseguenze anche gravi».

E i rischi di eventuali segnalazioni per vendetta o nei confronti di persone che non hanno fatto nulla di male? «Questa presa a carico - risponde ancora il direttore del DI - non significa essere portati in polizia, ma essere convocati per dialogare, comprendere la situazione e valutarla.

Il ‹triage› è essenziale e non è che ogni segnalazione viene subito presa a carico come una denuncia, anzi. Si tratta di un processo di analisi con lo scopo anche di far comprendere che questi comportamenti minacciosi hanno comunque delle conseguenze di carattere penale».

Il messaggio andrà in Parlamento con la nuova legislatura.

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